Lo scrittore itinerante: Walter Lazzarin

Walter Lazzarin è uno scrittore particolare che ha scelto con la sua macchina per scrivere di recarsi in vari luoghi e scrivere per strada mentre passano molte persone. Lunedì 18 aprile, di mattina, sarà ospite al Liceo scientifico Spallanzani di Tivoli. In questa intervista si racconta.

Scrittore itinerante, come nasce l’idea?
È nata prima come idea per un romanzo. Il protagonista della mia storia era un ragazzo che decideva di girare l’Italia e di promuovere il suo libro andando di città in città, porta a porta. Ho raccolto dati e fatto conti, in modo da rendere credibile la trama. Quando ho capito che il ragazzo ce la poteva fare (benché non porta a porta), mi sono chiesto: E se lo facessi io anziché delegare un personaggio?

Cosa pensa di lei la gente che passa e la vede scrivere sulla sua macchina per scrivere?
Alcuni mi dicono che sto portando avanti un progetto bellissimo, altri mi danno del matto.

Cosa ama scrivere?
Storie cariche di emozioni: voglio che il mio lettore sorrida, rida e poi si commuova.

Cosa rappresenta la scrittura per lei?
Una via per conoscermi, una via per farmi conoscere.

Sta conoscendo molti luoghi, cosa le hanno lasciato?
Roma mi ha lasciato la voglia di viverci; Catania mi ha fatto sentire a casa; la Calabria tutta mi ha trasmesso un calore umano indicibile e Matera, a breve capitale europea della cultura, mi ha fatto capire quanto è bella l’Italia e quanto poco conosca sé stessa.

Un suo breve scritto a cui è legato di più?
Scusami Santippe,
se spesso sono stato sgarbato, se sembro scansafatiche stando sempre sulla strada, senza scopo.
Sul serio senza scopo? Sbagli, Santippe. Speculare sullo spirito serve.
– Socrate! – sai solo sgridarmi. – Smettila! Stai scialacquando secondi; stai sperperando settimane, secoli!
– Silenzio, sposa sempliciotta. Semmai si sprecano soldi sovvenzionando sofisti spocchiosi.
– Sparisci subito! – sbraitavi sabato sera. – Smamma! – strillavi sganciandomi secchiate sulla schiena.
Scocciato sgambettai sui sandali seguendo sentieri scuri, scoscesi, sdrucciolevoli; scesi sinché scorsiSenofonte spaparanzato sulla sabbia, supino sotto stelle splendenti.
– Salve.
– Saluti, Socrate, – sorpreso si sollevò su. – Stavate svolgendo sport? Siete sudatissimo.
– Sfidare sottane stressa, – spiegai schiaffeggiandolo sulla spalla sinistra, – soprattutto se si subiscono sconfitte.
– Sediamoci, – suggerì Senofonte spogliandosi, – sottomettetemi, – sfoggiava sorrisi seduttivi, – se supponete susciti sollievo.
Scusami, Santippe. Sono stato scoperto sulla spiaggia sopra Senofonte: sostengono sia sodomita, sebbene stessi soltanto seminando saggezza.
Saprai sorvolare sulla scappatella? Situazioni simili succedono se si sta stesi, sentimentalmente.
Stamattina sono stati severi sulla sentenza: sarei sia sacrilego sia sovversivo.
Suvvia scagionami, supportami, soccorrimi! Sennò sorseggerò sostanze sgradevoli, suicidandomi.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice