Tua – Claudia Piñeiro

Ci sono donne che investono talmente tanto nel matrimonio da farne il simbolo della loro stessa identità. Quel che con gli anni si è conquistato, ancora prima di farsi un esame di coscienza e valutare se ancora ci siano i presupposti, diventa proprio di diritto. Per quel lui si è disposte a fare qualunque cosa, così, per partito preso. A coprirlo se uccide; a uccidere se tradisce.

È in sintesi quel che succede in Tua, l’incalzante thriller della scrittrice argentina Claudia Piñeiro, pubblicato da Feltrinelli nel 2011. Ines è sposata con Ernesto e conduce una vita benestante nella città di Buenos Aires. I due hanno una figlia diciassettenne, Lali, che sta vivendo un suo personale dramma di cui i genitori sono allo scuro, tutti presi a pensare soltanto a loro stessi. L’adolescenza, si sa, è un periodo difficile, ma questa ragazza è particolarmente trascurata, credetemi.
Ines si rende conto che, nel suo matrimonio, qualcosa da tempo non va. Ernesto torna dal lavoro sempre più stanco e da mesi la coppia non si lascia andare a dolci effusioni in camera da letto – modo eloquente per alludere al fatto che non facciano sesso.

Avendo trovato, fra gli effetti personali del marito, un biglietto scritto col rossetto in cui un’ipotetica amante si firmava “Tua”, Ines decide di seguirlo. Una sera, dopo avere detto alla moglie di avere un problema in ufficio, alla fioca luce dei lampioni di un parco pubblico, Ernesto incontra quella che Ines crede essere “Tua”, e la scena è inequivocabile. I due hanno una relazione, è palese, ma la donna – che altri non è se non la sua segretaria –  d’un tratto si adira e si innesca una colluttazione. Ernesto la spinge e, seppur involontariamente, ne causa la morte, poiché nella caduta “Tua” batte la testa su un sasso e ci rimane secca. E tutto questo, alla presenza di Ines che, nascosta dietro un albero, assiste non vista alla scena.

Quanto è disposta a fare una moglie, seppur ferita nell’orgoglio, per riprendersi quel che le appartiene di diritto? In generale non lo so, ma Ines molto. Tutto. Perché questa donna meschina, che ama primeggiare e non ammette sconfitte, è pronta a riprendersi il marito fedifrago, a perdonarlo e a fornirgli un alibi, sperando di legarlo a sé a doppio filo.
Ma i romanzi, come la vita, sono imprevedibili.
Niente è come sembra. “Tua” non è “Tua”; Ernesto ha ucciso, ma forse anche Ines lo farebbe, se fosse necessario. Le parti si ribaltano e nessuno è colpevole in assoluto. Ma neanche innocente.

Tua si rivela un romanzo scritto con un linguaggio corrente. Una prosa semplice e coinvolgente. Ines narra in prima persona, e ammalia col cinismo del suo personaggio. Quasi fastidiosa nella sua grettezza, ma tutto sommato “alleviante”, come se pensando in modo univoco si potesse vivere con più leggerezza la vita, senza curarsi troppo delle conseguenze.
In amore e in guerra è tutto giustificato, si dice. Ma siamo certi che davvero sia così?
Ne uscirebbe il caos. Una giungla, dove ognuno si vendica e persino l’antica Legge del Taglione risulterebbe in difetto.

 

Tua
Claudia Piñeiro
Feltrinelli, 2011
Pagine: 142
Prezzo: € 10,00

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa