Sotto un altro cielo – Claudio Volpe

In un momento in cui, nonostante stiano sbocciando realtà diversificate che fanno esplicitamente della narrativa breve il loro punto focale di attenzione, sembra difficile per le raccolte di racconti ottenere l’attenzione che convogliano su di sé romanzi sempre più accattivanti e studiati, dalle copertine visual, alle poche incisive parole che sintetizzano trama-contenuto e successo di vendita, ai veri e propri trailer a effetti speciali, un gruppo di scrittori di particolare sensibilità ha scelto di partecipare a un progetto narrativo e comunicativo di grande valore umano, sfociato nella pubblicazione a cura di Claudio Volpe del libro Sotto un altro cielo (Laurana Editore, 2016), che raccoglie i racconti di Dacia Maraini, Giampiero Rossi, Gianfranco Di Fiore, Renato Minore, Francesca Pansa, Pierfrancesco Majorino, Simone Gambacorta, Claudio Volpe, e i contributi di Paolo Di Paolo, Michela Marzano e Alessandro Di Meo, autore tra l’altro dello scatto in copertina.
Il filo conduttore di Sotto un altro cielo è la tematica dell’altro, del migrante, dell’individuo in minoranza, dell’esule in terra straniera: e quindi quella esistenziale prima che sociale del confronto di culture, della varietà dei punti di vista, del valore dei vissuti personali.
Quanto è difficile oggigiorno orientarsi in situazioni dove integrazione, multiculturalità, accoglienza, difesa dell’identità, sono concetti sempre più spesso strumentalizzati a tal punto da confondere irrimediabilmente i piani di comunicazione? Quanto è difficile alla luce di tragici e recentissimi eventi che hanno coinvolto il mondo nella sua globalità prendere una posizione lucida? E quanto è difficile riconoscere i volti di città, paesi, tessuti urbani profondamente modificati, o anche solo vincere una diffidenza che il clima di tensione internazionale sta solo alimentando?

«Bisognerebbe partire dall’ignoranza. Da ciò che non sappiamo, da ciò che non capiamo. È l’unico modo per rompere l’inganno degli stereotipi e dei pregiudizi, per mettersi al riparo dal rischio della presunzione.»

Questa è la risposta che gli autori del libro propongono, provando a mettersi grazie allo strumento della scrittura nei panni di altri, altre persone, persone con nomi, vite, esperienze, tradizioni, provenienze diverse dalle nostre ma con la stessa aspirazione a trovare un proprio posto nel mondo e a realizzare un progetto individuale e collettivo che possa comprendere la felicità.

«Ognuno di noi aveva il diritto di raccontare e ascoltare una storia diversa. Capii che l’unico strumento a mia disposizione era la scrittura così come mi fu ben chiaro che la realizzazione del progetto che avevo in mente avrebbe richiesto un’energia condivisa.»

Ecco allora la storia di un bambino migrante approdato senza vita su una spiaggia dopo un traumatico tentativo di traversata (Dacia Maraini), la coloratissima e splendidamente descritta vicenda di Shankar, autista indiano che fugge in Italia per cercare lavoro salvo poi rendersi conto che ha vissuto in un’illusione (Giampiero Rossi), il sorprendente “2 atmosfere“, storia d’amore ai margini tra il giovane bracciante Adil e la più anziana e italiana benzinaia della Statale 18 (Gianfranco Di Fiore), la storia della bella Leonie, madre di famiglia proveniente dal Congo e sempre in fuga, il cui corpo “adesso sta immobile sulla spiaggia dell’Arenella, tra i sassi neri di Pantelleria“ (Francesca Pansa), e ancora il virtuosistico “Latte appena macchiato“, dove Simone Gambacorta affronta il tema dell’ancora esitente tabù in certi ambienti riguardante relazioni con persone dalla pelle di un altro colore, sino allo scioccante “Donne di ferro“, ove si compie un’incursione nella drammatica situazione femminile all’interno dello Stato Islamico (Claudio Volpe).

Di valore pari ai racconti qui raccolti è la sezione “Un’altra vita. Contributi“, che sembra quasi voler completare e approfondire, in chiave saggistica, la sfaccettata panoramica offerta tramite le narrazioni. Sono considerazioni a firma di Paolo Di Paolo, Michela Marzano e Alessandro Di Meo, in tono assolutamente discorsivo e personale, volte a contestualizzare o porre all’attenzione del lettore storie e situazioni poco conosciute.

«I giudizi più cattivi vengono da chi non si è mai dovuto interrogare sulla lingua in cui ama. Confrontato sempre e solo alla madrelingua. Nonostante l’amore, quello vero, ci costringa sempre a imparare la lingua altrui, e a confrontarsi con l’alterità e con la differenza.»

Sono parole che nascono da pensieri circostanziati, ma passibili di essere ampliati sino a comprendere concetti e problematiche davvero molto vasti: come quello estremamente vitale del dialogo con il diverso, dall’uomo affrontato nei secoli e nei millenni con esiti non sempre positivi, e oggi quantomai degno di tutta la nostra cura, il nostro coraggio, la nostra intelligenza.

 

Sotto un altro cielo
a cura di Claudio Volpe
Laurana, 8 aprile 2016
Pagine 178
Prezzo di copertina € 14,00

 

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore