Chiedi alla polvere – John Fante

«Così l’ho intitolato Chiedi alla polvere, perché in quelle strade c’è la polvere dell’Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.»

Sono le parole che lo scrittore statunitense John Fante (1909-1983) scrisse nel Prologo a proposito di quello che viene definito il suo capolavoro, Chiedi alla polvere. Nell’edizione Einaudi Super Et del 2016, con introduzione di Alessandro Baricco, lo troviamo in realtà in appendice. E menomale, perché lo scrittore si era fatto talmente prendere la mano, parlando del suo romanzo, da raccontare al lettore il finale. Logico quindi che l’editore lo avesse convinto a metterlo in coda.
Tale opera ha fatto la sua comparsa in America nel novembre 1939, ma non ha riscosso poi tutto questo successo. Forse perché la casa editrice di New York, la Stackpole Sons, venne danneggiata in maniera irreversibile da un contenzioso legale, contro il governo tedesco, a causa della pubblicazione non autorizzata del Mein Kampf di Hitler. L’antifascista Fante, accusò questa strana convivenza nello stesso catalogo; così come alle disastrose conseguenze legali imputò la mancanza di un’adeguata promozione.

Il genio di Fante venne strappato all’immeritato oblio, grazie anche al buon vecchio Chinaski (Charles Bukowski), che andava letteralmente matto per Chiedi alla polvere, essendo rimasto folgorato dall’incontro casuale, in biblioteca, coi libri di Arturo Bandini, il protagonista di Fante. Bukowski si offrì di scrivere la prefazione alla ristampa di Chiedi alla polvere, uscita nel gennaio del 1980 per Black Sparrow. La riscoperta americana fu tutta un crescendo, e John Fante venne consacrato autore cult degli anni Ottanta.

La trama è molto semplice e si basa sulle passioni di Arturo Bandini, il protagonista ventenne. Quella per la scrittura, che lo spinge per le strade di Los Angeles in cerca di ispirazione da mettere nero su bianco; quella amorosa, che lo porta ad innamorarsi di Camilla, una cameriera messicana che invece non lo ricambia fino in fondo, intrecciando con lei una relazione fatta di ossessioni e tradimenti. Bandini scrive per fame, per guadagnare soldi e poter smettere di mangiare solo arance, in quella squallida stanza d’albergo in cui stanno lui e la sua macchina da scrivere. Ma è anche un “signore”, perché appena ha due soldi non esita a manifestare la sua generosità, quasi se la sua incoscienza andasse di pari passo con una dignità sempre vincente. E in tutto questo, c’è un’educazione cattolica da non sottovalutare, che talvolta lo porta a preoccuparsi in maniera bigotta delle sue azioni, e a temere di essere causa di grandi punizioni divine – non ultimo il terremoto di Long Beach, del 10 marzo 1933, che permette a noi di datare esattamente la storia; ma fa temere al protagonista che sia la conseguenza della sua notte trascorsa con una donna matura e già sposata.
Lo stile di Fante è pulito e scorrevole, visitato da uno humor dispensato con perizia. A questa prosa “leggera”, talvolta alterna uno stile da ballata, che acquista toni dal sapore poetico. Il connubio, tuttavia, risulta del tutto gradevole. Anni dopo, Salinger porterà alle stampe lo stesso dolore sordo, ma senza la panacea della scrittura. Holden Caufield – il parallelismo è pressoché inevitabile – sarà un personaggio universale, cosa che invece non è riuscito a Bandini, laddove la matrice cattolica riportava ad un’immedesimazione solo parziale. Chiunque di noi è stato, infatti, in qualche luogo e in qualche tempo, un po’ il giovane Holden.
E non potrei concludere questo ragionamento, senza citare quel che, a proposito di Chiedi alla polvere, ha scritto Alessandro Baricco nella sua illuminante prefazione.

«Chiedi alla polvere è un romanzo costruito su tre storie… Immaginate di fondere le tre storie… E otterrete Arturo Bandini. Fatelo muovere e otterrete Chiedi alla polvere. Ammesso, naturalmente, che abbiate un talento bestiale.»

Dove per “tre storie”, s’intende un Bandini scrittore; cattolico; innamorato.
Un modo bellissimo di riassumere questo classico della letteratura italiana, la cui lettura sento di consigliare a tutti.

 

Chiedi alla polvere
John Fante
Einaudi Super ET, 2016
Pagine: 212
Brossura: € 13,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa