Nunzia Volpe: scrivere è un modo di vivere

In questa intervista Nunzia Volpe parla del suo libro La bambina che parlava alla luna, della sua passione per la scrittura e di sé.

Come è nata l’idea di scrivere il libro?
È nata circa cinque anni fa, per caso. Attraversavo un periodo piuttosto brutto della mia vita e mio marito mi suggerì di mettermi a scrivere per distrarmi. Ricordo (e se lo ricorda pure lui) che gli risposi molto male e non ne parlammo più. Giorni dopo, di nascosto, mi misi al computer e iniziai a buttar giù qualche pagina. Da allora non sono più riuscita a smettere.

Cosa rappresenta la scrittura?
Scrivo così come leggo, immergendomi completamente nella mia storia. Stacco la spina col mondo reale, mi isolo completamente, al punto che non vedo, non sento, non colgo più niente che non sia la storia che sto scrivendo. Ma scrivere per me non è soltanto mettere insieme  frasi, scrivere è un modo di vivere, ogni giorno. Mi mescolo alle persone per strada, osservo (spio), ascolto (origlio), annuso e assaggio. Non potrei mai scrivere chiusa in casa, ho bisogno della vita fuori dalla finestra, del contatto con altri essere umani, dei colori, dei suoni, affinchè abbia poi l’energia necessaria  per dar vita alle mie storie.

Una frase del libro a cui è più legata?
«I resti di Ca’ Rosetta non ci sono più, sono stati rimossi molti anni prima. Lui avrebbe preferito fossero ancora lì, come monito, avvertimento. Al loro posto si erge una stele che punta dritta al cielo. Non hanno bisogno di leggere i nomi incisi sull’epigrafe, li conoscono tutti, dal primo all’ultimo.
Settantatre anime.
Settantatre mignole nel vento».

Tre aggettivi per descriversi?
Crepuscolare (purtroppo),Tormentata (come le mie storie) e Viva.

Come risponde il pubblico?
Visto l’argomento trattato ne La bambina che parlava alla luna ho avuto l’opportunità di presentarlo sia nelle scuole che nelle sedi delle Anpi (Ass. Naz. Partigiani Italia) dislocate un po’ su tutto il territorio italiano. Mi sento molto fortunata perché presentandolo nelle scuole ho la possibilità di rapportarmi direttamente coi miei lettori più giovani. Coi ragazzi è tutto più diretto e genuino, non vi è presentazione in una scuola simile a un’altra proprio perché i giovani sono lettori così immediati. Da poco ho scoperto che è stato anche inserito tra i testi consigliati ai docenti per le scuole medie.

Progetti futuri?
Sto lavorando al mio terzo romanzo, mentre il secondo è al vaglio di alcune case editrici.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice