Dal tuo terrazzo si vede casa mia – Elvis Malaj

Troppo bello! So che non si dovrebbe mai iniziare una recensione con simili esternazioni, ma quando ho letto Dal tuo terrazzo si vede casa mia di Elvis Malaj (Racconti Editore, 2017) è esattamente quello che ho pensato. L’opera è candidata al LXXII Premio Strega, una cosa rara per una raccolta di racconti. La canadese Alice Munro ha addirittura vinto un Nobel, è vero, ma è  risaputo che questo sia un genere letterario snobbato dal mondo editoriale e considerato una “specie minore”. Niente di più sbagliato, invece, dato che in un racconto l’autore deve riuscire a creare un vero e proprio microcosmo, avendo a disposizione un numero limitato di battute.

Definire i personaggi in modo che rimangano indelebili nell’immaginario collettivo è davvero difficile e, a tal proposito, mi viene in mente il racconto del ragazzino che sale sul trampolino di una piscina e di tutto quel che si “cristallizza” nei pochi istanti intercorsi a compiere il tuffo. Per sempre lassù, appunto, come dice il titolo, dell’indimenticabile e indimenticato David Foster Wallace. Un testo breve e normalissimo, per quanto riguarda l’argomento, eppure scritto talmente bene da passare alla storia.

Mi ha stupito quindi che un ragazzo giovane come l’autore (Elvis Malaj è classe 1990) abbia già questa consolidata capacità di catapultare il lettore direttamente sulla scena e fargliela vivere in diretta, col protagonista di turno. Un approccio cinematografico, il suo, che risulta pienamente credibile, grazie ad argomenti attuali e dialoghi che si rivelano del tutto naturali.

Albanese di nascita, Elvis Malaj si è trasferito ad Alessandria con la famiglia all’età di quindici anni, mentre adesso vive e lavora a Padova. Nessuno meglio di lui, quindi, può avere uno sguardo attento su quel che albanesi e italiani pensano l’uno dell’altro; di come riescano a integrarsi nella nostra società e a interagire.

Quel che spicca nell’immediato è la grande abilità dell’autore di creare aspettativa, dono che per esempio aveva Raymond Carver. La tensione è tutta lì, così come la suspense che il lettore avverte. Che poi, in maniera sorprendente, il finale volge a far rientrare quel che c’è di eccezionale nella normalità. La grandiosità perciò non sta tanto in quel che accade nel racconto, bensì in quel che ci si aspetta che accadrà. Una peculiarità che penetra nella routine dei personaggi e offre, al tempo stesso, uno stereotipo che si allarga fino ad abbracciare l’intero genere umano.

I racconti che compongono Dal tuo terrazzo si vede casa mia sono dodici, tutti molto brevi, tranne l’ultimo che invece è un po’ più lungo. Intensi, appassionanti e memorabili. Stralci di vita immaginata che però sembrano appartenere a tutti noi. Quel che si suol dire una raccolta trasversale, che può piacere agli amanti di racconti (e ce ne sono tanti) così come a chi approccia questo genere letterario per la prima volta.

I personaggi sono ragazzi giovani, pervasi da un senso di inadeguatezza, che può rappresentare una chiave di lettura e un elemento comune all’intera raccolta. Stranieri che si integrano in Italia e al tempo stesso pensano alle loro tradizioni. Che forse neppure bene si riconoscono e sentono di appartenere più a niente. Né qui, né là. E allora inventano espedienti o mettono in atto privazioni, per non deludere le aspettative.

Un libro consigliato, che si legge in un lampo. Un grande in bocca al lupo a Elvis Malaj per lo Strega.

 

Dal tuo terrazzo si vede casa mia
Elvis Malaj
Racconti, ottobre 2017
Pagine: 164
Prezzo: € 14,00

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa