A mille ce n’è – Cinzia Bigliosi

A chi ama le letture brevi, da esaurire nell’arco di poche ore, consiglio la lettura di una storia davvero toccante e coinvolgente, consigliatami da un gruppo di lettura che si ritrova una volta al mese alla Feltrinelli di Padova, la mia città. Si tratta di A mille ce n’è (L’iguana Editrice, 2015) della traduttrice Cinzia Bigliosi, per la prima volta in veste di scrittrice e alle prese col suo romanzo d’esordio. L’autrice ha tradotto opere importanti, fra cui Suite francese di Irène Némirovsky, per Feltrinelli nel 2014.

Nell’apparente calma di una giornata qualunque, una madre e la sua bambina si apprestano a preparare una torta. Ci sono un cane e un giardino, elementi che non possono mancare quando si descrive la felicità delle piccole cose, che giorno dopo giorno si delinea sempre uguale, ma allo stesso tempo è precaria, perché potrebbe finire da un momento all’altro, imprevedibile come solo la vita può essere.

«Ero felice di una felicità piena, quella felicità che quando ci pensi ti riempie la pancia e non riesci nemmeno a spiegarla, ma tu la senti bene quella felicità, la potresti perfino prendere con le mani, come l’impasto della torta, quella felicità che ti fa esplodere la vita dentro, che straborda, che si infila fin sotto le unghie e non si dimentica di niente e riempie tutto di te.»

Riprendendo nel titolo il famoso ritornello di quelle fiabe sonore dei fratelli Fabbri che tutti da piccoli abbiamo cantato – A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar, da narrar. Venite con me nel mio mondo fatato per sognar, per sognar –, l’autrice ci mette di fronte ad un silenzio improvviso che rappresenta l’inizio di un incubo.
Poco distante, un’altra donna, Irma, disegnatrice di giardini si sta recando al lavoro. Per uno scherzo beffardo del destino, le loro vite s’incroceranno e quel che ne uscirà sarà un fraintendimento dagli esiti nefasti ed irreversibili.
A mille ce n’è è un racconto serrato, dalla prosa curata, che non concede tregua né speranza. In poche pagine Cinzia Bigliosi riesce a trasmettere un pathos senza precedenti, mettendo in guardia da quel che può succedere se si commette l’errore si sopravvalutare il buon senso.
In una torrida giornata estiva – una delle stagioni più calde degli ultimi cinque anni – si consuma la tragedia di due famiglie, venute l’una al cospetto dell’altra nel peggiore dei modi, a causa di una coincidenza assurda.  Uno sguardo nell’abisso e nella disperazione dell’uomo, narrato da una voce spietata aperta a varie prospettive, tutte convergenti in un gorgo dal quale più non si esce.
Aggiungo che l’edizione è ben curata; la copertina possiede le provvidenziali bandelle, che solitamente mancano in un libro breve, e invece ne impreziosiscono l’edizione.

 

A mille ce n’è
Cinzia Bigliosi
L’iguana Editrice, 2015
Pagina: 95
Prezzo: € 12,00

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa