Gli specchi esseni – Giovanna Garbuio

Sono in molti oggi a sostenere che tutti ciò che accade nella vita non è altro che lo specchio dell’interiorità, dei pensieri. Attenzione però, si tratta di qualcosa che va oltre, che ha a che fare con l’infanzia, con l’amore ricevuto o mancato. Insomma, tutto ruota intorno all’amore che quando manca provoca gravi disastri interni per una intera vita.
«Cerca l’Amore e tutto ciò che può renderti felice giungerà a te senza sforzo» ci insegnano sia Gesù e sia Ho’oponopono che puntano sul vero essere per eliminare i blocchi interiori, cosa comune a tante persone che si reputano infelici. Un percorso di questo tipo lo fa Giovanna Garbuio, con Gli specchi esseni, pubblicato da Il punto d’incontro. Con questo libro l’autrice analizza tutto ciò che fa soffrire l’uomo, quello che a molti è comune perché riguarda gli sbalzi d’umore, la rabbia, l’aggressività, tutto ciò che irrita e acceca la vista del cuore.

Uno schema molto interessante che ci può venire in aiuto per l’interpretazione della realtà è quello che è conosciuto come gli “specchi esseni” e che ci permette di riscoprire chi Siamo e perché accade ciò che accade, grazie a quello che noi riflettiamo negli altri.

Gli Esseni vivevano in una comunità monastica interno al II secolo a.C., essi non riconoscevano il vincolo del matrimonio e non usavano il denaro. La loro dottrina mirava a un progetto dell’anima attraverso una guida interiore, dunque le leggi che Dio aveva scritto erano insite nell’interiorità di ognuno, nella natura, perché gli uomini e la natura sono un tutt’uno. Essi avrebbero individuato Sette principali specchi attraverso i quali si riflette la nostra realtà e grazie ad essi possiamo intervenire con la nostra conoscenza. Il messaggio può essere riassumibile con questa frase: «Se ti dà fastidio, significa che in qualcosa gli somigli…» La Garbuio riprende questa teoria per spingerci a riflettere su noi stessi anche attraverso il comportamento degli altri.

Ci sono situazioni che ci riflettono e ci aiutano a capire i blocchi che abbiamo, le caratteristiche che nascondiamo perché le riteniamo, diciamo così, “negative” e altre che servono invece per permetterci di tirare fuori caratteristiche che non sapevamo di avere o che temiamo di non riuscire a mantenere se messe alla prova…

Il classico esempio che possiamo condividere è quando scarichiamo la colpa sugli altri, quando le azioni degli altri ci irritano, quando non sappiamo guardare in faccia la realtà e il nostro io. Gli specchi sono utili in queste occasioni, perché dovrebbero permettere di guardare in modo esterno le azioni nostre e di chi ci sta attorno per osservarle e comprendere le reazioni della nostra interiorità con consapevolezza. Il libro vuole indicarci la strada per rinascere in quelle occasioni che pensiamo di non farcela, ci darebbe le istruzioni per «per comprendere come la vita continuamente ci parli, ci consigli, ci suggerisca, ci indirizzi… ci costringa!».

Il primo specchio ci invita a vivere il presente, e in base a come reagiamo a ciò che ci piace o no possiamo capire noi stessi e attivare un cambiamento. Se una persona ci irrita non dobbiamo guardare alla persona ma a come noi la percepiamo, ed è in questo che dobbiamo lavorare. Se percepiamo solo negatività vuol dire che siamo sopraffatti da sentimenti negativi. Il secondo specchio riguarda il metro del giudizio e riflette attraverso chi si giudica il pensiero della propria situazione nel presente. Giudicando concentriamo delle emozioni che si possono ripercuotere su noi stessi, il segreto è non creare troppe aspettative. Il terzo specchio fa leva su ciò che ci manca o su ciò che abbiamo perso:

Di solito quando accadono questi “innamoramenti”, ribadisco anche nell’amicizia, i nuovi venuti irresistibili incarnano, in modo a noi estremamente evidente, qualche nostra caratteristica che ci apparteneva nel passato, ma che abbiamo perduto.

Il quarto specchio riguarda la paura di perdere qualcosa, che si potrà avverare, il quinto il rapporto con il Divino e scendendo nel dettaglio il rapporto coi propri genitori:

Quando questo rapporto non è fluido e non siamo bilanciati nelle nostre parti maschile e femminile, finiamo tendenzialmente per intraprendere relazioni con partner che assomigliano rispettivamente a nostro padre o a nostra madre e che ci condizionano.

Il sesto specchio riflette la propria grandezza, riguarda il modo di affrontare le difficoltà, se le consideriamo ostacoli oppure opportunità perché «Dio non manda mai un peso superiore alle forze di chi deve portarlo».
Il settimo specchio è quello più riflessivo perché riguarda la perfezione che è naturale nell’universo ma che l’uomo non riesce a percepire sentendosi imperfetto perché è in continuo paragone con gli altri. L’ottavo fa luce sul piacersi (o non piacersi). Il nono sulle carenze che vediamo negli altri e possono sfociare in un talento per noi stessi e così via.

La teoria degli Specchi Esseni è stata riconosciuta dallo storico e scienziato Gregg Braden che ribadisce quello che l’autrice ritiene fondamentale per la guarigione: l’auto-osservazione.

Giovanna Garbuio con questo libro ci dimostra come la vita riflette sempre ogni emozione che può essere utile per migliorare la nostra persona. Conduce seminari sul tema dell’Ho’oponopono occidentale, che considera un patrimonio dell’umanità e che pensa sia uno strumento grandioso che ci è stato consegnato per realizzare il nostro progetto di vita, ad ampio raggio in tutta Italia e in Svizzera. Conclude il suo testo con questo prezioso messaggio:

Quando ti trovi di fronte a una scelta…
guardati dentro e chiediti:
“Cosa farebbe l’Amore?”.

 

Gli specchi esseni
Giovanna Garbuio
Il punto d’incontro, 2018
Pagine 176
Prezzo € 10,90

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist