L’arte tolteca della vita e della morte – Don Miguel Ruiz e Barbara Emrys

Un viaggio immerso nella vita, da uno stato comatoso: è quello che fa don Miguel Ruiz che con il suo ultimo libro ci racconta una esperienza particolare, che lo vede protagonista ancora una volta ma nella forma di spirito. Egli, a causa di un infarto rimane sospeso tra la vita e la morte per alcuni mesi. Sua madre Sarita non si rassegna, lo vuole ricondurre a vivere di nuovo, e Miguel nel frattempo vive sospeso nell’aria e con la sola veste dell’anima osserva quello che accade alla sua famiglia. Si raccontano nel testo le origini di questo maestro spirituale: quando è stato concepito, le sue attitudini, i suoi incontri formativi e quanto è importante il dono della conoscenza che fa risvegliare l’autenticità dell’amore.

L’amore non ha bisogno di giustificazioni, è semplicemente ciò che siamo. Uomini e donne raramente si permettono di sentire questa forza, Conoscono l’amore soltanto come simbolo decaduto, un simbolo che dovrebbe rappresentare la vita ma che è stato corrotto da tante distorsioni del suo significato. Con la distorsione di questa parola, tutti i simboli diventano incomprensibili. I simboli diventano credenze, e le credenze diventano piccoli tiranni che esigono la sofferenza umana.

Noi avevamo già conosciuto don Miguel, avendo letto I cinque livelli dell’attaccamento, un percorso verso la libertà interiore, e Vivere una vita di consapevolezza, che ci regala preziosi consigli per raggiungere la felicità. L’ultimo lavoro è una specie di autobiografia, utile per ripercorrere tutto un processo di conoscenza, che lo ha visto nascere, crescere e quasi morire per regalare a tutti un messaggio importate: la morte non deve fare paura, l’amore deve dominare sempre. Lui vuole quasi lasciarsi andare al suo destino, ma la madre si oppone decisamente. Persino la morte del fratello non distoglie la madre dall’attaccamento al figlio più piccolo ma più prodigioso di tutti. Non è questione di particolarità tra i suoi figli che ama in egual misura, ma di forte emozione che solo una madre può sentire dentro al suo cuore. Questo forte sentimento dunque è il filo conduttore di questo libro, un amore talmente forte che riesce a riportare in vita con tenacia e preghiera un uomo da un infarto abbastanza importante.

Una relazione è un evento. Due individui si incontrano e attraggono l’attenzione l’uno dell’altro. Come ogni evento, la sua durata e la sua qualità dipendono dalla qualità dell’attenzione di entrambe le parti. Una relazione sentimentale, come ogni altro tipo di relazione, può durare per sempre. La chiave è il rispetto. Guidata invece da vecchie abitudini e drammi emozionali, un’unione fallirà, diventando un mostro insaziabile che divora l’amore e lo trasforma in migliaia di investimenti emotivi e di paure.

Miguel ci insegna ad amare fuggendo il dramma domestico, fattore scatenante di separazioni. Mentre infatti si litiga, mentre ci si strugge per il dolore che può dipendere dalle credenze costruite dalla coppia, la vita va avanti… e in questi casi tende a perdersi per sempre. Miguel durante la sua morte ci invita a ricevere la vita, ringraziandola e prosperando. Con i suoi precetti vorrebbe eroicamente distogliere la curandera Sarita a lasciarlo andare…

Il testo è un lungo viaggio, fatto di incontri con diverse persone che lasciano un segno o una buona novella al lettore, pronto a impreziosirne l’esistenza. Un libro che parla di morte ma che alla fine inneggia alla vita, un percorso importante per capire anche attraverso la cultura tolteca dei curanderos come possiamo rendere speciale la nostra conoscenza, amando e lasciandoci amare, senza macchiare con i drammi personali la quotidianità.

 

L’arte tolteca della vita e della morte. Viaggio nel cuore e nella mente di uno sciamano del nostro tempo
Don Miguel Ruiz e Barbara Emrys
Il punto d’incontro, 2015
Pagine 440
Prezzo di copertina € 16,90

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist