L’eredità di Eszter – Sandor  Màrai

Ci sono scrittori che non possono deludere, e uno di questi è Sándor Márai, autore ungherese vissuto anche in Italia, lungamente misconosciuto anche dopo la sua tragica morte per suicidio. Márai pubblicò nel 1939 un breve romanzo intitolato L’eredità di Eszter che merita certamente un posto di riguardo non solo nella sua produzione ma sugli scaffali della migliore letteratura. Márai è uno scrittore capace di penetrare a fondo nell’animo umano, nelle sue pieghe più nascoste e meno edificanti, lasciando ai lettori il senso di un’umanità fragile, egoista, mentitrice e di una vita che non può sfuggire al dolore. Quel dolore che evidentemente lo scrittore portò con sé, dentro di sé, per tutta la vita, fino alla decisione estrema.
La storia che Márai racconta, direttamente dalla voce della protagonista, si svolge in un solo giorno; in questo arco di tempo, più che riferirci fatti e azioni, l’autore analizza l’interiorità dei suoi personaggi. Dunque, tutto si riduce ad un pretesto per riflessioni di più ampio respiro e di stampo psicologico. L’incipit ci rivela che il dramma è quello che segue, ovvero la narrazione in prima persona compiuta da Eszter.
La tematica, che percorre tutto il romanzo breve, è quella relativa all’ineluttabilità del proprio destino ed alla conseguente sopportazione della vita. Nonostante Márai indugi sulla vanità delle passioni, è pur evidente che l’amore, anche se distruttivo, inconcludente e menzognero, è la sola ragione che tiene in vita Eszter.

Non so che cosa mi riservi ancora il Signore. Ma prima di morire voglio narrare la storia del giorno in cui Lajos venne per l’ultima volta a trovarmi e mi spogliò di tutti i miei beni. Rimando ormai da tre anni la stesura di questi appunti.

Sono trascorsi tre anni da quando Eszter ha incontrato per l’ultima volta Lajos, l’unico uomo che abbia mai amato nella vita, e sente il bisogno di mettere per iscritto gli eventi di quella domenica di fine settembre. Lajos è un mentitore spudorato, un fallito che però si è sempre tenuto a galla tra inganni e sotterfugi, contando sul fascino che è capace di esercitare su uomini e donne con la sua eloquenza disinvolta e i suoi sorrisi accattivanti. Così vent’anni prima aveva abbandonato Eszter ed è ritornato a portarle via il poco che le è rimasto. Vent’anni in cui Eszter ha sistemato i ricordi in un cassetto, ha riordinato i sentimenti e ha tamponato l’avvilimento di un’esistenza piatta, senza scosse, attendendo Lajos. Ma Eszter ormai conosce Lajos, è perfettamente consapevole delle sue menzogne, eppure non riesce a sottrarsi alla sua seduzione e cede per l’ennesima volta.

Tutto ciò che egli tocca perde la sua autenticità. Il suo respiro è simile alla peste, pensai, e strinsi i pugni. Non è per il fatto in sé… Che cosa potevano contare ormai nella mia vita uno o più anelli come quello? Tutto ciò che egli ha toccato si è corrotto.

L’attore principale, il miglior commediante della scena, ormai invecchiato, ma conservando sempre quella grinta indefessa che lo contraddistingue, chiede alla sua più brava partner, Eszter, di restituirgli ciò che gli spetta di diritto, al di là delle leggi morali, divine o giuridiche: lei stessa, Eszter. Tutta.

Tu sei profondamente legata a me anche se sai che non sono cambiato, che sono quello di prima, pericoloso e imprevedibile.

Lajos è forte, è il più forte di tutti, ed otterrà sempre ciò che vuole. Anche se Eszter tenta di rifugiarsi in quella feroce tranquillità che si è costruita nel tempo, anche se sia lei che Nunu sanno da quale parte si trovi la verità, celata dietro le mille bugie di Lajos, anche se è consapevole, lei, donna sola e audace, che Lajos è una «persona che inizia raccontando bugie e poi, man mano che prosegue, si riscalda tanto che scoppia a piangere; continua a mentire con le lacrime agli occhi e infine, tra lo stupore generale, passa a dire la verità con la stessa disinvoltura con cui poco prima aveva mentito». Nonostante Eszter sia in grado di riconoscere tutto ciò, è costretta ad arrendersi alla realtà: lei appartiene a lui, e non serviranno le mille parole ardenti che il suo ventre farà esplodere in faccia a Lajos nel loro ultimo dialogo, no. Lei gli appartiene, ora e sempre. Per sempre. Un romanzo breve in cui è condensata tutta la disperazione di un’intera vita.

 

L’eredità di Eszter
Sandor Màrai
Adelphi, 2013
Pagine 132
Prezzo di copertina € 8,00

 

Imma Paone

Studentessa Universitaria