La vedova Van Gogh – Camilo Sánchez

 

Lo scrittore argentino Camilo Sánchez, anche giornalista e poeta, rivaluta una figura femminile fino ad ora rimasta nell’ombra, ovvero colei che ha salvato il grande pittore impressionista Vincent Van Gogh dall’oblio. La vedova Van Gogh (Marcos y Marcos, settembre 2016) è Johanna Van Gogh-Bonger, moglie dell’amato fratello Theo, al quale il pittore fu legato tutta la vita da un affetto particolare, atteggiandosi in qualità di mentore, sebbene egli vivesse in assoluta povertà e fosse proprio il fratello minore a provvedere al suo sostentamento. Quello stesso fratello che non ha saputo reagire alla morte di Van Gogh, quando, il 27 luglio 1890, si è sparato un colpo di rivoltella in pieno petto ad Auvers, lasciando questo mondo solo dopo due giorni interi d’agonia.

Johanna è una giovane moglie, con un figlio piccolo al quale ha dato il nome del cognato pittore, Vincent, e un marito che fino ad allora ha sempre provveduto a loro. Ma dal giorno della morte di Van Gogh, morto appunto suicida, le cose cambiano. Theo cade in una sorta di depressione che presto lo paralizza anche nel corpo, e di lì a poco, lo porta a seguire la triste sorte del fratello – per l’esattezza, muore soltanto sei mesi dopo. Johanna ha un bambino di appena un anno e, nonostante il dolore per la morte del marito, cerca di reagire. Da Parigi, dove viveva con Theo, torna in Olanda dai genitori. L’assidua lettura delle lettere che Van Gogh scriveva al fratello, conservate gelosamente da quest’ultimo in un bauletto di rovere, le faranno rivalutare quella figura sui generis che era il cognato, da lei conosciuto soltanto per quattro giorni, quando quest’ultimo era andato a trovarli nella loro casa di Parigi. La figura tormentata di Vincent Van Gogh esce subito di scena, all’inizio della storia, ma aleggia ed è coprotagonista, insieme con Johanna, di tutta l’opera. La narrazione trasuda della sua carismatica presenza. La giovane vedova scopre che il famoso pittore, era prima di tutto un poeta, che cercava di mettere sulla tela non quel che vedeva, bensì tutto quello che poteva donare un’emozione. Che descriveva ogni suo quadro attraverso una prosa raffinata e suggestiva.

«Nella distanza infinita di un crepuscolo, un sentiero di terra nera circondato da brughiera selvaggia, e un cielo così lilla che non tollera alcuna analisi.»
(da una lettera di Van Gogh del 1883)

Johanna, con l’aiuto del facoltoso genitore, ristruttura una casa di campagna e ne fa una piccola locanda, per garantire un reddito a se stessa e al figlio. Dei seicento quadri che il pittore ha prodotto in vita, ne sceglie circa duecento, coi quali adorna le pareti della sua nuova abitazione. Li fa arrivare direttamente dalla Francia, per mezzo di un amico comune. Presto impara a trattare con mercanti e critici d’arte, e ad organizzare mostre dove il genio di Van Gogh, che mai è stato apprezzato quando era in vita, inizia a decollare.
La vedova Van Gogh ci ha restituito la grandezza del pittore dei girasoli e dei cieli stellati. Grazie a lei, oggi possiamo ammirare questi capolavori che all’epoca giacevano dimenticati nei ripostigli dei borghesi o venivano utilizzati come tavole per coprire i buchi dei pollai.

«Con Gauguin perso nei suoi viaggi in Martinica e Toulouse-Lautrec sempre più dedito ai bordelli, Johanna sa di essere l’unica persona, al di fuori del cerchio di fuoco dei familiari di Van Gogh, a tenere insieme l’eredità segreta dell’artista: le lettere e i quadri. Frecce con la punta di miele.»

Il temperamento irruento di Vincent Van Gogh, che in vita interpretò male anche quei pochi pareri positivi che ebbe dalla critica, e che soffrì a lungo per la sua figura di genio bistrattato, è notorio fin dalla notte dei tempi.
Quel che non sapevamo è che una fragile donna, in un periodo in cui per il genere femminile niente era semplice, si è impegnata in ogni modo possibile per rivalutare la figura di quel cognato il cui andamento delle crisi depressive dipendeva anche da lei; dal fatto che Johanna impegnasse interamente le giornate dell’amato fratello e quindi, indirettamente, dalla gelosia nei suoi confronti.

Camilo Sánchez è stato colpito, guardando un documentario della BBC, dalla figura di Johanna Van Gogh-Bonger, sempre citata come depositaria dei quadri e delle epistole del pittore dei girasoli. Esplorando musei e biblioteche a New York, ha scoperto il suo ruolo fondamentale nel divulgare l’arte del cognato, per altro, mai raccontato prima.

La vedova Van Gogh è davvero un romanzo suggestivo, dove il diario tenuto dalla giovane vedova fa da contraltare ad una cronaca serrata che ci rende partecipi e ci fa apprezzare di più questo grande artista.

La vedova Van Gogh
Camilo Sánchez
Marcos y Marcos, 2016
Pagine: 189
Prezzo di copertina € 16,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa