La notte che ho dipinto il cielo ‒ Estelle Laure

Spesso la vita ci mette a dura prova, e lo fa senza preavviso. Gli eventi si susseguono repentinamente e sono solo due le soluzioni: arrendersi o continuare a vivere con coraggio e ostinazione. Questo accade alla protagonista de La notte che ho dipinto il cielo di Estelle Laure, uscito da poco per De Agostini. Lucilla, infatti, rimasta sola con sua sorella Wrenny di soli 10 anni all’improvviso si ritrova ad accudire la sorella: la madre di entrambi va via di casa, non si sa quando torna, mentre il padre viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico perché un giorno è uscito fuori di senno mettendo le mani addosso alla moglie. Lucille è una ragazzina di 17 anni, che frequenta la scuola, che ha dei sogni, ma che assiste alla tragedia che ha visto sfaldarsi la sua famiglia. Il padre, un giovane musicista, ribelle e anticonformista, per la moglie e per la famiglia ha dovuto mettere da parte la sua passione: sentendosi soffocato un giorno  ha perso il lume della ragione. La madre, scossa dall’episodio, e ancora innamorata del marito ha deciso di sparire. Lucilla nel frattempo ha Eden, la sua migliore amica, e si innamora perdutamente di Digby, il fratello dell’amica che però è fidanzato. Insomma: amore e amicizia che non si possono gustare in maniera spensierata perché adesso lei deve badare a sua sorella, che ama immensamente.

Lucilla non si perde d’animo, malgrado l’incombenza delle responsabilità non fugge nulla, ma si rimbocca le maniche e si trova un lavoro: tra lo studio, pagare le bollette e pensare a tutti fardelli per non finire nelle mani dei servizi sociali, vive una serie di emozioni e situazioni che con coraggio e fermezza affronta da vera persona matura. Ella cresce: è la figlia che tutti vorrebbero avere, la sorella su cui tutti possono contare, l’amica che rischierebbe la vita per l’affetto che prova. Infatti a causa di un incidente, la sua migliore amica Eden scivola, batte la testa e lei si tuffa nell’acqua ghiacciata per cercare di salvarla. Durante il come avvengono una serie di accadimenti che le schiariscono le idee.

Che senso ha vivere, se non sei disposto a lottare per ciò che di vero hai nel cuore, se non sei disposto a rischiare qualche ferita?

Lucilla e Wrenny hanno un segreto che non possono rivelare, per salvaguardare se stesse, ma c’è qualche angelo che in qualche modo si prende cura di loro. Questi angeli le fanno trovare del cibo, il giardino pulito, la dispensa piena…

I segreti sono una brutta cosa. Ce li hanno tutti credo. O comunque tutti hanno qualcosa di sé che non vogliono dire, che non sono pronti a raccontare. Certe cose rimangono speciali se restano intime. Altre, invece, se continui a tenertele dentro marciscono.

La notte che ho dipinto il cielo è uno young adult che parla di famiglia, quando essa si dissolve, quando questa è il fondamento per la sicurezza interiore e l’autostima dei figli. Racconta in modo particolare di quanto è importante il ruolo della madre all’interno della casa, quando accudisce i figli con dedizione, cura e presenza. Racconta della figura del padre, che in questo caso non è esemplare perché commette innanzi tutto l’errore di sottrarsi ai doveri verso moglie e figli. E racconta di un’altra famiglia parallela, che invece è felice, che ama i propri figli ed è sempre presente per loro e che a un certo punto è costretta a soffrire per lo stato in coma di Eden. Ma Lucilla è anche profondamente innamorata di Digby, un ragazzo buono ma fidanzato. I due rappresentano l’amore che cresce senza tempo, senza misura e senza ragione…

“Esiste un uomo tanto codardo da non preferire cadere almeno una volta piuttosto che vacillare in eterno?” La maggior parte delle persone passa la vita a vacillare. Non si concedono mai di cadere, neanche di provarci. Vanno avanti a fare quello che pensano di dover fare. Non cercano mai di scoprire qual è la loro vera natura, perché significherebbe tirare fuori un coraggio che molti non hanno.

Un romanzo di formazione sembra, che ci educa alla vita e all’amore, che ci insegna a combattere e a dipingere la nostra vita coi colori più belli, perché è vero che il destino talvolta non ci aiuta o è contrario, ma è anche vero l’opposto, e cioè che se ci rimbocchiamo le maniche possiamo farcela, anche quando tutto sembra perduto per sempre… Perché siamo noi gli artefici della nostra esistenza, siamo noi a colorare il buio quando si fa fitto, siamo noi ad attendere la luce per vivere immensamente e amare senza misura. «Non andartene docile in quella notte buona. Infuriati, infuriati contro il morire della luce. Di nuovo».

 

La notte che ho dipinto il cielo
Estelle Laure
De Agostini, 16 febbraio 2016
Pagine 316
Prezzo di copertina € 14,90

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist