Un giorno solo – Felicia Yap

Il romanzo d’esordio dell’eclettica Felicia Yap (è stata anche biologa, ricercatrice di storia, ballerina e giornalista) è ambientato nei pressi di Cambridge, là dove il fiume Cam imprime al paesaggio inglese un’impronta “paludosa”. L’idea geniale di questo thriller, diverso dagli altri, è l’avere introdotto l’omicidio in una realtà distopica, se intesa come immagine di una società spaventosa e decisamente indesiderabile.
La popolazione (tutta quanta, nessuno escluso) ha problemi di memoria e viene suddivisa in due grandi fazioni: Mono e Duo. Dopo i diciotto anni, infatti, i neuroni non si riproducono più e nessuno possiede la memoria a breve termine. I Mono riescono a ricordare soltanto quello che è avvenuto il giorno precedente; i Duo, avendo una marcia in più, fino a quarantotto ore. Entrambe le categorie non hanno che una possibilità: scrivere tutto quel che avviene di rilevante nella loro giornata sull’iDiary. Quest’ultimo è un dispositivo elettronico di ultima generazione, di cui tutti sono provvisti e consultano di continuo.

Talvolta dimenticare può essere positivo, specie in seguito a lutti e sciagure. Ma se nessuno ricorda, di chi ci si può fidare? I diari possono essere falsati. Ciascuno potrebbe, in teoria, scrivere delle proprie fantasie per poi immagazzinarle come fatti e convincersi che siano reali.

Il divario culturale fra Mono e Duo è aspramente accentuato, tanto che i primi sono considerati degli esseri inferiori. Alla seconda categoria (la razza superiore) sono aperte invece ampie prospettive di carriera nei mestieri più prestigiosi, nonché l’accesso alla sfera politica.
L’autrice narra di una coppia di mezza età, il cui matrimonio ha fatto scalpore proprio perché “misto”. Precisamente quello fra la bionda Claire, ex cameriera Mono, e l’affascinante Mark, scrittore Duo di successo con forti ambizioni in ambito politico. Sebbene siano sposati da più di vent’anni, questi coniugi si sono allontanati. Non potendo ricordare al di là dei loro appunti, ciascuno tiene per sé le proprie aspirazioni ed è come se conducesse fuori casa una seconda vita.

Quando un cadavere di sesso femminile viene ripescato dal fiume con le tasche piene di sassi (la stessa modalità con cui si è suicidata Virginia Woolf dato che Ouse e Cam, i due corsi d’acqua, non sono poi così distanti), il detective Hans Richardson , dopo aver letto il diario della vittima, muove delle gravi accuse nei confronti di Mark. E ce la metterà tutta per far luce sul caso nell’arco di un solo giorno, prima che il misfatto venga dimenticato e sia troppo tardi.

La diffidenza nei confronti del marito inizia a serpeggiare anche nei pensieri di Claire. Sarebbe capace l’uomo che ha sposato di commettere un omicidio? Il diario della defunta Sophia, nelle mani di Richardson, crea un crescendo di colpi di scena e non pochi sospetti.

Dire che la realtà non è mai come sembra pare banale in un thriller, ma qui è così. Perché la suspense cresce fra le pagine, là dove l’intreccio porta a svolte drammatiche ed imprevedibili. Alla fine, però, i conti tornano. L’autrice dissemina molti quesiti, per poi rendere al lettore una soddisfacente e accurata risoluzione finale.

Consiglio Un giorno solo (Piemme, gennaio 2018) a chi ama i misteri ed è alla continua ricerca di particolari stimolanti. Come si vivrebbe senza memoria? Procedendo a tentoni, oppure verrebbero collaudati espedienti standard per supplire a tale mancanza? Sarebbe comunque il più scaltro ad avere la meglio, seppure il pregiudizio che porta alla discriminazione possa essere chiamato in tanti modi. L’amara verità è che l’uomo avrà sempre divari da creare e differenze da portare all’estremo. Un palese esempio, insomma, che nemmeno nei libri sia permesso vivere in pace!

 

Un giorno solo
Felicia Yap
Piemme, gennaio 2018
Pagine: 404
Prezzo: € 19,50

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa