Ragione e sentimento – Jane Austen

Ragione e sentimento è un romanzo scritto da una giovane Jane Austen tra il 1795 ed il 1810 e pubblicato anonimo per la prima volta nel 1811. Il titolo è una metafora incarnata dalle due sorelle Elinor, la maggiore, ha 19 anni e rappresenta la ragione. Marianne, ne ha 17 ed incarna il sentimento. In Elinor l’autrice stabilisce una positiva rotta emozionale che la porta a controllare e ad adattare la sua emotività alla stabilità di certe convenzioni sociali. Al contrario, Marianne non prova assolutamente a piacere agli altri, non è interessata a farlo. Rifiuta categoricamente ogni conformismo. È vivace, intelligente e sensibile, ma anche lei acquisirà gradualmente quel sense ottocentesco che contraddistingue ogni giovane ragazza che per sistemarsi deve prudentemente contrarre matrimonio.

Alla morte del sig. Henry Dashwood, la sua proprietà a Norland passa al figlio Mr. John Dashwood, nato dal suo primo matrimonio. L’ottocento inglese e le leggi sulla successione non tenevano conto di vedove e figlie femmine rimaste orfane. I beneficiari di ogni bene mobile e/o immobile spettavano di diritto ai figli maschi o lontani parenti, esclusivamente di sesso maschile. Pertanto la vedova Dashwood e le tre figlie Elinor, Marianne e Margaret si vedono costrette a lasciare il loro nido familiare a causa di una politica inglese anti protettiva per le donne ma anche per l’ingerenza di un figliastro e di sua moglie, l’uno burattino nelle mani della seconda, interessati ad approfittare del bottino per assicurarsi una comoda vecchiaia. La signora e le signorine Dashwood lasciano Norland per raggiungere Barton Cottage, nel Devonshire, come risposta all’invito di un lontano parente, il sig. John Middleton. Qui Marianne si innamorerà di un giovane uomo, l’attraente John Willoughbuy che sembra mostrare la sua stessa vena romantica, mentre Elinor, la sorella maggiore delle tre, subirà il fascino del sig. Ferrars, fratello della moglie di John Dashwood. Ma Fanny Dashwood, moglie di John, non perderà occasione per allontanare i due giovani amanti esasperando la rigidità di una società inglese che erige barriere umane anziché ponti. E l’appartenenza a diversi ranghi sociali, quello borghese di Elinor e quello aristocratico del sig. Ferrars ne è il giusto coadiuvante. Il colpo di scena (o forse un clichè per quei tempi) che impedirà ai due di superare queste barriere sarà scoprire, una volta a Londra, che Willoughby dovrà contrarre matrimonio con Miss Lucy Steel, segreta promessa sposa da ben cinque anni. In seguito ad un periodo piuttosto precario per la salute di Marianne, le due sorelle riprendono a vivere nella tranquillità di un tempo fino a quando quell’equilibrio verrà intaccato nuovamente dal sig. Edward che, raggiungendo Barton, dichiara ad Elinor che la sig.ina Steel ha rotto con lui per sposare suo fratello Robert. Finalmente i due convolano a nozze. Nel frattempo anche per Marianne arriva il coronamento di un amore, quello con il colonnello Brandon, un amico di famiglia segretamente attratto dal suo guizzo e dal fuoco ardente che l’ anima.

L’ indiscussa radicalità del romanzo di costume, Jane Austen la maneggia con una maestria che supera di gran lunga la bravura dei migliori romanzieri del XVIII sec., da cui apprende le infinite possibilità di indagare la psicologia dei personaggi così come tutti gli eventi che caratterizzano la quotidianità dell’epoca: balli, passeggiate lungo la brughiera inglese o i tea party e le visite ai vicini ed agli amici di famiglia. La Austen eredita da Fielding la presenza di un narratore onnisciente e la tecnica dell’introduzione dei personaggi alla vita attraverso il dialogo. Lo stile impeccabilmente austeniano è inoltre caratterizzato dalla presenza dell’uso di un’ironia verbale assai pungente e da un’interpretazione soggettiva delle azioni. Usa l’ironia come la risorsa più economica per delineare meglio i protagonisti, leggere stati mentali e sfruttare quel codice morale come oggetto di commenti personali. L’autrice restringe il campo narrativo al solo mondo borghese, quello della gentry e di questa tipologia sociale dirà: “tre o quattro contesti familiari è la cosa su cui meglio lavorare”. Da un punto di vista narrativo, l’autrice usando la terza persona, si rivolge al lettore con estrema autorità per dirottare l’attenzione agli aspetti sociali rilevanti.

Nel suo rimanere ancorata all’analisi dei personaggi e della loro condotta, rende evidente quanto sia difficile prescindere da un comune senso morale e da un’osservanza generale di principi sociali eretti da una generazione precedente. Ma la Austen nel suo essere un’outsider non mancherà di sottoporre ad una soggettiva e spontanea valutazione quei principi  imposti.

I suoi lavori sono straordinariamente divertenti e allo stesso tempo  si interessano seriamente dei temi più caldi dell’epoca: l’amore, il matrimonio e il parentato. Il finale felice è un elemento comune a tutti i suoi romanzi suggellato sempre dal matrimonio dei due eroi. E ciò che rende interessante è l’impegno che i protagonisti investono nella scalata da compiere per raggiungere l’agognato miglioramento sociale. Con Jane Austen l’amore romantico sviluppa una definizione così trasparente da rendere cristallini tutti gli altri valori sociali, spesso in conflitto con un codice morale che impone il matrimonio come un affare. Il modo in cui l’autrice tratta l’amore e l’attrazione sessuale è in linea con una visione per cui i forti impulsi e le intense emozioni dovrebbero essere controllati e passare ad essere da riflessione privata, l’adempimento di un obbligo sociale e del rispetto di sé.

Ragione e sentimento
Jane Austen
Bur, 2007
Pagine 338
Prezzo di copertina € 7,00

 

Imma Paone

Studentessa Universitaria