Enzo Tortora: lettere a Francesca

Oggi alle ore 10:30 presso le Scuderie Estensi sarà presentato il libro Lettere a Francesca, ossia le epistole che Enzo Tortora ha indirizzato alla sua compagna Francesca Scopelliti, durante il suo durissimo periodo in carcere da innocente, organizzato dalla camera Penale di Tivoli. È la stessa compagna a parlare di Enzo Tortora raccontandoci il motivo di questa pubblicazione.

Perché ha deciso di pubblicare le lettere, una parte personale della sua vita?
Le lettere le ho tenute in un cassetto per trent’anni e poi ho deciso di pubblicarle quando ho incontrato alla Camera Penale il presidente Miugliucci e la sua battaglia politica nel nome di Enzo Tortora. Da qui ho cominciato a leggerle come lettere di denuncia, più con la testa che con il cuore.

Qual è il messaggio che Enzo Tortora voleva dare attraverso queste missive?
Tutto questo si può racchiudere in questa frase «Voglio la verità e la voglio in piedi davanti a me». Qui vi è la battaglia per le carceri e la giustizia.

Quello degli errori giudiziari è ancora attuale perché secondo lei?
La politica non ha la cultura né il coraggio di fare riforme strutturali. Manca la cultura della Magistratura, quella che comanda. Come diceva Tortora la giustizia deve essere «Aria respirabile». Gli errori giudiziari sono irreparabili, rovinano la tua anima e gli affetti.

Il libro è dedicato a Marco Pannella, da radicale lei da sempre lotta per la condizione delle carceri.
Le carceri sono peggiorate, sono soggetto di materia di convegni, ma leggi effettive non ce ne sono. Nelle carceri non ci sono voti e se ci fossero entrerebbero nell’agenda politica. A Pasqua ci sarà la marcia per l’amnestia.

Vuole aggiungere altro?
Voglio consigliare questo libro ai ragazzi come mi ha consigliato una professoressa, vorrei che entrasse nelle scuole per la sua nobiltà di contenuto e per la sua scrittura.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice