Francesca Cuzzocrea: la scrittura per raccontare le fragilità umane

In quest’intervista Francesca Cuzzocrea parla del suo libro dove affronta un tema importante la demenza senile.

Mi hanno fatto sedere qui è un romanzo complesso che affronta il problema della demenza senile, come è nata l’idea di scriverlo?
L’idea di scrivere questo romanzo nasce da una necessità lavorativa. Dal 2010 lavoro, infatti, in residenze sanitarie per anziani e sempre più spesso mi capita di confrontarmi con famiglie in crisi nella gestione del rapporto con i propri cari. Mi hanno fatto sedere qui vuole letteralmente dare una voce alla patologia per renderla più comprensibile attraverso la sua protagonista, Adele.

Chi è Adele?
Adele è una figura complessa che racchiude in sé i tratti comuni delle centinaia di anziani che ho conosciuto in questi anni, questo per permettere a chi legge di ritrovare il proprio famigliare nei gesti e nelle parole della protagonista.

Tre aggettivi per descriversi?
Di getto risponderei: riflessiva, solare e pignola. Sembrano tre aggettivi contrastanti tra loro, eppure mi descrivono perfettamente. Dentro di me coesistono molte sfumature.

Tre aggettivi per descrivere Adele?
Adele è appassionata, anticonformista e coraggiosa. La sua storia è quella comune a molte donne del sud degli anni ’50. Relazioni sofferte per differenza di ceto sociale, fughe d’amore come unica soluzione possibile per avverare i propri sogni. Migrazione nel ricco Nord Italia per garantire alla famiglia un futuro migliore.

Cosa rappresenta la scrittura per lei?
La scrittura è il mio mezzo per raccontare le fragilità dell’essere umano. Non tutte le persone sono naturalmente empatiche, a volte faticano nel mettersi nei panni degli altri. Io scrivo con l’obiettivo di sensibilizzare il lettore a certe tematiche. Mi hanno fatto sedere qui è volutamente narrato in prima persona proprio per questo motivo. Nolente o volente colui che legge diventa Adele.

Uno scrittore che ama di più?
Domanda difficile. Non ho un autore preferito come non ho un libro preferito, in termini assoluti intendo. Leggo oltre 50 libri l’anno e sceglierne uno è impossibile. Adoro Jane Austen, una donna all’avanguardia, dotata di ironia e intelligenza fine. Una donna che ha talmente amato i suoi Liz e Darcy da farne l’emblema dell’amore anche nella sua vita. Non poteva accettare di sposarsi con uomo di cui non era innamorata e così è rimasta nubile fino alla morte.

Progetti futuri?
Pronta per la pubblicazione c’è una favola per bambini incentrata sul tema del lutto. In scrittura diverse bozze di racconti, devo ancora capire quale dei vari protagonisti catturerà il mio cuore per primo.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice