Le madri – Brit Bennett

Le madri (Giunti, aprile 2017), il romanzo d’esordio della giovane Brit Bennett, parla di scelte che segnano l’esistenza in maniera indelebile e del potere che hanno le madri di influenzare la vita dei figli. La trama si svolge a Oceanside, una cittadina situata nella California del Sud, dove la comunità nera si raduna attorno alla Upper Room Chappel, ovvero la chiesa che funge anche da fulcro. Il punto di vista è quello di un coro di vecchie signore, le “madri” pettegole che in un ristretto gruppo di persone che vivono a contatto non può mai mancare. Sono proprio loro ad avere ben presente quello che avviene fra i compaesani; a rilevare ogni singolare cambiamento e annunciare ogni evento.  

I protagonisti, quando il racconto ha inizio, hanno appena diciassette anni. La bella Nadia soffre per il recente suicidio della madre, e cerca conforto fra le braccia di Luke, il figlio del pastore. Quest’ultimo, giovane promessa nel mondo del football, ha visto la sua brillante carriera andare in fumo, dopo essersi gravemente infortunato ad una gamba. L’estate del loro innamoramento sembra magica, ma Nadia rimane incinta e decide di non tenere il bambino. Luke, dal canto suo, non fa nulla per impedirlo, lasciandola addirittura sola il giorno dell’aborto. L’ennesimo abbandono che Nadia vive come un rifiuto e mette termine alla storia.

Gli anni passano e, mentre Luke rimane a Oceanside, Nadia si laurea altrove e viaggia molto. Quando la sua migliore amica, Aubrey, annuncia il suo imminente matrimonio, Nadia torna a casa e scopre che il futuro sposo è proprio lui, quel ragazzo claudicante col quale un tempo aveva anche concepito un figlio e sognato un futuro insieme.

L’amore fra i due sembra sbocciare nuovamente, sebbene entrambi siano consapevoli che fra loro ci sarà sempre il fantasma di quel bambino a cui non hanno dato l’opportunità di venire al mondo. A poco a poco, anche l’ignara Aubrey diventa più consapevole, soprattutto a proposito di quel legame che l’unisce all’amica, fatto di reciproca invidia e di troppe cose non dette.

Nadia e Aubrey sono figlie di madri che le hanno rifiutate, ma reagiscono in modo diverso alla maternità. Mentre Aubrey è ben decisa a non ripetere gli errori del passato e accoglie la gravidanza con dedizione, Nadia rifiuta di essere madre, e questo atteggiamento fra il colpevole e il disilluso lo manterrà per tutto il romanzo, come se non potesse mai trovare pace. Come se tutti gli sbagli della sua generazione – e di quella precedente – ricadessero interamente su di lei, incapace di perdonarsi e abile solo a punirsi.

Le figure femminili sono le più forti, in questa storia, mentre gli uomini sono esseri fragili, che spesso si mettono in discussione e si abbandonano allo scoramento – primo fra tutti il padre di Nadia, sepolto dal ricordo della moglie morta suicida. O come Luke che, negli anni a venire, si riscopre a pensare a quel figlio che non è riuscito a proteggere, chiedendosi come sarebbe stata la sua vita se fosse venuto al mondo. Salvo poi riscoprirsi entusiasta, se la vita offre una seconda opportunità.

Le madri è un romanzo illuminante, sebbene con un finale che lascia un po’ di amaro in bocca. E una domanda che vorrebbe trovare risposta, seppur la cosa appaia alquanto ingiusta. Sarebbe bello perdonare, ma tornare indietro non è possibile. Brit Bennett mette pertanto in guardia e ribadisce che le scelte che si fanno da giovani marchieranno a fuoco la nostra vita, influenzando inesorabilmente anche il futuro.

 

Le madri
Brit Bennett
Giunti, aprile 2017
Pagine: 336
Prezzo: € 18,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa