Cercando l’Imperatore – Roberto Pazzi

Storia di un reggimento russo disperso nella Siberia durante la rivoluzione, in cerca dello Zar prigioniero, ci informa il sottotitolo. Ed è proprio vero. In questo piccolo ma immenso libro del 1985, pubblicato in tredici lingue, Roberto Pazzi, poeta narratore e giornalista ferrarese considerato tra i più originali e visionari scrittori italiani, dà vita a una strana, ossessiva ricerca i cui contorni si fanno via via sempre più inafferrabili, partita com’era da dati certi, concreti e attaccati al reale e sfociata in uno strano cantico della natura nel quale la fauna e la flora della tajga siberiana rivelano il soffio conturbante della propria arcana potenza.

Anche uomini di carne e di sangue, bravi soldati russi che s’infiammano al grido di “Dio salvi lo Zar!”, fedeli fino alla morte al Piccolo Padre della Santa Russia, finiscono per perdere a poco a poco tutte le loro certezze, e scoperchiare le profondità segrete ove regna l’inconscio, condotti lungo un cammino di stenti durato due anni dal loro comandante principe Ypsilanti.

La truppa sappia che siamo diretti a una destinazione segreta, d’importanza strategica fondamentale, bisogna far leva sul sentimento della fedeltà e dell’onore e smetterla, badate bene smetterla, con queste voci assurde! Conto su di voi, signori ufficiali. Cercheremo di raggiungere il centro più vicino da dove si possa telegrafare a Pietrogrado. Devo confessare che la stagione non è favorevole, ma non possiamo rimanere qui ad attendere. La guerra è la guerra e noi siamo soldati. E si combatte senza di noi. Lo Zar non può fare a meno del suo Preobraženskij, né noi possiamo restare oltre senza i suoi ordini. Vi ricordo il giuramento che ci lega alla sacra persona dell’Imperatore fino alla morte. Signori ufficiali, qualche domanda?

Il Preobraženskij, il reggimento più indomito, più affezionato allo Zar, si trova a chilometri e chilometri di distanza dal suo Imperatore e dagli sviluppi stessi della Storia: è infatti l’estate del 1918, e la rivoluzione d’ottobre si è conclusa in una maniera assolutamente inconcepibile per qualsiasi buon russo, con il sequestro da parte dei Rossi dello Zar Nicola II e dei suoi familiari, ora prigionieri e incerti del proprio destino a Ekaterinburg, negli Urali.

Il colonnello comandante Ypsilanti sa che non c’è più alcuno Zar ad attenderli, ma con un’ostinazione che lentamente trascolora nella follia finge con le truppe che tutto sia pronto per accogliere in glorioso trionfo il reggimento Preobraženski a Tobolsk, l’ultima cittadina in cui si abbia avuto notizia della presenza dell’Imperatore…

Alla disperata marcia di Ypsilanti e dei suoi nel cuore della sconfinata Siberia fanno da contraltare le scene che ritraggono la famiglia reale prigioniera, autentici gioelli di introspezione psicologica, un susseguirsi di ricordi, riflessioni, descrizioni di momenti passati e presenti, intere vite fatte di chiacchiere, sogni, risate di fanciulle, delusioni e prese di coscienza, feste, profumi, difficoltà, consuetudini familiari che rassicurano, cose dette e non dette per affetto o per insofferenza, i legami umanissimi che pure in mezzo a tutte le incomprensioni, a tutti i fastidi, le controversie, fanno di una famiglia il luogo degli affetti veri, il luogo del sangue che ama e protegge se stesso nella prole e nei cari.

Nicola II, Alice, Olga, Maria, Tatiana, Anastasia, Alessio, personalità che l’incredibile intelligenza emotiva dell’autore riesce a presentarci come se le conoscessimo da sempre.
I Bianchi controrivoluzionari alle porte della città nel tentativo di liberare la famiglia regnante, i Rossi con la loro antiepica passione per la modernità, i soldati magiari, mongoli, georgiani, russi, che compongono i battaglioni di Ypsilanti, i nomi dei palazzi, delle cittadine, come Tsarkoie Selò, il riflesso giallo negli occhi della grande e selvaggia tigre siberiana, lo spettro di Rasputin, gli inquietanti guizzi di veggenza di Alessio, il figlio emofiliaco dello Zar, e tutto un universo di voci semplici e popolari a raccontare di vite quotidiane, di lavori nelle botteghe, di nottate di musica e vodka, di lutti familiari e di amicizie nate marciando spalla a spalla, sino alla cristallina profondità della mente di Nicola II, Spirito della Storia in simbiosi con la propria terra, simbolo del fluire del tempo, filosofo dolente e padre un po’ troppo poco energico per incontrare l’approvazione dei figli adolescenti…

Una storia assurda, un’avventura di estroversione e di introversione, sulle paure dell’uomo e sulla stranezza dei rapporti interpersonali, sull’archetipo del viaggio e della ricerca, sulla potenza del destino. Con una lingua semplice ed esatta, luminosa come un raggio di luce che attraversa l’acqua, e imprevedibile, capace di dar nome a cose di cui confusamente conosciamo l’esistenza ma che non abbiamo mai saputo come esprimere a parole, Roberto Pazzi schiude un mondo intero, senza  paura che esso possa sfuggire al suo incantevole congegno narrativo. Prendete e leggetene tutti: questo è un vero romanzo.

 

Cercando l’Imperatore
Roberto Pazzi
Bompiani, 2016
Pagine 192
Prezzo di copertina € 10,00

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore