La femmina nuda – Elena Stancanelli

Elena Stancanelli, scrittrice poliedrica e collaboratrice di Repubblica, vanta il suo ultimo romanzo fra i dodici candidati al Premio Strega.
La femmina nuda (La nave di Teseo, 2016) raccoglie la confessione di Anna all’amica Valentina, a proposito di un periodo terribile in cui si è comportata in maniera insensata.
A distanza di tempo, Anna analizza la fine di un amore: quello per Davide, col quale è stata cinque anni. Davide ha un’altra donna, una ragazza più giovane con cui la tradisce. Anna lo scopre grazie alla chat del suo cellulare, rimasta aperta, e indagando su Facebook.
Con l’avvento della tecnologia e dei social, l’essere umano ha imparato ad esprimere il proprio dolore in maniera diversa, compiendo talvolta gesti sbagliati. Anna, ad esempio, si trasforma in una “stalker”, ossessionata dall’amante di lui. Una rivale che nemmeno conosce, e che ha soprannominato Cane, per quell’amico a quattro zampe, omonimo, che si porta sempre appresso. Il romanzo insegna quanto il corpo sia un confine ben definito, e giunga sempre in soccorso. Il mondo virtuale consente infatti di spingersi sempre più in là, per l’assenza di una struttura con cui farsi male. Anna si umilia di continuo, e sprofonda nel baratro senza più dignità. Mentre confessa tutto a Valentina, in quella che appare una lunga lettera, la donna è però consapevole. Pensa che avrebbe potuto fermarsi, e invece non l’ha fatto. Colpevolizza se stessa per quello che è accaduto, sebbene Davide l’abbia tradita e, insieme con Cane, beffata.

Paradossalmente, nel cadere sempre più in basso, il corpo diventa protagonista. Anna smette di mangiare e di curarsi. Dimagrisce; inizia a bere per stordirsi; a prendere ansiolitici. Sviene per la strada. Lei e Davide arrivano anche alle mani.
Quando trova le foto pornografiche che Cane manda a Davide, Anna si confronta e si fa mille domande, decidendo poi di andarla a cercare. Dal mondo virtuale si passa quindi a quello reale. La dimensione diventa “fisica”; Anna e Cane sono due corpi vicini, mentre lei prova vestiti troppo grandi nel negozio di abbigliamento della sua antagonista.
Forse l’età fisiologica, che preme, non si può fermare a lungo. Forse l’amore, quello che chiamavamo amore, può trasformarsi in altro. Così come nella fiaba di Amore e Psiche, dove si tengono gli occhi chiusi, perché se si aprono non esiste già più.
E fa riflettere il pensiero della protagonista, a proposito dei succhi di frutta. Una volta erano ad un solo gusto: c’era il succo d’ananas, quello d’arancia, ecc. Adesso, i succhi di frutta, sono un misto. Come quel succo Ace, in cui dentro c’è di tutto. Essi sembrano riflettere la nostra incapacità di scegliere. Così come Facebook ci induce continuamente a “schierarci”. Ma sono scelte pilotate, e la nostra libertà, non sarà troppo limitata?
A chi pensa che La femmina nuda sia il solito romanzo sulla fine di un amore, con una protagonista che perde la ragione e si deprime, dico di ricredersi.
Tante sono invece le idee, le situazioni esilaranti e le “novità”. Una storia ben scritta, con cui confrontarsi.

 

La femmina nuda
Elena Stancanelli
La nave di Teseo, marzo 2016
Pagine 156
Prezzo di copertina € 17,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa