Intervista a Fabrizio Romagnoli

Fabrizio Romagnoli è attore, ma anche scrittore. Scrive per il teatro monologhi, titolandoli con lo stesso nome. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo e di parlare di quest’ultimo lavoro che rispecchia molto la quotidianità, con i sentimenti che la distinguono: amore, disperazione, gioia di vivere ecc.

Come nasce l’idea di scrivere questi monologhi?
L’idea di pubblicare una raccolta di monologhi nasce dai tanti attori e attrici che mi hanno chiesto in passato dei monologhi per sostenere provini di teatro e casting per il cinema e la televisione ma anche per studiare e tenersi in forma con la recitazione. Inoltre, durante i miei workshop intensivi di recitazione spesso mi viene chiesto se sono a conoscenza di monologhi che non siano classici tipo tratti dai testi di Shakespeare, Goldoni, Cechov, la tragedia greca etc… Mi viene richiesto spesso se conosco materiale moderno, che parli del quotidiano e con una scrittura che rispecchi il più possibile la lingua parlata. Essere naturali, quando si recita, è molto difficile e per raggiungere la naturalezza richiesta bisogna studiare tanto, veramente tanto, e avere un testo che si avvicini il più possibile alla lingua parlata è un grande aiuto! Ecco, tutto qua! E per me che adoro scrivere è un vero piacere, infatti, in passato mi hanno pubblicato due libri di raccolte di atti unici, purtroppo ora fuori edizione, ma che presto ripubblicherò con l’aggiunta di molte novità!

Di cosa trattano?
I 30 monologhi contenuti nel libro dal titolo, appunto, Monologhi, affrontano tantissime tematiche: amore, odio, depressione, follia, speranza, gioia, solitudine, frustrazione… ce n’è per tutti i tipi e per tutte le  stagioni dell’anima e del cuore. Sono monologhi che parlano della gioia di vivere, della disperazione e della difficoltà di comunicare con il prossimo, ci sono monologhi comici, brillanti e drammatici e, soprattutto, si prestano quasi tutti alla trasposizione dal maschile al femminile e viceversa. A proposito, il libro è in vendita solo su Amazon.

Cosa rappresenta per lei il teatro?
Per me il teatro è la vita in tutte le sue sfaccettature. Ho sempre vissuto con e per questa passione: la recitazione. Un mondo difficile pieno di grandi soddisfazioni e, a volte, anche di grandi delusioni… come la vita, appunto.

Tre aggettivi per descriversi?
Diretto. Oggettivo. Buono.

Una frase che raccoglie i suoi monologhi?
«A volte… dicono…» Spesso uso queste affermazioni in tutto il mio teatro. La gente parla, si confronta, racconta, accusa e conferma ma è sempre la parola di un essere umano contro quella di un altro. Tutto dipende ed è relativo. Buon teatro a tutti. E per chi volesse saperne di più, ricordo il mio sito ufficiale www.fabrizioromagnoli.it  

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice