Utero in affitto – Enrica Perucchietti

In un mondo in cui anche gli affetti vengono mercificati non ci sorprende neanche più che la vita umana perda il valore morale cui siamo abituati per divenire merce di scambio proponibile all’acquirente che offre maggiore denaro. Parliamo di bambini, di fabbrica di bambini, un business da svariati milioni di dollari annui. Bambini che prima o poi potranno essere “comprati” anche al supermercato, in base alle preferenze dei genitori interessati. Le premesse di fatti ci sono tutte, l’ultima moda riguarda l’affitto dell’utero, una fecondazione artificiale che permette di far nascere degli innocenti per puro egoismo umano. Di madri surrogate e del grande mercato che gira attorno a queste persone che forse più che carnefici sono vittime del sistema, ne parla la giornalista Enrica Perucchietti che abbiamo intervistato e che conosciamo per le diverse pubblicazioni come False Flag –, nel suo saggio Utero in affitto, dove specifica con degli studi approfonditi le derive dell’eugenetica, gli interessi delle lobby, i retroscena che portano alla fabbricazione di bambini, che altro non sono che una nuova forma di schiavismo.

«Giovani donne economicamente disperate si sottopongono per denaro a devastanti bombardamenti ormonali ai fini della produzione massiva di ovuli. Per poche centinaia di dollari rischiano letteralmente la vita. Pubblicità ingannevoli girano anche sui social network tipo Facebook: “Se sei alta, attraente e magra… e hai il desiderio di aiutare qualcuno, fai la differenza, dona i tuoi ovuli”.»

Molte ragazze spinte dal denaro e anche dal messaggio altruistico senza alcuna visita preventiva che accerti patologie cominciano la rincorsa ad assumere ormoni per stimolare le ovaie, scrive Marcello Pamio nell’Introduzione al libro. Così può anche accadere che la nonna partorisce il nipote, la sorella il fratellastro ecc. e ci si innesca in un meccanismo in cui chi paga è portatore di ragione.
Che la “famiglia tradizionale” è in crisi ormai è chiaro, di fatto non si lotta più per incentivarla, ma che per tenerla buona si debba procedere con l’approvazione di modelli alternativi dove i figli diventano ingranaggio e vittime di essa forse dovrebbe farci pensare, perché non si tratta di voler vivere il presente, ma bisogna un attimo ragione per/in funzione del futuro che a queste condizioni si tinge di orrore.

Secondo la Perucchietti oggi sta avvenendo quello che aveva profetizzato Noam Chomsky con il principio della rana bollita, secondo cui se un cambiamento si effettua in maniera graduale sfugge alla coscienza, nessuno se ne accorge e si finisce per accettarlo senza alcuna reazione di opposizione. E sono tanti i filosofi e gli scrittori di una certa fama che hanno predetto la manipolazione mediatica, da Karl Marx, George Orwell ad Aldous Huxley. Eppure oggi stiamo arrivando in maniera graduale al controllo della persona fino a venderla per soldi. La giornalista, nel suo saggio, dove sono presenti anche degli interventi di Diego Fusaro, analizza il dibattito della maternità surrogata in Italia (dalla legge 40, al proibizionismo, fino al caso Vendola) e anche negli altri paesi come in Francia, dove la Carta di Parigi ha diviso le femministe.
In sostanza l’utero in affitto viene anche proposto come una pratica emancipativa, di fatto però, se leggiamo il testo in questione, che vede oltre, che guarda al futuro, che denuncia il mercato low cost in Ucraina e in india, questa realtà ingabbia anche dal punto di vista psicologico.

«Il mantra del Love is love dura finché il capriccio del committente non si scontra con un “difetto di fabbrica”. Se ad esempio il bambino nasce malato o con qualche malformazione, essendo stato concepito a priori come una merce, viene rimandato indietro al mittente, cioè alla madre surrogante».

Enrica Perucchietti non le manda a dire, anzi rafforza la sua presa di posizione, inserendo nel suo saggio anche articoli di alcuni psicologi (come ad esempio Paolo Crepet) tutti concordi nelle imprevedibili conseguenze psicologiche per un bimbo nato da un utero in affitto. Insomma che stiamo mercificando la natura è chiaro, come anche è chiaro che il rapporto che si crea tra una madre e un figlio nato “regolarmente” è indissolubile e meravigliosamente inspiegabile. Spezzarlo, modificarlo, mercificarlo non potrà mai portare a qualcosa di buono.

 

Utero in affitto. La fabbricazione di bambini, la nuova forma di schiavismo. I retroscena della maternità surrogata, dalle derive dell’eugenetica agli interessi delle lobby
Enrica Perucchietti
Revoluzione, giugno 2016
Pagine 160
Prezzo di copertina € 12,90

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist