I bambini di Escher – Paolo Pedote

Il romanzo d’esordio nel genere noir del milanese Paolo Pedote, classe 1966, s’intitola I bambini di Escher (Todaro Editore, 2017) e fa riferimento all’incisore e grafico olandese scomparso negli anni Settanta dello scorso secolo, noto per le sue costruzioni impossibili, esplorazioni dell’infinito tanto care al mondo della matematica. Non importa se non si hanno ben chiare le opere di Escher, per questo si può prontamente consultare Google, anche perché nel romanzo di Pedote la chiave di volta è rappresentata da una fotografia quale esclusivo omaggio al grande artista.

I personaggi in questa storia sono tanti, ma i protagonisti costituiscono, lasciatemi dire, una strana accoppiata. Nerone e Angela Delfino detta “la sbirra”, che iniziano per forza di cose una stana collaborazione investigativa. Lui è attempato, una sorta di “senzatetto”, trasandato nello stile. Un uomo affetto da quel che gli psicologi chiamano fuga dissociativa, per indicare una rimozione netta di uno o più eventi traumatici. E infatti Nerone è privo di memoria, seguito da un centro specializzato che si prende cura di lui, sebbene egli sovente salti gli appuntamenti.

Angela invece è giovane, ma è già sfiduciata dalla sua professione di poliziotta che presto intende lasciare, per partire in viaggio verso nuove mete. Quello affrontato insieme a Nerone sarà probabilmente il suo ultimo caso, in una Milano che nasconde segreti e miriadi di traffici illeciti. Individui che sono lo specchio di quel che avrebbero potuto essere se il destino non si fosse accanito, facendoli incontrare con gente sbagliata che li ha saputi danneggiare. Nel mentre ciascuno, dalla propria posizione, ha speso il tempo a covare vendetta.

La storia ha inizio quando Nerone, sfrecciando su un catorcio che gli è stato regalato da un amico, una vecchia Lambretta su cui egli viaggia senza casco e senza patente, si imbatte in un uomo nudo tutto imbrattato di sangue. Il caso vuole che la prima ad arrivare sulla scena sia proprio Angela, la quale fiuta immediatamente una certa predisposizione di Nerone all’indagine. E insieme, i due riusciranno a far luce sul colpevole di una serie di omicidi macabri.

Paolo Pedote scrive sicuramente bene. Dal punto di vista dello stile non si avverte minimamente la differenza fra lui e uno scrittore di genere affermato. La trama è ben congegnata e ricca di colpi di scena. Anche il finale è riuscito a sorprendermi. O ero io poco attenta, oppure l’autore è bravo davvero, e propendo per la seconda delle ipotesi.

Devo dire che questa prova d’esordio mi è piaciuta molto e ne consiglio la lettura. Forse la trama è partita un po’ in sordina, per quanto mi riguarda, con una serie di personaggi che ho faticato a immagazzinare. Ma quando si è avviata l’indagine, sono rimasta letteralmente affascinata dalla coppia di detective e incentivata ad andare a scoprire la soluzione dell’enigma. Nerone e Angela sono ambedue dei personaggi complessi, ciascuno per tutta una serie di motivi che l’autore riesce a ben delineare. Nerone, in particolare, il personaggio sofferto che nella vita ha tanto patito e adesso si finge burbero a tutti i costi, avrà sempre un posto nel mio cuore. Amo gli uomini acuti e poco sdolcinati. Quelli aggrappati alla resilienza. Che fingono di adattarsi e invece in gran segreto e al riparo da tutti non si fidano delle apparenze, ma indagano per giungere a una loro verità.

 

I bambini di Escher
Paolo Pedote
Todaro, settembre 2017
Pagine: 288
Prezzo: € 16,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa