False Flag Sotto falsa bandiera – Enrica Perucchietti

Le teorie complottiste che cercano di denunciare eventi eclatanti sotto mentite spoglie, in qualche modo, svelano verità a lungo celate e invitano in ogni caso, per chi crede e chi no, a porsi delle domande. Ma il testo che forse più di tutti pone punti di domanda ancora più agghiaccianti è quello scritto da Enrica Perucchietti, giornalista, scrittrice ed editor, dal titolo False Flag Sotto falsa bandiera. Strategia della tensione e terrorismo di stato. Di cosa si tratta?

L’avvenimento che ha diviso il mondo in due blocchi, Oriente e Occidente, così come la storia, Prima 11 settembre e Dopo 11 settembre, è l’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Una “fatalità” che ha cambiato il corso degli eventi e il modo di concepirli. In sostanza secondo quanto trasmessoci dai media, da allora siamo in pieno terrorismo, e abbiamo paura che qualcosa di grave possa precipitarsi nelle nostre vite, così come è accaduto al Bataclan, dove tanti giovani hanno perso la vita a causa degli attentatori dell’Isis. Il libro della Perucchietti però ha un’altra chiave di lettura di questi avvenimenti, a quanto pare pilotati dallo stesso Occidente, per pura egemonia e interessi economici. Come se gli Stati Uniti e nazioni affini volessero il pretesto per affermare la supremazia e avere la “giustificazione” della guerra o di attacchi “preventivi”. Queste affermazioni non sono state scritte a caso, ma dopo testimonianze di fonti giornalistiche che vanno a ritroso nella storia, fino a Nerone, provocatore dell’incendio di Roma, per ricostruirla a suo piacimento, dando però la colpa ai cristiani che in quel tempo erano perseguitati. Con lo stesso pretesto Hitler si sentì quasi autorizzato a invadere la Polonia dopo che il palazzo sede del Reichstag fu incendiato, “una montatura per far ricadere la colpa sui comunisti”.

Ecco dunque le false flag, aggressioni ricevute sotto falsa bandiera, attentati terroristici da addossare a nemici veri o inventati, contro i quali scatenare l’isteria dei propri media, che a sua volta trascina interi popoli.
Le false flag aiutano il nucleo più interno del potere a conquistare il consenso sufficiente per imporre la disciplina dettata dalla paura. […]
Quello che nel senso comune si chiama “terrorismo” è in prevalenza una forma di manipolazione di massa.

Il testo non ha peli sulla lingua, o meglio, sulle parole, perché dice chiaramente che il terrorismo che il popolo addita all’Oriente, ai musulmani, ai talebani, all’Isis, è alimentato dall’Occidente, così come è accaduto in passato a L’Avana per avere il controllo dei commerci e spingere gli spagnoli fuori, a Pearl Harbor per avere il consenso del popolo a entrare in guerra e dopo l’11 settembre 2001 come casus belli dell’attacco all’Iraq e Afghanistan, che si erano rifiutati di stipulare contratti economici per rifornimenti di petrolio. Sono effettivamente affermazioni forti. Ma la giornalista cita fonti e fa delle analisi credibili quando scrive, tra le altre cose, che Osama Bin Laden era morto già prima del ritrovamento del cadavere, perché malato di reni, del fatto che l’Isis viene rifornita da armi da paesi come l’Arabia Saudita ad esempio che fa da tramite con gli Stati Uniti stessi. Che sia tutto un complotto per generare paura tra la popolazione affinché questa accetti tutte le misure di protezione che riguardano le violazioni autorizzate della privacy e di libertà (per via dei controlli ai fini della sicurezza), che la manipolazione delle masse oggi distratte dai social network sia una strategia per renderle deboli e incuranti degli affari della politica e della economia che governano il mondo? 

La verità purtroppo non la contiene un libro, e se veramente è camuffata difficilmente riusciamo a comprenderla a tutto tondo. Sta di fatto che qualcosa di strano nel mondo accade, che i conti non tornano e che come affermava il filosofo Marcuse bisogna riappropriarsi dell’immaginazione, vittima primaria del condizionamento di massa. I potenti sanno che per controllare le masse è necessario agire sul «pressoché insaziabile appetito di distrazioni» che prova l’uomo, scrive la Peruchietti riportando il pensiero di Huxley: in questo modo l’industria dei media offre l’«irreale», ovvero una «fuga dalla realtà che obbliga l’uomo a distrarsi dalla contingenza sociale, economica e politica». Un testo che analizza dunque gli eventi della storia più eclatanti, come Pearl Harbor, la nave crociera Lusitania, gli attentati durante la guerra fredda fino al caso italiano di Aldo Moro, l’uccisione di Kennedy, il caso Enrico Mattei e gli anni di Piombo, i colpi di Stato, Gheddafi, Milosevic, le guerre in Kosovo e in Medio Oriente fino agli ultimi attentati di Parigi. Un percorso che porta a un’unica soluzione: salvaguardare gli interessi della Casa Bianca per governare e controllare il mondo.

 

False Flag Sotto falsa bandiera
Enrica Perucchietti
Arianna editrice, 2016
Pagine 254
Prezzo di copertina € 12,50

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist