Intervista a Massimo Lugli, autore de Il Criminale
Lo scrittore e giornalista, inviato di Repubblica, Massimo Lugli parla dei suoi libri e della scrittura che è stata la sua àncora di salvezza e della passione per il suo lavoro. Ultimo libro è Il Criminale, edito da Newton Compton.
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Nasce dal libro Città a mano armata che ho scritto a quattro mani con il poliziotto Antonio Del Greco dove nel primo capitolo ho parlato dello Zingaro. Lo Zingaro l’ho seguito dal suo primo delitto quando lo intervistai in carcere e non ebbi di lui un’impressione buona. Nacque il romanzo che uscì pochi giorni prima della sua fuga. Un caso fortuito che andò sicuramente a mio favore.
Chi è Sbrego, il protagonista del suo ultimo romanzo?
Volevo creare un uomo contro tutti e in questo libro parlo anche dell’amore del protagonista con Zoe, la sua compagna che segnerà per sempre la sua vita. È una coppia in fuga che attraverserà tutta l’Italia.
Tre aggettivi per descrivere Sbrego?
Crudele, solitario e imprevedibile.
Giornalista e scrittore, come vive queste due professioni?
Si sono intrecciate recentemente mentre oggi sono il 70% scrittore e il 30% giornalista prima era il contrario.
Tre aggettivi per descriversi?
Indisciplinato, sconclusionato e distratto.
La scrittura cosa rappresenta per lei?
È la mia vita, ho scritto sempre fin dall’età di diciannove anni.
Progetti futuri?
Due libri in uscita, uno dal titolo Lo chiamarono gladiatore scritto con Andrea Frediani e l’altro lo sto finendo di scrivere con Antonio Del Greco e riguarda Il Canaro della Magliana.
Questo rapporto tra sbirro e giornalista e la scrittura a quattro mani come nasce?
Siamo diventati vicini di casa e parlando dei vari fatti abbiamo cominciato a scrivere insieme, ma il nostro rapporto di amicizia molto forte risale a circa trent’anni fa.