Il principio del male – Stefano Tura

Il principio del male di Stefano Tura (Piemme, febbraio 2016) è un thriller in cui si dipanano due storie di sangue parallele, in due diversi Paesi europei. Il giornalista e scrittore bolognese inizia narrando l’incubo vissuto da una coppia di giovani fidanzati: Marco Presti e Anna Costa. Originari di Bologna e trasferitisi in Inghilterra, nel Suffolk, in cerca di un lavoro e di una nuova vita, i due ragazzi vengono brutalmente aggrediti nel loro appartamento, che sembra essere stato messo a soqquadro da un tornado. Marco, massacrato di botte, riesce miracolosamente a salvarsi; Anna, riversa sul letto in un lago di sangue, è ormai invece senza vita.
Nessuna traccia per risolvere il caso, tant’è che, a un anno di distanza, questa sanguinaria vicenda sembra essere ormai dimenticata.
Ma la scia di sangue non si ferma, nel piccolo paese inglese, il quale ha dovuto fare i conti anche con la presenza di un killer seriale di prostitute, individuato e assicurato alla giustizia solo di recente.
Violenti omicidi riprendono a verificarsi, legati al mondo della prostituzione e dello spaccio di droga. Tali eventi si verificano in concomitanza con una campagna elettorale di una fazione di estrema destra, decisa a battersi in una lotta razziale volta a debellare gli immigrati nel Regno Unito, ritenuti responsabili del vigente degrado.

Sul posto viene inviato il detective Peter McBride della NCA (National Crime Agency), decisamente un tipo energico quanto fisicamente imponente. Con un’infanzia difficile alle spalle, egli ha dei precedenti penali per condanne giovanili: un periodo in cui faceva parte di una gang criminale di spacciatori. La sua arguzia nell’attività investigativa lo ha ampiamente portato a riscattarsi negli anni, anche se, allergico alla burocrazia, ha ottenuto risultati con metodi poco ortodossi.

Era diventato un poliziotto, illudendosi che stare con i «buoni» potesse farlo sentire adeguato. Poi aveva scoperto che i buoni erano spesso peggio dei cattivi con la sola differenza che tutti fingevano di non saperlo e le punizioni erano sempre più lievi. Tranne se eri uno che veniva dal ghetto. Quel marchio te lo saresti sempre portato addosso. E anche se tu fossi pronto a nasconderlo, ci sarebbe sempre stato qualcuno pronto a tirartelo fuori, a costo di strapparti la pelle.

La seconda indagine si svolge in Italia, dove, proprio su richiesta di Peter McBride, l’ispettore Alvaro Gerace della questura di Bologna rivede una posizione che in Inghilterra era stata a suo tempo trascurata. Assieme alla sua collega Clarissa Di Natale, Gerace sta indagando su alcuni casi di bambine scomparse in Emilia Romagna che lo hanno ossessionato, poiché secondo lui sono collegati.
Gerace e McBride riempiono le pagine di pathos. Agendo in “doppio cieco”, essi impediscono al romanzo di far scemare la tensione o di calare di tono. Sono due eroi contemporanei, che si battono, ciascuno a proprio modo, per quella giustizia che purtroppo ormai interessa a pochi. Con espedienti che esulano dalla legalità o dalle normali procedure di polizia, essi si prodigano affinché venga fatta chiarezza. In un mondo in cui i politici sono corrotti e le forze dell’ordine non spiccano certo per acume, essi si distinguono e incrociano la loro collaborazione al fine di giungere ad una verità, per quanto scomoda possa essere.

Lo stile di Stefano Tura è essenziale e segue un ritmo incalzante. Ricco di virgole, permette di metabolizzare con facilità i vari concetti, e a far in modo che non si perda la concentrazione. Si avverte la dimestichezza dell’autore nell’avere a che fare con un pubblico, grazie ad un passato di corrispondente e cronista di nera.
Per quanto il romanzo sia un thriller – quindi incentrato sui fatti –, l’autore non tralascia di esplorare i sentimenti dei personaggi e questo lo rende credibile. Scandagliare l’animo umano porta a scoperte sconcertanti, laddove si annida il male e quel principio da esso generato, che si espande a macchia d’olio e deve essere assolutamente fermato.

Il principio del male è un thriller appassionante, che sento di consigliare a chi ama questo genere letterario. A chi desidera si elabori un certo ragionamento, anziché fruire di scene “splatter”, fine a se stesse. Personalmente, attendo con ansia il prossimo episodio. Il finale mi ha dato la certezza che ci sarà presto.
Lapidaria svetta una frase, in copertina, che ormai ho fatto mia. Essa rappresenta un po’ il compendio dell’opera, e quindi va citata come una triste realtà: “Nulla è più oscuro dell’animo umano”.

 

Il principio del male
Stefano Tura
Piemme, 2016
Pagine 370
Prezzo di copertina € 18,50

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa