Il giudice delle donne – Maria Rosa Cutrufelli

Le donne pagano le tasse, hanno gli stessi doveri degli uomini, sono tenute a rispettare le stesse leggi, e allora perché non possono contribuire a farle?

Una domanda più che lecita, che si risolve in un appello alle donne affinché si iscrivano alle liste elettorali. Nessuna legge lo vieta, almeno, non in maniera esplicita.
Ne Il giudice delle donne (Frassinelli, marzo 2016), l’autrice Maria Rosa Cutrufelli riesce a parlare con tono lieve di vicende delicate e di fatti dolorosi. La storia è ambientata nel 1906 e narra di dieci maestre marchigiane che richiedono di essere iscritte alle liste elettorali. Il lungimirante Ludovico Mortara è quel “giudice delle donne” a cui il romanzo allude. Egli concede loro, per qualche tempo, il titolo di elettrici, anche se verrà cancellato nei successivi ricorsi. Attorno a questo episodio, da cui l’autrice ha tratto spunto affinché nessuno dimentichi il faticoso cammino delle donne per il raggiungimento della loro indipendenza, si alternano le vicende di Teresa e Alessandra. Teresa è una bimba, orfana di madre, che vive col nonno nella casa in cui Alessandra affitta una camera. Quest’ultima è una giovane maestra al suo primo incarico che, da Ancona, raggiunge il piccolo paese nelle Marche, Montemarciano. Nella scuola lavora anche Luigia, la coraggiosa moglie del sindaco del paese, la donna da cui parte l’idea di richiedere il diritto al voto.

Fra Alessandra e la piccola Teresa, bimba molto saggia sebbene muta, nascerà un rapporto speciale. La giovane insegnante, appena diciannovenne, avrà salva la vita proprio grazie alla sua piccola amica.
Intorno ai protagonisti ruotano personaggi secondari dal grande carisma. Per esempio Adelmo che, in un periodo storico molto complicato, prova a fare il giornalista e a comprendere le idee di queste “donne colte” che reclamano diritti e riconoscimenti; e sua sorella Lisetta, amica di Alessandra, un personaggio dolce ma troppo ingenuo e timoroso delle convenzioni.

Il romanzo riprende molte vicende storiche e rivela un’Italia, seppur ancora “giovane”, non poi così diversa da quella attuale, dove i fatti politici si nutrono di interessi e di corruzione. L’Esposizione internazionale di Milano, alla quale Adelmo aspira a presenziare, in qualità di giornalista, porta novità e progresso; così come i migranti italiani, che salpano su navi dirette in America, fanno riflettere sulle condizioni attuali del nostro Paese.
Il giudice delle donne si rivela un libro molto interessante, scritto con una prosa semplice e mai pesante, nemmeno quando i paragrafi sono dedicati alla particolare situazione politica e alla legislatura italiana di quegli anni. Un romanzo che consiglio agli appassionati di storia dei primi del Novecento, e alle timide e ancora acerbe battaglie delle donne.

Solo conoscendo il passato possiamo avere l’idea di ciò che siamo diventati e, da qui, gettare le basi per un futuro più consapevole.

 

Il giudice delle donne
Maria Rosa Cutrufelli
Frassinelli, 2016
Pagine 252
Prezzo di copertina € 18,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa

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