Hotel Du Barry – Lesley Truffle

Durante le passate festività natalizie ho letto il romanzo dell’australiana Lesley Truffle, un’opera che abbina ad un sottile senso dell’ironia un pizzico di mistero, nell’atmosfera della Londra degli anni Venti e poi Trenta del Novecento. Sento di consigliare Hotel Du Barry (HarperCollins Italia, novembre 2016) a chi ama i gialli “vecchio stile”, in cui un investigatore indaga in un ambiente tanto vasto quale quello di un hotel di lusso, che cela al suo interno un piccolo microcosmo, amico od ostile, a seconda dei casi. L’autrice ci conduce nella Londra a cavallo fra le due guerre, in cui la popolazione ha conosciuto le atrocità della prima, ma rinnega strenuamente anche solo la possibilità che ve ne possa seguire una seconda. Un ben delineato divario distingue i poveri dai ricchi, dove chi è privilegiato vive in un lusso sfrenato, sebbene talvolta fatto solo di capricci, fumo e lustrini.

Hotel Du Barry ci trasporta in un mondo dove tutto sembra attuale, anche grazie ad un linguaggio semplice e colloquiale, che toglie quell’aura di “antico” alle cose passate – non ho voluto dire “obsoleto”, poiché mi riferisco più che altro ad una capacità d’immedesimazione, che qui di certo non manca. Tematiche quali le malattie mentali, l’omosessualità, i matrimoni bianchi, la prostituzione e l’abbandono dei minori vengono trattate di riflesso, sempre con un tono leggero che consente all’autrice di non annoiare, ma che non elude un certo coinvolgimento emotivo. Si tratta di un romanzo corale, dove ogni personaggio è fondamentale per l’introspezione di sé, ma soprattutto per la risoluzione del mistero – infatti si indaga in gruppo, affiancando l’investigatore dell’albergo.

Nel giugno del 1919, la neonata Cat viene abbandonata nel lussuosissimo Hotel Du Barry, appesa alla corda del bucato in un paio di mutandoni da donna. Da quel giorno, tutto il personale dell’albergo farà a gara per prendersi cura di lei – dai piani bassi detti del “labirinto”, a quelli alti, dove vivono i padroni. La ragazza, che cresce sensibile e molto dotata nella pittura, verrà adottata da Daniel, il padrone dell’albergo, e dalla sua bizzarra moglie Edwina. Finché il padre è in vita, Cat vive in un ambiente protetto, fatto di lussi e di vacanze istruttive – fra tutte, memorabile è quella a Venezia, città lagunare che trasuda d’arte, dove sembra di essere presenti e di respirare l’odore salmastro che aleggia nei canali.
Quando Cat compie diciotto anni, però, Daniel Du Barry muore in circostanze misteriose. Ha così inizio l’indagine serrata dello staff dell’albergo, al fine di riuscire a fare luce sulla vicenda. La ragazza sarà sempre schierata in prima linea, conscia che non tutti siano in realtà ciò che fingono di essere.
Quale mistero si cela dietro a questa morte? E qual è il personaggio che trama nel buio, desideroso di imporre il suo crudele disegno sul destino altrui?
Come sempre, la chiave si nasconde nel passato. Chi sofferenze ha patito, sembra essere in grado di infliggere, a sua volta, altra sofferenza. Sarà mica una legge di vita?
Leggendo questo libro, potrete giungere ad una vostra conclusione. E forse capire un po’ meglio il disagio che talvolta le persone si impegnano a mascherare.

 

Hotel Du Barry
Lesley Truffle
HarperCollins Italia, novembre 2016
Pagine 332
Brossura: € 16,00
Ebook: € 6,99

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa