Giovanni Lattanzi: guarire attraverso kambo e iboga

Il Kambo e l’Iboga possono avere un alto potere guaritore, l’uno è la secrezione di un animale, l’altro si ottiene dalla corteccia di una pianta. Giovanni Lattanzi ne ha scritto un libro, edito da Bibliosofica, per spiegare cosa sono e come si possono assumere per guarire o per trarne benefici, e nel suo sito, http://www.kambo.it, è possibile scaricare un estratto. Intanto lo abbiamo intervistato.

Perché l’uomo secondo lei ha dei “blocchi interiori”?
Dal punto di vista delle ultime ricerche scientifiche, l’origine di blocchi emotivi dipende da un danneggiamento di determinati circuiti cerebrali dovuto ad eccesso di stress nella vita fetale e nei primi anni di vita. Nella visione tolteca l’umanità vive in un sogno, gli esseri umani sono il risultato dei sogni effettuati dalle generazioni che ci hanno preceduto che hanno creato il sogno infernale di questo pianeta. Blocchi interiori segnalano l’esigenza di una trasformazione collettiva, in quanto hanno sempre le loro radici nella famiglia e nella società in cui si vive. Ciò che noi chiamiamo ‘educazione’, i toltechi lo chiamano un forzato processo di addomesticamento durante il quale adottiamo non solo credenze e codici di comportamento, ma anche emozioni come per esempio la paura, l’odio, l’arroganza. Nella visione tolteca l’umanità dispone di una potenziale energetico immenso che spreca continuamente per alimentare superstizioni fondate su ignoranza e paura.

Quando parla di Kambo e Iboga non manca il riferimento alla cerimonia, al rituale: perché questi riti sono fondamentali? In che modo incidono nella nostra anima?
I rituali sono una delle forme più antiche in cui si esprime la spiritualità umana. Un rituale crea uno spazio in cui l’individuo accede ad una esperienza diversa da quella che sperimenta nella vita quotidiana: canti, preghiere, la meditazione, la recitazione di un mantra permettono di sintonizzarsi con una differente vibrazione energetica che ci permette di ‘essere’, invece che perderci nei nostri pensieri e in comportamenti compulsivi. In una cerimonia di Iboga si ripercorre un processo di morte e di rinascita. La prima notte rappresenta la morte dell’ego e la visita del regno delle anime dei morti, durante la seconda notte si festeggia la rinascita degli iniziati.

Mi ha colpito il suo racconto autobiografico di quando ha scoperto che nella sua famiglia, in un lontano passato, un suo avo ha commesso un omicidio: come ha fatto a risalire all’accaduto, e questo in che modo ha inciso nella sua vita?
Nella pratica delle Costellazioni Familiare cui sono stato iniziato molti anni fa, prima di partecipare alla sessione, ho investigato la storia della mia famiglia per identificare eventi cruciali e traumatici che hanno avuto un grosso impatto emotivo sulla mia famiglia. Per l’occasione ho chiesto ai miei genitori tutte le informazioni sugli antenati da loro conosciuti. Avevo sempre percepito un certo volume di violenza provenire da uno dei rami della mia famiglia. Nel processo di trasformazione che ho intrapreso, ho fatto i conti con l’aggressività di cui in qualche modo ero anch’io erede. Non si trattava solo di riconoscerla ma anche di guarire la ferita che c’era dietro.

La paura: forse è il veleno peggiore di tutti i mali, c’è un sistema preventivo? Perché secondo lei l’uomo ha paura?
L’uomo ha paura quando si sente separato dal resto e non vuole lasciare andare il controllo sugli altri, sull’ambiente, su se stesso. Un male peggiore della paura è senz’altro il controllo. Quando parliamo di paura dobbiamo saper distinguere da una paura sana e una paura compulsiva. Se un macchina sta per investirmi avrò paura, cui seguirà una scarica di adrenalina che mi permetterà di reagire immediatamente all’imprevisto e a mettermi in salvo. In questo caso si tratta di una paura sana che protegge la vita. Le cose cambiano se la paura è un’emozione compulsiva, che si manifesta come una parte di noi che ci domina, allora dietro la paura c’è un’esperienza traumatica che viene alimentata da pensieri negativi e da scelte autodistruttive. Non c’è un atteggiamento più deleterio della costante fuga davanti alla paura: diveniamo prigionieri della voce nella nostra testa che ci ripete ossessivamente quello che ci è successo o che ci potrebbe accadere, quello che dobbiamo fare e cosa dobbiamo pensare. Perdiamo il contatto con il nostro ‘potere personale’.

Se le pratiche tolteche e amazzoniche funzionano davvero come mai non sono utilizzate come metodo abituale di guarigione anche in Italia?
Per il semplice fatto che fine a qualche anno fa erano totalmente sconosciute. In Occidente comunque queste tradizioni indigene non sono ben viste da tutti, ci sono pregiudizi atavici nei confronti di piante sacre usate in contesti religiosi vedi l’attuale guerra contro l’ayahuasca. La scienza occidentale e i politici si sono asserviti agli interessi delle case farmaceutiche, che hanno un assoluto appannaggio su ciò che riguarda la cosiddetta guarigione. Un diverso approccio alla guarigione non è contemplato e neppure permesso. In Sudamerica, al contrario, i governi sono aperti a queste tradizioni e spesso operatori di cerimonie lavorano in collaborazione con medici. Cosa impensabile ancora qui da noi.

Kambo e Iboga hanno effetti collaterali? Dove è possibile reperirli per chi vuole cominciare una terapia ad esempio?
Quando parliamo di ‘effetti collaterali’, usiamo una terminologia medica che non ha niente a che fare con sostanze naturali quali il Kambo, l’Iboga o l’Ayahuasca. Si tratta di sostanze bio-attive, non sono farmaci, quindi non hanno effetti collaterali come può averli una sostanza chimico, dall’innocente aspirina alla devastante chemioterapia. Il Kambo attiva dei recettori cerebrali che compiono delle cruciali funzioni naturali svolte dal corpo. Per quanto riguarda l’Iboga diversi studiosi hanno riscontrato che attiva la produzione di onde REM nel cervello. Queste onde aiutano a ristabilire un equilibrio tra le diverse parti del cervello, rappresentano un vero e proprio sistema difensivo della psiche. Parlare di ‘effetti collaterali’ nel caso del Kambo e dell’Iboga non ha senso, ma questo non vuol dire che non ci siano precauzioni da prendere. Sia il Kambo che l’Iboga non vanno usati con persone che presentino problemi cardiaci. L’uso di psicofarmaci è incompatibile con l’assunzione di Iboga. Nel luglio del 2016 la corteccia di Iboga e l’alcaloide Ibogaina sono state vietate in Italia; in una ennesima ventata di proibizionismo, degna dei tempi dell’Inquisizione, la si è precipitosamente giudicata pericolosa per la salute pubblica senza tenere conto né delle comprovate applicazioni mediche dell’Ibogaina, né dell’uso religioso della corteccia di Iboga. Per partecipare ad una cerimonia di Iboga bisogna andare in Gabon, dove l‘Iboga e’ il Sacramento della chiesa Bwiti, oppure è possibile rivolgersi a persone che come me non lavorano in Italia. Sconsiglio certe cliniche di Ibogaina, i prezzi sono proibitivi. Riguardo all’Ayahuasca in Italia si può contattare la chiesa del Santo Daime. Per quanto riguarda il Kambo ci sono molti facilitatori in Europa, consiglio però di rivolgersi solo a chi ha una comprovata esperienza e mostra una particolare predisposizione a prendersi cura gli altri. Per informazioni io sono raggiungibile su lattanzi18@gmail.com

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist