La battaglia navale – Marco Malvaldi

Un’indagine di polizia può essere paragonata ad una partita di battaglia navale, poiché spesso si procede alla cieca e si fanno grossi buchi nell’acqua. Però quando si colpisce il bersaglio, si sa che conviene mantenersi nelle vicinanze e battere la zona, nella speranza che sortisca qualcosa di più consistente. In sostanza, questo è l’insegnamento che Alice Martelli, il nuovo vicequestore di Pineta, impartisce a Massimo il “barrista”, da un anno il suo fidanzato. Sì, perché i vecchietti del BarLume sono tornati, con una nuova indagine che coinvolge Pineta, l’immaginaria località costiera della Toscana, un luogo dove in media si verifica un omicidio all’anno.

Marco Malvaldi è in libreria con un nuovo romanzo dal titolo La battaglia navale, edito da Sellerio, dopo il successo della serie televisiva ispirata ai suoi personaggi, andata in onda su Sky.

Il cliché è sempre il medesimo: un omicidio, la polizia che indaga, Massimo e i “vegliardi” che rimangono ai margini ma s’impicciano, fino a dare delle dritte utili alla soluzione del caso. Raramente, infatti, questi personaggi vedono cadaveri oppure si recano nelle vicinanze di una sala autopsie. Questo lo lasciano a chi di dovere. La loro indagine si articola invece per “sentito dire”, per “passaparola”. Spesso, gli attempati signori, si recano a parlare con la gente del paese, fino ad ottenere informazioni utili alle forze dell’ordine.

Il consueto commissario Fusco è stato sostituito da questa Alice Martelli, che possiede uno spiccato senso dell’umorismo, e si dimostra più tollerante nell’accettare le interferenze dei vecchietti. Le sue battute però sono esilaranti, e la donna, perennemente ritratta nell’atto di mangiare qualcosa o bere un cappuccino, ruba la scena a Massimo. Anche se, come sempre, a lui spetta l’ultima parola. La scintilla che si accende, e porta a comprendere il retroscena finale, è sempre la sua.

Massimo, in questo romanzo, non gestisce solo il BarLume, ma è socio di Aldo nel ristorante Bocacito, dove lavora anche Tiziana che, nel frattempo, è tornata con l’ex marito Marchino. Ampelio e Pilade continuano a stuzzicarsi, mentre Gino, il Rimediotti, è reduce da un intervento che gli ha tolto l’uso della parola.

L’allegra combriccola deve fare i conti con una donna, il cui cadavere viene ritrovato sul litorale di Pineta. Grazie ad un particolare tatuaggio, essa viene identificata come la badante ucraina di un’anziana signora.  Le colleghe, sue connazionali, si affrettano ad accusare il marito, considerato da sempre un uomo violento. Il caso sembra avviato alla conclusione, ma la tenacia dei vecchietti ha la meglio. Con l’aiuto del “compagno” Mastrapasqua, che delle ucraine conosce la lingua ed i costumi, l’inchiesta, iniziata male, subisce una brusca sterzata.
Nelle opere che Malvaldi dedica ai vecchietti del BarLume, l’indagine serve da pretesto per dare libero sfogo alla comicità. Il vernacolo, spesso sboccato, contribuisce a dare un senso di veridicità alle varie situazioni.
La battaglia navale è un romanzo che si legge tutto d’un fiato, nel quale ci si diverte. Le battute sono esilaranti, specie se amiamo questi personaggi e li abbiamo sempre seguiti. Personalmente, ho riso tanto.
Su tutto, riporto una battuta di Alice a Massimo. L’uomo le sta dicendo che, per la comunità ortodossa, i funerali sono considerati una cosa seria. E la sua risposta:

Mi fa piacere per loro. Noi atei, invece, trombette, stelle filanti e gavettoni alla vedova, lo sanno tutti.

Forse mi diverto con poco, ma sto ancora ridendo.

 

La battaglia navale
Marco Malvaldi
Sellerio, 2016
Pagine 180
Prezzo di copertina  € 13,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa