Alice nel labirinto – Roberta De Tomi

Quando si ha tanto amato un personaggio letterario, è naturale rievocarlo. Specie se si tratta di un bambino, capita di pensare a lui o a lei nella sua versione adulta. Rifugiarsi nelle favole diventa un sorta di “balsamo ricostituente”, abile a rincuorare dal tempo che passa. Perché qui nessuno invecchia e poi muore: tutto resta uguale. E se si vuole un seguito, bisogna inventarselo, così come ha fatto la scrittrice modenese Roberta De Tomi, già blogger molto apprezzata e seguita.

Affrontare un colosso quale Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll è senza ombra di dubbio un’impresa difficile e degna di nota. Complice la sua brevità, credo sia uno dei classici che non manca in nessuna biblioteca, se non uno dei libri più letti in assoluto. Grazie ai cartoni animati della Disney e a moderne trasposizioni cinematografiche, difficilmente parlando di quell’Alice che cade in un buco, sprofondando al centro della terra per seguire un coniglio bianco munito di orologio e panciotto, si rimane indifferenti. Persino i più piccoli sanno chi sia: la bambina curiosa per eccellenza, che non ha mai smesso di essere se stessa, facendo quello che più riteneva giusto, infischiandosene della rigida etichetta che vigeva nell’Inghilterra vittoriana della seconda metà dell’Ottocento. D’altra parte, però, quando si è dotati di una fantasia così fervida (davvero mi ha stupito) e di una prosa così stilisticamente ricercata, come quelle dell’autrice, sarebbe un peccato non provarci.

In Alice nel labirinto (Dario Abate Editore, ottobre 2017) Roberta De Tomi immagina un’Alice cresciuta e alla soglia del matrimonio. Alice adulta: una dicotomia; quasi un ossimoro. Il libro che più di tutti ha sviscerato i dubbi e le incertezze cui si va incontro passando da un mondo di fantasie a quello reale (e quindi dall’essere bambini per poi crescere), viene qui arricchito di quesiti sulla ricerca del sé. Perché, in fondo, chi ha letto Alice ha sempre avuto la sensazione che questa bambina di nemmeno otto anni, dalla vivacità fuori dal comune, abbia fatto tutto tranne subire la situazione che ha vissuto (immaginato?). Ha approfittato di questo “viaggio” per apprendere quanto più possibile; per immagazzinare conoscenza e farne esperienza di vita.

Senza spoilerare troppo quanto avviene nelle nuove avventure di Alice, descritte in questo testo, quello che salta all’occhio è che l’autrice abbia tenuto conto dei continui giochi di parole che sono tipici del “libro maestro” e che sia riuscita ad allietare il lettore con fini indovinelli e briosi scioglilingua. Bellissima l’idea di concepire il romanzo come un “game” dove, alla fine di quasi ogni capitolo, Roberta De Tomi ha dato la possibilità al lettore di saltare e di andare a leggere direttamente quelle parti della storia che più lo hanno interessato. Alice è per antonomasia uno spirito libero: quale tributo migliore di questo?

Vi confesso che io ho letto la versione integrale. Non mi sono persa un passaggio, perché ogni riga mi ha permesso di comprendere meglio il carattere dei personaggi; l’autrice stessa se ne è servita per caratterizzarli a dovere. Un fidanzato che sparisce alla vigilia delle nozze e la sua ricerca ostinata in un mondo fantastico, fa salire Alice di un gradino sulla scala umana. È questa un’Alice romantica, il cui cuore batte all’impazzata per il suo Edward perduto. Mi correggo, è una Roberta De Tomi delicata e sognante, nel definire seppur per gioco un sentimento tanto complesso.

Alice è cresciuta, insomma. È diventata grande e anch’essa ama un uomo, com’è giusto che sia. Fra anagrammi e oniriche visioni, la ragazza, fedele a se stessa e alla sua infinita voglia di vivere, non deluderà l’immaginario collettivo.

 

Alice nel labirinto
Roberta De Tomi
Dario Abate, ottobre 2017
Pagine: 266
Prezzo: € 16,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa