Antonella Zucchini: amare implica il perdono

In quest’intervista la scrittrice Antonella Zucchini parla della sua passione per la scrittura e del suo libro.

Come è nata l’idea di scrivere Tutto il resto vien da sé?
Qualche tempo fa un caro amico mi raccontò di un inaspettato segreto di famiglia rivelatogli dalla madre in punto di morte. Sebbene ne fosse rimasto sconvolto, aveva insistito per raccontarmi la storia affinché io la scrivessi.
All’inizio la sua proposta mi trovò riluttante ma, appena cominciò a raccontare, rimasi senza parole. Poi sono venute tutte insieme ed è nato questo romanzo.

Chi è Don Carlo?
Per rendere ancora più emozionante la vicenda, ho vestito il protagonista dell’abito talare. Don Carlo è un sacerdote fiorentino di oggi, devastato da questo segreto, alla ricerca spasmodica della verità.
Per trovarla dovrà ripercorrere a ritroso nel tempo l’avvento del fascismo, l’occupazione tedesca a Firenze e dintorni, la lotta partigiana. Il tutto narrato con quelle pennellate di colore che solo la lingua toscana sa dare.

Tre aggettivi per descrivere Don Carlo?
Ostinato ma sensibile e indulgente.

Cosa rappresenta per lei la scrittura?
È il mio modo di tradurre tutto quello che ho dentro ma, lo dico sempre, se non avessi letto così tanto, non avrei mai potuto scrivere. Tutto è stato assorbito, lasciato sedimentare e decantare fino a quando non è riaffiorato attraverso la scrittura. Ho scritto commedie teatrali, sceneggiature per cortometraggi e, ad oggi, due romanzi. Da sempre dispongo di un’immaginazione sconfinata e, allo stesso tempo, sono un’attenta osservatrice della gente. E prima o poi qualcuno finisce regolarmente nelle storie che scrivo.

Una frase del libro che lo racchiude?
La bella citazione di Sant’Agostino «ama e fa’ ciò che vuoi» indica a don Carlo il percorso profondo e necessario per guardare dentro di sé. Ma la frase più significativa è quella affiorata nel suo intimo all’improvviso: «ama e sarai comunque perdonato». È senz’altro questa che coglie tutta l’essenza del romanzo.

Tre aggettivi per descriversi?
Sono troppo complicata per descrivermi con soli tre aggettivi. Però diciamo, tenace, ironica e fantasiosa.

 

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice