Gli effetti secondari dei sogni – Delphine De Vigan

Lou Bertignac è una ragazzina di tredici anni, una ragazzina qualsiasi che vive in un piccolo corpo con un cervello dal QI fuori dal comune. La sua famiglia è una nave senza approdo, che ha perso l’amore come suo timone. E lo stato di avarìa incombe con la morte della secondogenita Thais, ancora neonata. Solo il silenzio sembra essere il cordone ombelicale che lega i tre superstiti. Lou comincia ad assaporare una profonda solitudine ed una inettitudine che recide i legami tra lei ed il resto del mondo.

So che a volte è meglio rimanere così, nel proprio guscio, chiusi in se stessi. Perché basta uno sguardo per vacillare, basta che qualcuno tenda una mano perché si avverta quanto si è fragili e vulnerabili, perché tutto crolli come una piramide di fiammiferi.

Apparentemente, il romanzo si presenta come un young adult con i soliti temi di crescita personale ma va davvero oltre. L’autrice centra il bersaglio sfruttando l’intelligenza superiore della protagonista perché, quando il professor Marin indice il giorno delle relazioni orali, Lou decide di redigere un lavoro sulla situazione dei clochards parigini, soffermandosi ad analizzare la condizione delle ragazze senzatetto. Si accede ad un climax narrativo, Lou ci trascina nella sua quotidianità, fatta di lunghe attese presso la stazione di Austerlitz ad osservare la gente e l’arrivo dei treni, perché lì le emozioni di un saluto, di un abbraccio o di uno sguardo che si perde nella dissolvenza di un treno in lontananza, sono le cose che lei, in assoluto, preferisce.

Presto, nella sua vita entrano due personaggi particolari, destinati a cambiarla per sempre: No e Lucas. La potenza emotiva che la De Vigan infonde a queste due figure è straordinaria: molto più che semplici figure da contorno, i due ragazzi si riveleranno per la protagonista guide essenziali, capaci di mostrarle due modi di vivere la vita. Lucas è un genio ma non come Lou: non sa fare complicatissimi problemi a mente, non conosce la grammatica e non si applica per niente a scuola. Ma il suo sguardo è diretto, bruciante e delicato e la sua vista è capace di notare particolari che sfuggono alle persone comuni, fino a guardare laddove molti non tendono. E poi, conosce la potenza delle parole e che una può essere più devastante di un’altra. Nolwenn, invece, è una giovane donna che «sembrava già conoscere la vita, o meglio, sembrava conoscere della vita qualcosa che faceva paura».

A differenza della piccola Lou, No ha smesso di sognare, immaginare e sperare. La violenza, la rabbia e la durezza sono le sole riserve che ha per sopravvivere ed esprimersi. No insegnerà a Lou una grande lezione di vita ma regalerà alla famiglia di quella ragazzina qualcosa di prezioso: il coraggio di riprendere a camminare, di sfondare l’ipocrisia, di piangere e di chiedere aiuto; quel coraggio di reagire, di affrontare il passato senza aggirarlo, di guardare al futuro anche se significa fare una scelta crudele. E Lou, piccola ma saggia, ridarà a No qualcosa che la giovane aveva perso da tempo: sperare e credere che un pizzico di umanità continua ad aleggiare nel mondo.

Un altro tema del libro, analizzato da un’ottica diversa, è quello della violenza, ma l’autrice non si ferma alla parola come sinonimo di cattiveria o a quello di aggressione fisica e psicologica, ma, svela le piccole violenze quotidiane che gli uomini si procurano reciprocamente senza accorgersene. Fa capire che la violenza può essere anche una parola non detta, un bacio non dato, un silenzio che graffia l’anima e la fa sanguinare.

… e allora penso che anche lì c’è violenza, in quel gesto impossibile che va da lei verso di me, in quel gesto che è sospeso per sempre.

La scrittura della De Vigan è semplice, diretta e perfettamente in linea con la personalità di Lou, la narratrice, come lei godibile. Anche gli altri personaggi non cadono mai nell’ovvio e la sofferenza autentica di cui sono protagonisti ne è la chiave di lettura. Si tratta di un romanzo formativo ben calibrato e dal finale dolceamaro.
Nel 2010 è stata tratta la trasposizione cinematografica dal titolo No et Moi a testimonianza del grande successo di pubblico del romanzo, in Francia e non solo.

 

Gli effetti secondari dei sogni
Delphine De Vigan
Mondadori, 2009
Pagine 208
Prezzo di copertina € 9,50

Imma Paone

Studentessa Universitaria