Touchdown – Federica Martina

I personaggi chiave del romanzo di Federica Martina, Touchdown – Quanta apnea manca alla meta? sono: Steven nuotatore e collaboratore del professore di nuoto, Jhonson, del Liceo di HopKinton che frequenta diventando esperto di apnea in acqua e Derren Hallen, compagno di studi di Steven, Capitano e terzino della squadra di football dello stesso liceo, pupillo dei Minotauri, il giocatore che con i suoi lanci smarcanti fornisce passaggi vincenti agli altri giocatori per realizzare il touchdown, azione che nel gioco del football, quando il giocatore è in possesso della palla e raggiunge la meta invadendo il campo avversario, ottiene il massimo dei punti e può permettere alla squadra di  vincere non solo le partite ma anche il campionato. L’autrice ha dato a questi due personaggi un’immagine ambigua sin dal nascere della trama, inizia col sostantivo “sodomita” come “outing”, anonimo, scritto a caratteri cubitali sull’anta dell’armadio di Steven due mesi prima della conclusione dell’anno scolastico ed è questo probabilmente a rendere il romanzo più scorrevole e interessante. Sebbene la trama appartenga ad un cliché consumato fa spicco il coatto comportamento di Steven che, pur nel secolo XXI, per paura del pettegolezzo crede di essere costretto ancora una volta a cambiare città per proseguire gli studi. I risvolti terribili e violenti verificatisi dopo la scritta sull’anta dell’armadio lo inducono a non indietreggiare ed è così che avviene il primo scontro con Derren, fidanzato della bionda e bella Claire, leader delle cheerleaders specializzate in coreografia, acrobazie e danze, col compito di incoraggiare la squadra di football nello svolgimento delle partite di campionato. Sembra assistere ad uno scontro fra omo ed etero ed invece Derren tronca la sua relazione con la bella Cleire pur di conquistare Steven. Si pensa ad una crisi adolescenziale d’identità per Derren in quanto, non solo tronca la sua relazione per stare dietro Steven ma opera anche una mutazione del linguaggio e instaura quindi una nuova dialettica, annulla persino luoghi e spazi precedenti, restringendo quell’immagine di vip liceale insieme a Cleire, la quale ora tiene sotto mira Steven.

Delude quanti pensano potesse trattarsi di qualcosa di effimero, è invece l’inizio di un “coming out”, come presa di coscienza interna che dà l’impressione di preesistere anche all’esperienza con Cleire. Derren, forse, adesso vive la prima fase di conoscenza di sé stesso e cerca di realizzarla con coerenza. Non c’è nessuna relazione fra attributi anatomici e tendenza sessuale, entrambi all’anagrafe corrispondono al genere maschile, ma di queste tendenze, la madre di Steven, psicologa, ne è consapevole. Il ruolo materno è, quindi, di importante aiuto, tanto che, a volte, il rapporto fra i due sembra un rapporto sotto tutela genitoriale, proprio perché la madre riconosce che l’identità individuale di genere non viene data da nessuna tessera di riconoscimento, infatti oggi molti studiosi giungono alla conclusione che nello stesso individuo possano coesistere diverse identità. Sia Steven che Derren entrano così nella seconda fase del “coming out” facilitati dall’atteggiamento dei genitori di Steven, comportamento che permette loro di uscire allo scoperto sia con le famiglie che con amici e compagni di gioco e di studi.Tutto ciò  intristisce Steven, in quanto rappresenta la falsità di tutto quello che lo circonda, infatti quelle persone che qualche mese prima stavano per ucciderlo adesso lo applaudono, perché credono sia solo inattuale quel rapporto che prima giudicavano innaturale e che rendeva monca la natura. L’autrice è sottile nel presentarci uno Steven innamorato più di quella “contro natura”, così come viene definita da alcuni, e non del suo amante Derren, che vivendo una “natura capovolta”, appare ansioso per la sua accettazione. Tutto ciò è evidenziato da una descrizione fine e sensibile dell’erotismo, sia quando comprende il sesso sia quando è sganciato da esso, proprio perché esso si manifesta in modo diverso dall’eros del maschio e dall’eros della femmina. La scrittrice opera una dicotomia fra sesso omo ed etero in quanto descrive tutti i rapporti fra Steven e Derren con tanta sottigliezza e tanto stile da far sembrare il passaggio alla terza fase del “coming out”, cioè l’identificazione della coppia omo come un fatto naturale, fino a quando cambiano città per convivere senza altri intoppi e senza avere più nulla da nascondere. Nel descrivere questo difficile processo di vita Federica Martina introduce il ruolo di Brad, non solo come amico leale di Derren, ma come colui che merita la sua fiducia proprio perché non prova alcun disagio nell’apprendere la nuova identità dell’amico, anzi appare colui che legittima e fa legittimare un’identità clandestina, prima negata e violentemente aggredita ed offesa,  e manipola i giudizi negativi espressi all’interno e fuori del liceo fino a portare quell’identità sul palco come uno dei ruoli spettacolari della vita, capovolgendo così ogni valore e ratificando in nome dell’amicizia ciò che per lui non era prima accettabile. Se l’autrice ha voluto mandare il messaggio che quest’identità vada accettata al di là della tolleranza di Brad, c’è riuscita, rimane però l’enigma di un’identità disagiata che, nonostante le legislazioni che le nazioni mettono in atto allo stesso modo dell’amico Brad, creano una nuova famiglia però sempre ingessata. I problemi per questo tipo di identità quindi rimangono e sono uguali a quelli delle identità etero? In ogni caso il problema non è stato chiuso da millenni di storia e penso che né l’autrice e nessun altro possa mettere la parola fine a questa problematica tanto delicata che grida con forza la parola “tolleranza”.

 

Touchdown. Quanta apnea manca alla meta?
Federica Martina
Amazon, 22 giugno 2016
Pagine 190
Prezzo cartaceo € 8,32
Prezzo ebook € 2,99

Franco Santangelo

Critico e Storico