Uno psicologo nei lager – Viktor Frankl

Bastano davvero poche pagine per definire il senso della vita, e nella giornata della memoria, non si ricorda solo la morte, ma anche l’esistenza, e quanto questa sia importante dal punto di vista spirituale. Leggendo Uno psicologo nei lager scritto dallo psichiatra austriaco Viktor Frankl, edito per la prima volta nel 1946 e poi dalla casa editrice Ares nel 2009, ci si accorge dell’importanza della vita che possiede se stessa, null’altro. Durante la lettura non conosciamo il nome di chi scrive in prima persona rivolgendosi al suo lettore, ma lo identifichiamo in un numero, che nessuno mai ricorderà perché insignificante, come tutti gli altri. Ma cosa distingue questo saggio dagli innumerevoli che sono più “di moda”? 

Viktor, medico, ma divenuto uomo spirituale e credente una volta uscito dal lager, oltre a raccontare gli episodi che lo hanno visto deportato da un campo di concentramento all’altro, nel frattempo ha studiato i comportamenti di quel posto per dare un senso alla vita: perché si è fondamentalmente legati a questa esistenza, anche quando non si ha veramente nulla da perdere. Con lui capiamo il dolore, quello di cui parla Dostoevskij, quello che non è fisico ma che si ricollega alla rabbia per l’ingiustizia subita e l’infondatezza della punizione, comprendiamo la felicità in senso negativo concepita da Schopenhauer ma soprattutto interiorizziamo il significato dell’amore, quale contemplazione dell’immagine spirituale della persona amata che porta in sé.

La libertà spirituale dell’uomo, quel bene che nessuno può sottrargli finché non esala l’ultimo respiro, fa sì ch’egli trovi, fino al suo ultimo respiro, il modo di plasmare la propria vita.

Questa preziosa testimonianza di quello che è stato il lager, quindi il lavoro, la malattia, la denutrizione, le percosse, la derisione, gli insulti, è un inno alla vita, all’esistenza umana che solo con miseria e morte diventa completa e acquista senso compiuto. Dal modo in cui l’uomo accetta il suo destino anche quando è ineluttabile (e nei campi di concentramento ogni scelta diventa destino di vita o di morte senza poterle prevedere), vengono alla luce tante, molteplici possibilità di attribuire un significato alla vita anche nei momenti più difficili.

Uno psicologo nei lager si divide in due parti, la prima racconta gli avvenimenti drammatici, la seconda analizza comportamenti psicologici (da cui nasce la logoterapia) di quel che è accaduto. Si capisce come come una situazione particolarmente difficile esterna dia lo slancio per superare quella interiore: ma di questa grandezza pochi uomini, secondo lui, sono capaci. Ecco quindi cosa significa elevazione spirituale: capacità di rinascere dal nulla. Nei momenti più difficili è fondamentale rivolgersi alla speranza del futuro. Chi invece non sa credere nel suo futuro è perduto, come lo sono stati quelli che hanno attraversato il filo spinato per porre fine a quell’orrore.

Vivere non significa altro che avere la responsabilità di rispondere esattamente ai problemi vitali, di adempiere i compiti che la vita pone a ogni singolo, di far fronte all’esigenza dell’ora.
Questa esigenza, e con essa il significato della vita, muta da uomo a uomo, di attimo in attimo. Non è dunque mai possibile precisare il senso della vita umana in generale, non possiamo mai rispondere in generale a chi domanda quale sia il senso dell’esistenza.

Viktor Frankl decide di scrivere questo testo quando apprende che è rimasto solo, che non ha più la moglie (purtroppo non sopravvissuta) e ha deciso di dare testimonianza di quello che ognuno di noi, al di là del campo di concentramento è capace di pensare se solo si divincolasse almeno interiormente dai benefici degli agi. Non che il campo di concentramento abbia fatto bene, assolutamente no. Però con quello che è accaduto e che i suoi occhi hanno visto, che il suo corpo ha sentito, ha potuto comprendere quanto poi realmente siamo padroni di noi stessi, del nostro corpo quando è nudo, denutrito, brutto, sporco… e quando rimane in esso solo l’anima da salvare, l’unica che rende uomini e umani.
Un testo consigliato a chi ha bisogno di crescere e trovare la fiducia in se stesso.

 

Uno psicologo nei lager
Viktor Frankl
Ares edizioni, 2009
Pagine 160
Prezzo di copertina € 15,00

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist