L’imperfetta – Carmela Scotti

Un pugno allo stomaco, che si prolunga nel tempo a piccole onde concentriche, e ogni tanto rilascia dolore. Questo per me è L’imperfetta (Garzanti, 2016), romanzo d’esordio della siciliana Carmela Scotti, finalista al premio Calvino. La giovane Catena Dolce – quindici anni appena – è nata nel secolo sbagliato. Lei, vitale e curiosa, vede finire tutto alla morte del padre Giovanni, colui che le ha trasmesso l’amore per i libri e per la botanica.

«Nel momento in cui chiuse gli occhi, io, sua figlia Catena, dissi «padre» per l’ultima volta, perché la parola moriva con lui. Prima, quando mio padre viveva, tutto iniziava, accadeva e finiva. Dopo è stato solo un precipizio, un tempo spaccato, come il fuoco d’artificio nella notte, in mille pezzi e poi più niente.»

I libri curano le ferite dell’anima, così come quelle piante che Catena conosce ad una ad una, in grado di guarire molte malattie. Ma in una Sicilia ottusa e retrograda di fine Ottocento, impregnata di antiche superstizioni, non c’è spazio per una donna acculturata. Tutti gridano alla strega, e così Catena viene contrastata in tutto quel che fa. E, alla morte del padre, una madre che non l’ha accudita, perché troppo le ricorda il coniuge mai amato, la costringe al lavoro nei campi; mentre uno zio che ha sostituito il capofamiglia anche nel letto padronale, la insidia ovunque, riservandole trattamenti che mai nessun familiare dovrebbe.

«Dopo la morte di mio padre, mia madre insegnò alle mie sorelle a cucire e a ricamare, disse che dovevano dimenticare il passato, che i libri erano faccenda da diavoli. Io ero la figlia perduta, l’erba gramigna, la «malanova» della casa, una disgrazia.»

Per questo, stanca di avere paura e di essere trattata come una bestia, Catena si ribella e si macchia di un delitto. La sua libertà sarà nel fitto di un bosco, dove si nasconderà a lungo. Ma la libertà è un atteggiamento mentale, quindi, seppur in catene, ella si rivela una giovane donna libera e forte, che nel ricordo di chi ha amato prende la forza per andare avanti.
Giorni di stenti, sono quelli narrati da Carmela Scotti. Alla sua giovane protagonista viene inflitta tanta violenza, da persone che si approfittano di lei. Gente che dovrebbe proteggerla – non ultime le forze dell’ordine – gioca invece al massacro, fingendosi spaventata. Consolazione e atti di vicinanza vengono dagli esseri puri, quali i bambini e i cani, che rimangono al suo fianco e confidano in lei.

Lo stile dell’autrice è volutamente ridondante, a bloccare la lettura. La sensazione che si ha è che ella, fino alla fine, non voglia lasciarci andare, poiché costante deve essere la nostra attenzione sulle torture inflitte a Catena, sia fisiche che mentali. Ma quanto può sopportare un essere umano? Ci si chiede. Tutti cercano di ucciderla, ma lei non muore mai. E ad un certo punto, anche il lettore, esausto, spera che finisca la sua lunga agonia. Basta con questo strazio: con questa forte autocommiserazione. Per poi riscoprirsi a commuoversi e a patire all’infinito per le sorti della ragazza.

Quando in Sicilia scoppia il colera, la “strega” utilizza tutte le sue armi per avere un pezzo di pane e un tetto sopra la testa. Una casa che non sia nella corteccia di un albero. Cura i malati, ma non è sufficiente. Il tempo è tiranno, e l’uomo ingannevole. E nelle carceri femminili della Sicilia del periodo, la condizione è tutt’altro che rosea. Giusto il tempo di un vagito, per rimescolare il sangue a nuova vita, e il dramma di Catena si compie.
Con un linguaggio “strappato” al mondo della poesia e un racconto “faticoso”, sia per chi narra che per chi legge – ripeto, la cosa è voluta –, Carmela Scotti ha dato origine ad un romanzo “ruvido”, che graffia l’anima. E, nonostante abbia fatto appello ad un altro secolo e ad una civiltà ormai lontana, in realtà ha presentato uno spaccato di storia della donna sempre attuale. Nell’Ottocento come oggi, sono ancora le donne ad avere la peggio. Vittime di violenza e pestaggi, è come se esse non avessero mai smesso di essere messe al rogo.

 

L’imperfetta
Carmela Scotti
Garzanti, 25 agosto 2016
Pagine 194
Prezzo di copertina € 14,90

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa