Anemone al buio – Maria Silvia Avanzato

Di Anemone al buio, della giovane autrice bolognese Maria Silvia Avanzato (Fazi Editore, 2016), critiche positive avevano attirato la mia attenzione. Mai avrei pensato, però, di non riuscire a staccarmi dalla lettura ed essere “costretta” a leggere il finale fino a notte fonda, perché proprio non potevo attendere oltre. D’altra parte, la trama è un continuo infittirsi di misteri e di colpi di scena, che incalzano il lettore e lo esortano a continuare.

La protagonista è Gloria, una speaker radiofonica – come l’autrice, che quotidianamente conduce una trasmissione su Radio Bologna Uno. A detta di tutti, una ragazza avvenente e molto ammirata. Gloria però, non sa se credere a tutto quello che le viene detto. Da un incidente stradale, in cui ha seriamente rischiato di perdere la vita, è uscita momentaneamente senza vista e con una memoria che presenta parecchie lacune. Cieca e smemorata, deve quindi fidarsi di quello che i suoi sensi, acuiti fino allo spasmo, riescono a captare. Ma troppe cose non tornano. Incongruenze fra quello che è chiamata a vivere giornalmente e i brandelli di memoria, che in lei palpitano e vorrebbero tornare alla luce. Le persone che la circondano, e che se ne prendono cura, non sembrano cristalline. A cominciare dall’amica Licia che, per accudirla, si è trasferita nel suo appartamento. Così come uno psichiatra che entra in scena e poi si dilegua; l’ambigua zia paterna di cui non vi era ricordo; il vecchio fidanzato Nicola e quello nuovo, Alessio. Sembra che tutti abbiano qualcosa da nascondere; qualcosa che non vorrebbero che lei ricordasse. Oppure è solo un’impressione: è lei stessa, Gloria, a non voler ricordare?

Per tanto, quando a poco a poco la vista ritorna, Gloria non ne fa parola con nessuno, per cercare di “smascherare” quel complotto che avverte incombere su di sé. E la realtà, crudele e maligna in tutto il suo svelarsi, le farà rimpiangere più volte di non essere morta, in quell’incidente di macchina.

Al di là della tecnica narrativa, che l’autrice padroneggia, quel che stupisce è come sia riuscita a farci percepire la cecità della protagonista. Per tutta la prima parte del romanzo – fino a quando cioè Gloria non riacquista la vista – il lettore brancola nel suo stesso buio. Avverte quella pressione claustrofobica che mette angoscia; si spaventa quando la protagonista capta delle presenze attorno a sé che non si erano palesate. Talvolta non è sola in quella stanza e, sebbene fantasia e verità si confondano (specie all’inizio), ci si sente impotenti, al pari della stessa protagonista. In questa parte della storia, tutto è descritto attraverso il tatto, l’udito e l’olfatto. Quando poi l’autrice inizia a descrivere attraverso la vista, si tira un sospiro di sollievo, ma quel che finalmente possiamo vedere forse fa paradossalmente rimpiangere quella parte di “inconsapevolezza”, perché ci si sente ancora di più in pericolo. Dissipato il buio, prima o poi qualcuno agirà, e la ragazza sembra perduta.

Gloria è un personaggio difficile, fragile. Non si sa se di lei ci si possa fidare. Forse non ci è nemmeno troppo simpatica, perché si lamenta di continuo. Si crogiola nella sua sventura. Ma è credibile e terribilmente umana. Gli indizi disseminati per giungere alla soluzione ci sono. Così come avvengono fatti strani; ritorni “improbabili” e anche un omicidio. Gli eventi però si susseguono a catena; il ritmo è serrato. L’autrice ingarbuglia tutto… e a me non rimane altro che farle i miei complimenti, mentre a voi consiglio con convinzione la lettura di questo romanzo.

 

Anemone al buio
Maria Silvia Avanzato
Fazi, agosto 2016
Pagine: 288
Prezzo: € 14,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa