Volevo solo andare a letto presto – Chiara Moscardelli

Ipocondriaca, paurosa della vita e dell’amore, cresciuta attraverso la cristalloterapia, Agata ha deciso che non deve cedere ad alcun legame sentimentale perché teme che le cose belle possano finire. E a questa ipotetica fine non riuscirebbe a sopravvivere. Torna Chiara Moscardelli, che avevamo conosciuto con Quando meno te lo aspetti, dove continua quel viaggio alla ricerca della felicità che sembra non volere arrivare mai. Edito da Giunti lo scorso ottobre 2016 Volevo solo andare a letto presto è dapprima ambientato a Calcata, un borgo in provincia di Roma, dove la protagonista è cresciuta con una madre che per “non perdere la sua individualità preferiva farsi chiamare per nome”. Un ambiente particolarmente hippy è quello di Calcata, nella realtà e nel romanzo, che restituisce al libro un po’ di realismo. Per spostarsi, giusto per un caso fortuito, in uno di tutt’altro genere, Torpignattara, dove vive Fabrizio, un ragazzo meravigliosamente bello tanto quanto problematico, con un passato irrisolto.
E poi in mezzo ci stanno dei quadri di valore di un certo Bodinski che falserebbe quelli del pittore italiano Segantini, venduti all’asta con un giro di affari non tanto puliti.

«Compresi finalmente quello che aveva cercato di dirmi in tutti quegli anni il mio psicologo riguardo alla paura, la paura di quello che viene dopo se si decide di rischiare. Perché si può stare davvero molto male ed è la paura di stare male che ci trattiene e ci fa restare immobili.
Compresi che essere innamorati è una cosa pericolosa e che l’amore è il rischio più grande che possiamo correre».

Il romanzo, a tratti con avventure rocambolesche, vuole soffermarsi sulle paure dell’uomo, sull’esagerato controllo di ogni singolo avvenimento per impedire che l’imprevisto venga a bussare quando siamo impreparati. Di fatto però la vita è imprevedibile, e non possiamo essere sempre pronti all’inconveniente. Chi non vuole cedere alla libertà dell’animo acquisisce, come Agata, le paure più incredibili, in primis quelle di ammalarsi di chissà quale malattia, di morire, di non farcela. Ma Agata ha un passato che l’ha resa così. Non sa chi è suo padre a causa del modo libertino di vivere della madre la quale non lo ha saputo identificare, e dunque la mancanza di regole e di alcuni punti fermi hanno creato in lei un disagio.
Agata malgrado le paure che l’hanno bloccata ha comunque un lavoro importante, è riuscita lo stesso a creare il suo percorso di vita stabile, ma le manca qualcosa, l’altra metà della mela che d’altra parte vuole a tutti i costi evitare.

Volendo leggere tra le righe del romanzo della Moscardelli, sempre ironica e a tratti divertente, bisogna sottolineare come l’affetto (non necessariamente di un partner) sia fondamentale per costruire certezze che poi diventano i pilastri della sicurezza interiore, che aiuta a sconfiggere la paura che in fondo nutriamo tutti anche se in modi differenti.

 

Volevo solo andare a letto presto
Chiara Moscardelli
Giunti, ottobre 2016
Pagine 270
Brossura € 14,00
Ebook € 8,99

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist