L’imperatrice del deserto – Anne Lise Marstrand-Jørgensen

L’imperatrice del deserto della scrittrice danese Anne Lise Marstrand-Jørgensen (Sonzogno, settembre 2016) è la storia romanzata della regina di Saba e di re Salomone, a partire dalla loro nascita fino ad arrivare alla loro conoscenza e anche oltre. Nonostante l’ottimo lavoro di ricostruzione svolto dall’autrice, non possiamo considerare questo corposo scritto come un romanzo storico, per via delle tante incertezze che sussistono sulla reale esistenza di questa regina, e le varie interpretazioni che ne danno le diverse religioni. Di lei parlano la Bibbia, il Corano e il Kebra Nagast, ovvero l’antico libro della sapienza etiope, fonti di studio per l’autrice.

«La terra ha una ferita, e ancora non si chiama Etiopia. Un triangolo di deserto a nord-est, il fiume Awash che si secca prima di raggiungere il mare, sorgenti sulfuree, vulcani, profluvi di lava. Placche tettoniche cozzano e si respingono, a vibrare il coltello è la crosta terrestre. Più di tre milioni di anni fa, era tutta foresta, e ci vivevano le madri e i padri dell’umanità. Da allora, solo le genti più torve e dure sopravvivono nelle fauci dell’inferno.»

L’imperatrice del deserto è un romanzo piuttosto lungo, dato che sono ben 490 pagine. Un racconto biblico che si presenta come un susseguirsi di eventi, meticolosamente descritti, dove pochi sono i dialoghi. La copertina, sui toni del viola, del giallo e del rosa, sembra uscita da una novella di “Mille e una notte”, dove una luna, magica in cielo, rischiara il cammino fra le dune del deserto.

Nel Corno d’Africa il nome di Makeda furoreggia fin da quando lei, futura regina di Saba, è ancora una ragazzina temeraria, impegnata in una lunga ricerca del padre, incurante dei pericoli che riservano i territori in cui è nata. La leggenda vuole che Makeda, una volta divenuta donna, abbia deciso di testare la saggezza di re Salomone, terzo re d’Israele, successore e figlio del re Davide, il cui regno è datato circa dal 970 al 930 a.C.

Salomone, la cui esistenza nei primi anni di vita è narrata dalla madre Betsabea, abita in un gineceo fatto di mogli e concubine, che si rivela un terreno insidioso per la regina di Saba. Fra i due scatta una forte attrazione, sebbene la donna abbia paura di perdere la propria indipendenza e sia restia a lasciarsi andare, per via di questioni sempre da addurre alle sue indomite origini. Makeda e Salomone sono due figure autorevoli e desiderose di espandere il proprio potere, eppure totalmente diverse fra loro. Essi regnano su territori distanti, aventi differenti religioni. Dal loro incontro, che darà in frutto il figlio Menelik, si intravede un possibile futuro per il regno di Saba, sebbene effimero e sfuggente.

«Ai piedi del trono Makeda resta immobile, le mani intrecciate sul petto, nera come la notte. Salomone declama il suo saluto. La donna ha capelli che sembrano lana, un giaciglio morbido e cedevole. È solo un sogno, pensa il sovrano, ora svegliati, parla, sii il re che sei.»

Per chi ama la narrazione epica, intrisa di mistero e di avventura, questo si rivela un testo estremamente interessante, poiché racconta la storia di un popolo, con le sue tradizioni. Ma per chi, come me, nei romanzi ama invece ritrovare anche quella parte di pathos che esula dalla mera storia, alcuni passaggi possono risultare un po’ pesanti, poiché elencati come farebbe un libro scolastico. La prosa mi è parsa un concitato susseguirsi di vicende e di descrizioni particolareggiate, scevra di quella parte che coinvolge a livello emotivo. Quella che era apparsa, complice la copertina, come una favola, si è rivelata in realtà un’eterna parabola.

 

L’imperatrice del deserto. La leggenda della regina di Saba e del re Salomone
Anne Lise Marstrand-Jørgensen
Sonzogno, settembre 2016
Pagine: 490
Prezzo di copertina € 19,50

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa