Qualcosa – Chiara Gamberale

Chiara Gamberale è tornata. Ed è tornata alla grande! Dico questo perché le avevo riconosciuto una certa originalità in Per dieci minuti, romanzo che ho adorato, ma poi mi era parso che la sua vena creativa si fosse esaurita, e che in Adesso si fosse “trascinata” in una storia scialba.

Niente di più sbagliato. Chiara Gamberale aveva ancora tanto da dire, e lo ha fatto attraverso Qualcosa (Longanesi, 2017), una favola dolcissima e in apparenza “leggera”, che nasconde invece tematiche legate alla società in cui viviamo e sulle quali riflettere. Le illustrazioni di Tuono Pettinato sono preziose, evocative al punto giusto.
Come in tutte le favole, anche qui c’è una principessa. Il suo nome è Qualcosa di Troppo, perché vive sempre oltre i limiti. Piange troppo; ride troppo. È iperattiva e vuole sempre tanta attenzione; per questo è emarginata dai coetanei, seppur rispettata in quanto di sangue reale.
Ebbene, cosa fa questa principessa? Trova i suoi limiti, attraverso varie esperienze. Dopo la morte della madre, un buco nel cuore la invade e deve essere colmato. Fa così la conoscenza del Cavalier Niente, che invece se ne sta tutto il giorno a “non fare”, assistito da Madama Noia, col suo fiato che odora di ciclamino. La dicotomia fra vuoto e pieno trova la sua “fusione”, intesa come dimensione duplice che deve essere accettata. Il Cavalier Niente è la coscienza, l’esperienza. Una voce sgradevole che riporta alla realtà Qualcosa di Troppo. E infatti, all’inizio i due si sfidano, e si attraggono. Ma poi la principessa prova repulsione per quello strano individuo che le impedisce di fare tante cose. E va a cercare fortuna altrove. Ad individuare un marito, anche se non avrà troppo successo.
I protagonisti di Chiara Gamberale hanno sempre qualcosa di troppo, o di troppo poco. Ad ogni modo, danno sfogo al loro disagio sociale: la difficoltà di essere “in linea” con quello che offre la vita. In un universo particolare, o meglio personale, che un po’ risente dei mondi fantastici alla Calvino, la sfida si sposta sull’analisi del desiderio, così lontano dal bisogno. Fino a quando Qualcosa di Troppo vorrà riempire il suo vuoto con tutto quello che le capita a tiro – mariti “papabili” compresi – i suoi motivi per congiungersi ad un’altra persona saranno sempre sbagliati. Vi è quindi una difficoltà ad accettare il vuoto, che diventa universale e che riguarda tutti. Sarà per questo che una favola, mai così attuale, ci coinvolge tanto.

«Per l’ultima volta, Principessina: se lascerai stare il buco e lo accetterai senza tanti starnazzi, vedrai che entro un anno si restringerà da solo e diventerà addirittura qualcosa di prezioso da avere dentro di te, come… come un passaggio segreto, ecco. E poi, magari di nuovo si allargherà e di nuovo si restringerà, perché i buchi che abbiamo nel cuore fanno così. Ma tutto passa, ragazzina.»

In Qualcosa possiamo distinguere una prima parte ideale, dove ad essere analizzato è il dolore e tutto tende verso “qualcosa”; e una seconda in cui invece a trionfare è l’amore, con tutti i suoi “niente”. Quel che accomuna è il percorso per passare dal bisogno al desiderio, visto che amare non vuol dire servirsi degli altri per distrarsi da sé ed evitare così di rimanere da soli coi propri demoni, a dirla da poeta. L’amore quindi è inteso come scoperta di sé, che porta alla consapevolezza del proprio io. Si giunge in questo modo ad essere qualcosa, che è giusto il titolo dell’opera.
Il messaggio che Chiara Gamberale dà con questo libro è di speranza per il genere umano, affinché si riesca a trovare un equilibrio fra il troppo che agita e il niente che lusinga. Un invito, in un certo senso, a seguire la propria indole e a farne simbolo di originalità.
Una favola “bella”, che si legge in un lampo. Si assapora lentamente, e si ricorderà a lungo.

Qualcosa
Chiara Gamberale
Longanesi, febbraio 2017
Pagine: 176
Brossura: € 16,90

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa