Cuore satellite – Pierpaolo Mandetta

Un satellite, specie se la parola viene utilizzata come aggettivo, riporta a qualcosa che “gravita intorno”. Che dipende da un’entità principale. Una sorta di “surrogato” di ciò che non è. Ecco perché quando ho letto Cuore satellite, del giovane Pierpaolo Mandetta, ho capito subito che un evento traumatico e non risolto poteva essere alla base dei problemi del protagonista.
Un passato su cui tornare e da analizzare, fino a giungere alla motivazione che ha indotto il ragazzo a sentirsi solo, nonostante, all’apparenza, non ve ne sia motivo.
Come tutti gli uomini della sua famiglia, che ad un certo punto hanno iniziato a trattare male le mogli, anche Paolo smette d’amare, e lascia il suo cuore in balìa di una tremenda angoscia. L’incipit ne offre un quadro esaustivo.

Non sono felice. In sostanza, non posso lamentarmi di niente e questo mi toglie il sonno da mesi. Ho un ragazzo amorevole, un’amica che fa la pasta in casa e un lavoro senza rogne perché faccio quello che mi piace. Quindi proprio non capisco cosa mi manchi per provare delle emozioni.

Paolo ha ventisette anni e vive a Salerno. Gestisce un negozio di fiori ed è omosessuale. La sua amica del cuore è Caterina, che ama la scrittura. Il suo ragazzo, Enzo, è davvero l’immagine del fidanzato perfetto. Allora, perché si sente così a disagio ed è incapace di apprezzare, in maniera serena, chi gli sta intorno?
Due sono le doti principali di Paolo: l’ironia e la veggenza. A tal proposito, vi assicuro che tutto quello che dice, lo afferma sempre in modo leggero e con la battuta pronta. Il libro, nonostante le tematiche dolorose, strappa più di qualche risata.
In secondo luogo, come dicevamo, Paolo vede spesso accanto a sé quel bambino che è stato, come fosse un’entità distinta. Dei due, il piccolo è senza dubbio il più coerente. Lui si è fermato a quell’età, mentre Paolo è andato avanti, ma crescendo solo nel fisico. Attraverso l’evocazione di nonne defunte e anche di qualche parente, che gli daranno una dritta sui punti in cui far luce, Paolo aprirà il suo cuore e saprà smettere di sentirsi in colpa.
Queste sono scene molto suggestive, forse le più intense del romanzo. La memoria collettiva torna al passato; a quei nonni a cui tutti siamo andati a far visita e che abbiamo trovato in pantofole, faticosamente adagiati su poltrone logore, accanto ad una stufa a cherosene, in una stanza che sapeva di chiuso. Odori che nessuno di noi ha dimenticato, un po’ come la “madeleine” di Proust.

E mentre il piccolo Paolo diventa sempre più padrone del suo destino e consapevole del passato, al Paolo ventisettenne accadono cose belle, come quella nuova storia con Leo, alla quale potrà dare il giusto valore.
Forse la colpa di ciò che ci accade non è mai del tutto nostra. Forse se non sappiamo amare è perché nessuno ce lo ha insegnato, oppure perché non abbiamo mai accettato che ognuno faccia quello che può.
Cuore satellite è un romanzo ben scritto, che consiglio a chi scava nelle parole, senza confezionare etichette. A chi è interessato sempre e solo a quanto uno scrittore abbia da dire.

 

Cuore satellite
Pierpaolo Mandetta
Youcanprint, 2015
Pagine 138
Prezzo di copertina € 9,99

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa