Usare il cervello del cuore – Annie Marquier

Alcuni libri arrivano esattamente nel momento giusto, come alcune persone, quando ti trovi ad un incrocio importante della tua vita ed è estremamente necessario possedere lo stato di comprensione più trasparente possibile per orientare al meglio le tue scelte. Usare il cervello del cuore è uno splendido libro, scritto con attenzione e fluidità, che aiuta a comprendere come funziona l’essere umano e perché, e aiuta a vedere più chiaramente cos’è e come avviene il “salto quantico”, «un salto evolutivo senza precedenti». Siamo giunti a un «punto di biforcazione» molto importante. I vecchi “modelli” sono ormai entrati in forte crisi, non hanno più la forza di soddisfare le esigenze degli esseri umani. Il nuovo paradigma si mostra del tutto diverso.

L’autrice del testo, Annie Marquier, direttrice dell’Istituto di Crescita Personale in Quebec, nonché amorevole indagatrice in più campi della cognitività umana, dalla matematica alla musica, alle antiche tradizioni spirituali, alla psicologia transpersonale, aiuta il lettore ad aprire la mente e a estendere la coscienza, fornendo necessari chiarimenti sulle dinamiche delle emozioni:

«Spesso, pur con le migliori intenzioni, è facile perdersi nella foresta ancora troppo poco conosciuta della realtà emozionale dell’uomo […]. Il termine “emozioni” esprime due realtà molto diverse e addirittura opposte; che cos’hanno infatti in comune l’odio e l’amore incondizionato […]? Sono in azione due meccanismi ben distinti. […] Sia la “morale” che le religioni hanno spesso espresso questa duplice realtà separando le cose in bene e in male. Probabilmente era un tentativo primitivo di riconoscere questa dicotomia. Ma, ormai, abbiamo bisogno di strumenti più sofisticati […] per uscire da questo dualismo».

La stessa Marquier ci aiuta a comprendere l’importanza di saper gestire, dominare le emozioni al fine di scegliere intelligentemente il giusto sentiero in tutte le situazioni di vita quotidiana. In fondo la quotidianità è la nostra vera Scuola; è nelle situazioni più comuni di ogni giorno (lavoro, famiglia, amici ecc.) che esprimiamo le nostre emozioni, così come il nostro modo di pensare. È fondamentale che si capisca veramente che le emozioni sono intelligenti di per sé e che sono una grande riserva di energia. Sta a noi conoscerle per saperle gestire e permetterci, così, di vivere in modo equilibrato, creativo, sicuramente adeguato e pieno d’amore. Questo è il motivo per cui è importante approfondire la conoscenza su ciò che è il funzionamento della testa e su ciò che è, invece, quello del cuore. Grazie alle recenti scoperte della neurocardiologia oggi sappiamo che tutte le informazioni che riceviamo sono elaborate in un primo momento dal cervello limbico (dall’amigdala e dalla corteccia), infine dal cervello del cuore, che – come già detto nella recensione a Il cuore è una porta di Silvia Di Luzio –, è dotato di circa 40.000 neuroni e di un meraviglioso campo magnetico. Quindi noi tutti siamo costituiti da tre cervelli, che corrispondono ai nostri stadi evolutivi con i rispettivi “circuiti” adottati e appropriati per ogni fase di crescita della coscienza umana. Un testo che soltanto in 292 pagine fornisce le più importanti nozioni inerenti l’esistenza dell’uomo sulla Terra e il suo funzionamento, dalle origini al nostro mondo contemporaneo, osservandone fisicamente, psicologicamente, emotivamente e spiritualmente i cambiamenti e le trasformazioni già avvenute, quelle che stanno avvenendo e quelle potenzialmente in essere.

«Ci troviamo in una situazione di urgenza, e non possiamo più permetterci di vivere come ci capita. Le capacità tecnologiche, psicologiche e psichiche dell’umanità si sono sviluppate a tal punto che solo una coscienza di tipo superiore potrà permetterci di farvi fronte. Occorre che sviluppiamo, individualmente e collettivamente, un altro tipo di intelligenza: più pronta, più sicura, più creativa, trovando un modo di “funzionare” più efficace, per far fronte a tutte le sfide del nostro tempo».

Nel corso dell’Età abbiamo dato grande spazio all’intellettualismo, tanto da nascondere le nostre emozioni come fossero debolezze. I più brillanti erano coloro i quali non rimanevano coinvolti in situazioni emozionali, quelli tutti d’un pezzo, le persone razionali. E cos’ha provocato questo modo d’essere? Distruzione, insoddisfazione, ingiustizie. Volgarità a 360 gradi. Dostoevskij scriveva: «Non è tanto importante il cervello, ma chi lo guida». Come la ricercatrice afferma, noi «funzioniamo» per mezzo di due circuiti: il circuito inferiore, influenzato da strutture cerebrali e mentali legate al passato, quindi primitive, e il circuito superiore, in diretto collegamento col cuore e con ogni nuovo sentiero pronto a essere percorso. Il primo si muove in misura del proprio ego costruito nel tempo, il quale opera sempre per «i tre meccanismi di sopravvivenza», ossia «la paura, il piacere e il potere – («le tre “P”») –, che separano gli essere umani gli uni dagli altri e da tutto ciò che li circonda». Purtroppo questo circuito, che ha ancora il sopravvento, rende l’uomo infelice da sempre. Si vedrà che, andando avanti con la lettura, l’autrice ritorna a parlare delle «tre “P”», rivisitandole e chiarendo che, in profondità, non vengono portati in discussione il piacere e il potere, bensì le «intenzioni ad essi sottese». Il secondo circuito, invece, si muove in “misura” del cuore. Occorre, quindi, riabilitare il nostro ego e la nostra mente per essere capaci di dare attenzione al nostro cuore. Oggi, (come sempre) infatti, ciò che fa la differenza sono le cosiddette “persone di cuore”, ossia quelle persone che usano il cervello del cuore, l’intelligenza del cuore: la saggezza che esso può manifestare se lo lasciamo al comando del nostro fedele veicolo (il nostro corpo) e gli permettiamo di diventare il nostro Maestro – come la Marquier ama descriverlo – poiché soltanto esso possiede la benefica capacità di farci raggiungere la “coerenza cardiaca”, senza la quale non esiste nessun salto, nessuna pace interiore, o se più vi piace, nessuna illuminazione. Ma per lasciare lo scettro alla «presenza benefica del Maestro del cuore», occorre scolpire sé stessi quanto è necessario. Come diceva Osho, «Per poter raccogliere i diamanti bisogna prima lasciar cadere i sassi che abbiamo in mano» e anche quando pensiamo di averli fatti cadere, poniamo attenzione e ne emergeranno degli altri. E allora continuiamo a lasciarli andare, con la Fede nel cuore. Con la Fede del Cuore. È nel cuore che avvengono tutte le importanti integrazioni ed è solo a quel punto che esso «infonde sicurezza a tutti i livelli», incondizionatamente e indipendentemente da tutto. Ed è allora che riusciamo, davvero, ad ascoltare la nostra anima, a essere ciò che siamo. Dunque scolpiamo, scolpiamo… senza fretta, ma con onestà.

Mi voglio soffermare un momento soltanto sull’importanza che viene data ai vari metodi di meditazione o esercizi di concentrazione e presenza di cui si parla tantissimo e dei quali esistono milioni di corsi, purtroppo quasi sempre a pagamento (sulla quale cosa ci sarebbe molto da discutere). Concordo pienamente con la Marquiere, che in merito scrive: «Le nostre pratiche di sviluppo “spirituale”, come ogni apprendistato, per essere efficaci devono poter avvenire non nella costrizione o nella repressione ma nel piacere, nella distensione e nella gioia, perché è questo che favorisce la circolazione dell’energia e l’apertura del cuore; e quando il cuore è aperto, qualsiasi attività diventa un grande gioco, perché non c’è più né attaccamento né senso di mancanza, non c’è più paura, tensione o stress. […] Il segreto del Maestro del cuore è che tutto è disponibile in ogni istante, e che invece di cercare altrove, basta rilassarsi, aprirsi, e godersi pienamente i benefici dell’universo qui e ora… Allora potremo offrire generosamente al mondo tutta la nostra radiosità».

La scrittrice ci fa notare un particolare molto curioso: «Quando parliamo delle nostre emozioni, portiamo la mano sul petto o sul ventre […], ma non certo alla testa. Quando pensiamo molto ci teniamo la testa». Riflettiamo su questo e sul suo più profondo significato. I tempi cambiano, lo sappiamo, ma la trasformazione in cui siamo totalmente coinvolti, ci vede protagonisti di una rivoluzione silenziosa, una rivoluzione di coscienza, in cui le uniche armi sono le nobili qualità del cuore. È tempo, dunque, di coltivare le nobili qualità del cuore, quali la gratitudine, la compassione, lo stupore, il servizio, la solidarietà, la cooperazione e il lavoro di gruppo. Ma anche la semplicità, l’umiltà, la buona volontà. E bisogna imparare ad ascoltare. Ecco, di altro e anche di questo ci parla l’autrice, sottolineando l’importanza, nonché l’urgenza e la responsabilità, di inserire nelle scuole un programma che si occupi della conoscenza di sé.

Ormai sempre di più la Scienza si sta avvicinando alle grandi verità mistiche delle tradizioni antiche per cui molte cose che fino a pochi anni fa erano solo pura teoria oggi trovano conferme nelle scoperte scientifiche e allora è sempre più naturale chiedersi: avevano, i Maestri, così tanto trasceso il proprio ego da saper onorare il proprio potere attraverso la Fede divenuta colmo sentiero durante il cammino? E può essere la Fede (compagna dell’Amore) la grande forza entro cui hanno operato i loro miracoli e, ancor prima, la trasmutazione del loro essere (la grande Alchimia)? Può, quindi, la stessa Fede essere il risultato di una splendida integrazione che ha avuto come mezzo viatico il cuore e che dal cuore ha aperto l’accesso a verità più grandi? Inoltre, sappiamo tutti che nei testi sacri c’è scritto che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio Padre. Se così è, in qualche modo dobbiamo pu aver ereditato qualcosa di meraviglioso… ma magari non lo ricordiamo. Magari abbiamo solo bisogno di ricordarlo. Magari dovremmo avere il coraggio e la buona volontà di ricordarlo…

C’è una frase splendida, scritta da Ralph Waldo Emerson, che l’autrice riporta all’inizio del capitolo XX, intitolato Per un nuovo mondo, che dice così: «I grandi cuori emettono le energie segrete che attirano incessantemente i grandi eventi». Permetteremo anche ai nostri cuori di diventare grandi? Gli permetteremo di orientare il nostro sguardo e i nostri passi, consapevoli del fardello mentale da dover lasciar andare? Saremo così forti e responsabili da creargli lo “spazio” di cui ha bisogno e che merita?

 

Usare il cervello del cuore
Annie Marquier
Amrita, 2010
Pagine 292
Brossura € 20,00

 

Monica Murano

Giornalista e poetessa