Le religioni non sono mai esistite – Idra Felix

Idra Felix sostiene che la mente umana nel momento in cui smette di percepire l’unità cosmica cessa di rappresentare l’universo, infatti essa non si percepisce più ad immagine e somiglianza del creatore. Dopo l’invenzione del Totem primitivo, come espressione del Dio simbolico, l’uomo escogita le divinità alle quali delega il compito di legare fisicamente il suo corpo al cosmo. Il vuoto cosmico, creatosi nella mente umana, genera negli individui paura, come quella provata dallo scoccare del lampo e del tuono e successivamente dagli spiriti, come elementi indipendenti dal corpo, ma che potevano entrare ed uscire, quale forza eterea pensante, e generare nell’essere sicurezza e certezza per coprire il vuoto mentale che si era venuto a creare. Fu così che nacquero le prime divinità e con esse le religioni che, secondo Idra Felix, non sono mai esistite come tali, come sorgente di spiritualità, ma come fabbriche di cose materiali che scrutando i bisogni dell’uomo li strumentalizzarono e con esse tutta l’umanità, sino a dividerla e metterla in guerre, sia “sante” che “profane” e così dominarla, adoperando la strategia della locuzione latina Divide et impera.  

Sesso, sicurezza e agiatezza erano i bisogni primordiali e credevano che il loro soddisfacimento dipendesse dalla volontà divina e che quando ciò non era possibile, nella mente, riaffiorava la paura. L’ignoto ebbe il sopravvento e assunse rilevanza tale che ognuno si creava il proprio idolo e, spesso, più di uno. C’era quindi chi sosteneva la diversa provenienza dell’uomo, dal mare, dalla terra, dall’aria o dalla trasformazione della scimmia, nessuno però si accorgeva che una qualsiasi di queste ipotesi è già integrata nel cosmo e la differenza sta solo nelle forme degli esseri esistenti sulla terra, flora e fauna, che sono differenti dagli esseri umani, unica civiltà giunta fino ai nostri giorni.

La flora e la fauna dipendono, come l’uomo, dall’ossigeno, muoiono allo stesso modo ma non hanno la stessa intelligenza, compiono il loro ciclo senza un lavoro comandato e mentre l’uomo per sopravvivere è costretto a fare un lavoro stabile, al punto da credere che la propria crescita dipenda dalla trasformazione dei beni materiali e il suo spirito dalla divinità. Quest’opera anonima, Le religioni non sono mai esistite…Le loro conseguenze sì è suddivisa in XXVII capitoli, l’autore ignoto ha come pseudonimo Idra Felix. Il lettore viene coinvolto dal fascino di questo racconto ma è sorpreso dalla tesi secondo la quale Dio è stato creato dall’uomo all’interno della propria mente, cosicché l’ordine della natura e il posto che in essa occupa l’uomo viene stravolto, facendo apparire l’evoluzione umana e la stessa creazione come l’organizzazione dell’improbabilità dei principi della natura stessa, perché violati e manipolati dalla mente umana, in conflitto con la questione ontologica dell’essere, quale rapporto fra “io e mondo”, in quanto afferma che il fatto di pensare un oggetto dimostra per ciò stesso la sua esistenza. (logica di non-contraddizione).

L’autore invita anche a leggere il libro con lo stesso rigore con cui l’ha scritto e, quindi, accettarlo per “semplice constatazione”. Non chiede confronti in quanto crede che qualsiasi discussione possa infrangersi sulla furbizia dei fideisti, i quali non permettono alcun dibattito che veda distorcere i principi delle loro divinità, giungendo, così, alla conclusione che l’uomo non fa parte dello scenario del palcoscenico delle leggi della natura. Apparentemente sembrerebbe un pensiero statico ma si ritrova in esso sia il ragionamento che l’immaginazione. Nel ragionamento si trovano varie idee per giungere ad un risultato funzionale, come pensiero convergente, ma chiuso, perché giunge ad una sola risposta, come se le religioni non esistessero, oppure le religioni esistono perché Dio esiste, come pensiero divergente, invece aperto, perché richiede non una ma più risposte al problema, «qual è il volto di Dio, visto che nessuno l’ha mai visto, è possibile avere un suo volto solo, con la stessa identità?» Le risposte sono di carattere creativo e, seppur divergenti fra di loro, aiutano ad avvicinarci alla verità.
Si nota anche che la caratteristica di questo pensiero è l’immaginazione, che non avendo schemi prefissati, e superando quest’orizzonte, si giunge alla fantasticheria, la quale supera i limiti della realtà e lascia il pensiero libero. La fantasticheria nasce, quindi, dalla scontentezza e dal desiderio di cambiare le cose e viverle per soddisfazione personale. È così che l’autore ci ricorda l’esperienza galileiana, gli abortisti e gli antiabortisti, i divorzisti e gli antidivorzisti, Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America, gli indigeni americani uccisi perché considerati senz’anima, le donne in carcere che procreavano fuori dal vincolo matrimoniale, ma che, col passare degli anni, tutto viene depenalizzato e tutti riammessi senza poter cancellare gli orrori fatti e senza chiedere scusa a nessuno.

«Ecco perché, se vuoi cambiare il mondo non cambia nulla mentre se cambi te stesso si modifica il tuo mondo.»

Questa è la ragione per cui l’autore attribuisce alla mente umana la prima fioritura della divinità o delle divinità, come se l’umano e il divino si sciogliessero nella stessa coppa e la conclusione, quindi, che la religione non è mai esistita. Egli attribuisce all’uomo l’ideazione dell’inferno e del paradiso come conseguenza della formazione mentale di Dio. Con questa struttura egli manipola, durante tutta la vita ed oltre, il peccato che lo rende prigioniero di se stesso. Nel frattempo si autoproclama Dio, gestione di un Dio somigliante al dio denaro, che governa in modo materiale alla stregua di un’azienda privata.

Se le religioni non sono mai esistite, come afferma l’autore, ed esse portano a qualcosa che non è, che non c’è, che non si vede, che non si tocca, che non si odora, che non si percepisce, cioè qualcosa priva di ogni determinazione, per l’uomo l’entità priva di determinazione è inesistente, non lo è invece Dio in quanto non è privo di determinazioni. In questo modo essere inesistente non vuol dire non essere, perché non è dimostrabile e se, per assurdo, si potesse  dimostrare qualcosa che non esiste, la qualcosa non potrebbe essere collegata a niente, nemmeno a conseguenze infauste. Per Idra Felix  le conseguenze ci sono e sono nella storia dell’umanità, è così che traccia una specie di ricongiunzione fra divino e umano, dove l’uomo è prigioniero di se stesso e ha così creato l’inferno e il paradiso sulla terra, l’espiazione, la dannazione, i sensi di colpa, le ingiustizie li percepisce finché é in vita, dopo la morte il corpo si dissolve e l’anima non avverte dolori. L’insieme di tutte queste vicende fanno la storia del nostro pianeta e di un processo evolutivo di oltre 200 mila anni, la “resurrezione” per quelli che appartengono al passato è già avvenuta.

«Così, anche se si è fatto credere che la parola “resurrezione” sia di proprietà esclusiva delle religioni, il meccanismo, in pratica, vale per tutte le persone viventi sul pianeta, indipendentemente dal colore della pelle e dalla posizione geografica, politica e religiosa. Nessuna organizzazione, però, sponsorizza la resurrezione in questo modo, tantomeno alcune religioni che se ne addossano i privilegi inducendo a credere che sia l’appartenenza a quel gruppo a procurarla e che questo sia opera della divinità.»

In conclusione possiamo dire che mentre Feuerbach asserisce che l’uomo ha creato la religione in risposta alle paure generate dalla dipendenza della natura, Idra Felix vuole dimostrare che rompendo il legame “essere umano, natura, incertezza” sarà facile disfarsi della religione. La  falsa identità dell’autore però non lo colloca fra gli “inesistenti” o in colui che cerca un Dio che non ha,  la sua è una libera esperienza, intimamente apprezzabile, che non si esaurisce in una analisi introspettiva…

 

Le religioni non sono mai esistite… Le loro conseguenze sì
Idra Felix
Facs edizioni, 2016
Pagine 173
Prezzo di copertina € 8,99

 

 

Franco Santangelo

Critico e Storico