Cosa pensano le ragazze – Concita De Gregorio

L’universo femminile è misterioso, ma affascinante come pochi. Forse perché le donne sono meno “lineari” nei loro pensieri; più complicate e contraddittorie. Sono come una millefoglie – per citare un esempio del libro – a cui si possono aggiungere tanti strati. La capacità di dare attenzione è tanta, mentre la concentrazione dell’uomo è come un profiterol, che più di tanto non può crescere in altezza: può solo espandersi alla base. Ovvio, senza volere generalizzare e senza cadere in questo grave errore, perché le persone non sono delle categorie. Eppure, questo breve libro “collettivo” di Concita De Gregorio, in cui nell’arco di due anni ha raccolto interviste a donne dai 6 ai 96 anni, permette di compiere un viaggio, frizzante e genuino, nell’universo femminile. Porta a comprendere il perché le donne costruiscano di continuo, mentre gli uomini fuggano quando sentono parlare di progetti. Più legati al contingente, essi preferiscono utilizzare e mettere a frutto quel che già hanno.

«Una sinfonia di voci raccolte davvero, ascoltate davvero: occhi visti con gli occhi, risate e lacrime, confessioni e segreti. Un’orchestra di strumenti diversi, una sola musica. Da questo coro di parole sono nate le mie storie: prendono occasione dalla realtà ma si aprono alla libertà di immaginare, da un frammento di verità, vite e mondi».

Cosa pensano le ragazze (Einaudi, 2016) diventa quindi molto più di un titolo. Si trasforma in un vero e proprio quesito. Cosa pensano le ragazze? A proposito dell’amore, della vita, del lavoro, dell’istruzione, dei figli. Del loro paese d’origine che, molto spesso, hanno dovuto abbandonare, essendo l’Italia ormai una comunità multietnica. Cosa sognano le ragazze? Cosa auspicano, per se stesse? E, rivolto a quelle non proprio più “bambine”, cosa ricordano del loro passato?

Potendo, chi farebbero tornare in vita per un ultimo appuntamento? E qui subentra la figura dei nonni, surrogato di quei genitori lontani. Dolci ricordi che si perdono nel rimpianto di non poterli più rivedere. Come quel nonno che, guardiano in un parco, inventava ogni giorno mille storie alla sua nipotina, facendo dei visitatori dei veri e propri personaggi con tanto di trame. Oppure nonna Esa, che insegnava ai nipoti a falciare il prato, e in tarda età aveva trovato l’amore.

«Nella casa di montagna di nonna Esa ci sono certe foto bellissime di lei e Vittorio in vetta, se le sono fatte da soli col cavalletto e l’autoscatto, meravigliose proprio. Io non ho mai visto due persone guardarsi negli occhi come loro. Ancora adesso, ancora oggi. Quando vedo come si guardano sento quasi come un imbarazzo, un pudore e penso che bisogna abbassare gli occhi perché abbaglia, quando ha quella luce, l’amore».

L’opera si articola in cinque parti. Ogni intervista è un breve capitolo, il cui titolo è dato da una sola parola. Una voce, facile da consultare. Trentotto brevi testimonianze, che racchiudono un’intera esistenza. Ciascuna col suo registro linguistico, a seconda dell’intervistata. Episodi sui quali l’autrice, giornalista e scrittrice, inviata per il quotidiano la Repubblica, ha potuto agire operando anche di fantasia. La realtà, che queste “ragazze” mettono in scena ed evidenziano, è quella dei giorni nostri, dove i giovani rimangono vittime del bullismo, della prostituzione che promette soldi facili, dell’indifferenza dei genitori, troppo occupati a vivere la propria vita.

Uno spaccato d’Italia al femminile, insomma, che forse non aiuterà totalmente a comprendere l’universo del gentil sesso, irraggiungibile e di per sé troppo complesso. Ma sicuramente una lettura scorrevole, che appassiona e fa commuovere per la sua disarmante sincerità.

 

Cosa pensano le ragazze
Concita De Gregorio
Einaudi, maggio 2016
Pagine: 138
Prezzo di copertina € 16,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa