Se mi tornassi questa sera accanto – Carmen Pellegrino

Dopo Cade la terra torna Carmen Pellegrino col suo secondo romanzo Se mi tornassi questa sera accanto (Giunti, 2017), titolo che riprende il verso iniziale della poesia A mio padre di Alfonso Gatto.

Utilizzando un linguaggio preso in prestito dalla poesia, l’autrice tesse le sue trame e giunge a coniare continui neologismi, come quel abbandonologa creato per definire se stessa, in quanto amante di luoghi isolati e ormai in rovina che, attraverso la scrittura, si propone di riportare alla luce. E in questo romanzo “colto”, perché fatto di continue citazioni di poeti amati, l’abbandono è una tematica sempre presente, intesa come mancanza o impossibilità di ricucire quel rapporto ormai sfumato tra persone che si sono amate: un “di qua dalle mura” e un “di là dalle mura”, che sono poi anche le due parti in cui è divisa la storia. La grande mancanza, a cui nessuna parola sembra poter dare sollievo, è l’infanzia che la figlia della famiglia in questione non ha mai avuto; è l’assenza di istinto materno di una donna troppo debole per reagire alla sua depressione; è la privazione di ogni bene materiale subita dal padre che, credendo di agire per il suo bene, soffoca da sempre la figlia e le impedisce di vivere la sua vita.

Giosuè Pindari, il padre citato, ha perso ogni cosa. L’amata moglie Nora, da sempre affetta da un male di vivere che ultimamente è degenerato e la costringe alla totale incoscienza; quel socialismo in cui aveva strenuamente creduto, che invece si è lentamente avviato verso gli scandali di Tangentopoli – era il 1992 anno della Grande Delusione. Per tutta la vita Giosuè ha sognato di costruire una città ideale sulla riva del fiume, poiché l’acqua è tutto quello che ci sia di eterno. L’autrice si è ispirata ai resti di pietra di Campomaggiore Vecchio, in Basilicata, Città dell’Utopia fondata nel 1741, che in un posto non bene identificato dell’Appennino fa da contraltare al sogno infranto di Giosuè, poiché il territorio viene invece deturpato da pale eoliche e ripetitori telefonici.

A nulla serve che egli abbia imposto alla figlia Lulù di studiare agraria; nulla conta che abbia dettato le sue regole, impedendole di scegliere e di fare le sue esperienze. Lei, Lulù, mai stata bambina; apparentemente mai stata amata; madre di sua madre da quando è venuta al mondo.
La ragazza allora se ne va, e mette molti chilometri fra sé e i suoi genitori senza dare loro più alcuna notizia.
Ma Giosuè non si rassegna e, nella prima parte, l’autrice alterna a racconti non consequenziali di vita della famiglia Pindari, lettere accorate che Giosuè stesso scrive alla figlia e che poi affida in una bottiglia alla corrente del fiume, nella speranza che le giungano.

Lei, nel frattempo, si è trasferita sulla sponda di un altro fiume, in una sorta di casa galleggiante abitata da Andreone, un uomo strambo, che s’impegna con tutto se stesso a ricucire situazioni ormai logore, e che riesce a darle un po’ di leggerezza. Elementi preziosi per riflettere e per comprendere, e da lì, prendere le sue decisioni.

Il bello di questo romanzo, oltre a tante altre cose, è che non sembra scritto da una donna. Giosuè è totalmente credibile, e soltanto nella seconda parte, quando a narrare è Lulù, ci si rende conto dell’ottimo lavoro svolto dall’autrice. Che riesce a sdoppiarsi e ad entrare nei panni di un padre e di una figlia, forse molto più simili di quanto essi stessi ritengano possibile. Che si cercano eppure si nascondono, e che del troppo amore hanno fatto un punto di rottura, l’indice di tutte le loro incomprensioni.

«In quel momento Lulù pensò a quanto sia complicata la vita per i figli dell’uomo, che cercano il perdono definitivo per quello che fanno, ma non perdonano mai se stessi per quello che non hanno fatto. E poi c’era questa cosa che la tormentava da quando aveva memoria, questa riluttanza o forse incapacità degli uomini di dire una parola che ripara, la parola che aggiusta.»

 

Se mi tornassi questa sera accanto
Carmen Pellegrino
Giunti, marzo 2017
Pagine: 232
Brossura: € 16,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa