3P.Padre Pino Puglisi. Supereroe rompiscatole – Marco Pappalardo

Il libro su Padre Pino Puglisi, detto 3P e super eroe rompiscatole, autore Marco Pappalardo, illustrazione Massimiliano Perodi, è un diario immaginato e scritto con empatia tale da fare ritornare il personaggio nell’aldiquà, proiettandoci sentimenti, coraggio, degrado ambientale, educazione familiare ed evangelica, mafia, quali marcatori di un originale diario scritto, confrontando tutti gli elaborati sul personaggio e i racconti verbali di amici ed amiche che lo hanno accompagnato nell’arco della sua vita, riuscendo a stimolare nel lettore emozioni piacevoli o spiacevoli. L’autore ha l’inclinazione di sentire ed avere un approccio cognitivo con il personaggio, mantenendo una semplicità descrittiva e raccogliendo ogni emozione che ci fa capire il suo essere, riuscendo così a muovere sentimenti positivi in chi legge il diario, carico di valori che si sciolgono in una simulazione dove si rasenta l’autenticità di un personaggio ancora vivo nel tessuto sociale in cui ha vissuto e oltre, portando il lettore a spasso per quella strada pericolosa percossa da un “parrinu” (prete) coraggioso.

Figlio di un calzolaio e di una sarta, il terzo di quattro figli, faceva il gioco delle parti insieme ai fratelli, imitando l’onestà dei genitori e l’accoglienza riservata a parenti e vicini di casa, accompagnata da preghiere, studio e lavoro. Abitava nel dodicesimo quartiere di Palermo, “Brancaccio”, tristemente famoso per essere legato a vicende di Cosa Nostra. L’unico diversivo del quartiere era la Parrocchia dove farà la prima comunione. Quando l’Italia è in guerra e il padre lascia la sua casa per svolgere i doveri militari, la famiglia va in campagna e, finita la guerra, al rientro del padre raggiunge Palermo. Ricomincia così un po’ di normalità, Pino si divide fra scuola e chiesa dove fa il chierichetto, il fratello Gaetano gli esterna il desiderio della mamma di avere un figlio prete, egli, però, non riesce ad immaginarsi in veste di “parrinu”, vuole diventare insegnante, il parroco lo aiuta con lezioni di greco e latino per agevolargli l’ingresso in seminario, anche se predisposto per la matematica, una matematica diversa da quella predicata dal Signore, moltiplicatore di pani e pesci. Le porte del seminario gli si aprono e per lui cambia anche il senso della vita, cresce l’amore per il vangelo diventando amico di Gesù, allo stesso modo in cui l’autore diventa amico di 3P. L’autore riesce a intendere a pieno lo stato d’animo e le emozioni di Don Puglisi, lo descrive in modo profondo, fino a farlo apparire come in uno specchio dove lo si può percepire nella sua interezza, superando ogni esteriorità e proiettandolo nel sociale, come cercatore di giustizia e solidarietà. Veloci scorrono sette anni che portano al talare Don Pino Puglisi, consentendogli di celebrare la sua prima messa proprio da dove era partito, la Parrocchia di San Giovanni Bosco.

Essere prete non vuol dire avere un posto di lavoro sicuro, cibo pronto e lavorare solo il sabato e la domenica. Essere prete è… Beh, io ancora devo scoprire bene che cosa significhi. Magari è un po’ come essere un supereroe… Non abbiamo bisogno di molti preti, ma di preti santi. La mediocrità non può coabitare con la santità.

Nel ‘68, quando trema la terra nella Valle del Belice, egli unisce un gruppo di giovani e insegnanti per dare un sostegno pratico ai terremotati: «Come si fa a parlare di Dio quando c’è puzza di morte e desolazione dovunque?». Dio c’è, non è morto, i suoi ragazzi portano musica e canti, cibo, medicine, preghiere, piccoli doni. Viene nominato parroco a Godrano, vicino Corleone, dove si rende conto di essere solo, osserva la realtà, il paese e la gente, il motto che circola è «È meglio che ognuno si faccia i fatti suoi ». Egli non si perde d’animo, bussa ad ogni porta affrontando i litigi del paese, decide così di attenzionare di più i bambini anziché gli adulti, li porta a contatto della natura, come ad imitazione di San Francesco, per vivere l’amicizia e non limitarsi solo alle parole. Adesso il diario parla di un suo salto nelle scuole, non ultimo al Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo, quale professore di Religione, dove cerca di conquistare gli studenti, dove l’originalità del suo ingresso in aula consiste nel buttare uno scatolo ai piedi della cattedra, ponendo fine così alla distrazione di tutti gli studenti e indirizzare la loro concentrazione sulle sue parole e su quella scatola. Padre Pino con un piede schiaccia la scatola di cartone sussurrando: Dunque avete capito chi sono io? Un rompiscatole! Conquista così una grande stima e, a chiusura della scuola, prepara un campo estivo per fare scoprire agli adolescenti il loro posto nella società. L’autore, con il ritorno al “Brancaccio” di Don Pino, mette in evidenza l’imitazione all’ “empatica di Gesù”, cioè il suo approccio con le persone al cospetto di Gesù, fino al sacrificio della vita. La vita religiosa e intellettuale di Don Pino, sia nei rapporti individuali che collettivi, viene sottoposta a stressanti torsioni, specie quando egli tenta il recupero sociale dei giovani e dei minori, appannaggio delle famiglie mafiose che li usano come longa manus nella fabbrica del crimine organizzato, dietro l’insegnamento delle famiglie medesime, nuclei portanti del mandamento di “Brancaccio” e di tutto il sistema mafioso territorialmente organizzato, un sistema pericoloso, punitivo, pieno di odio e di rabbia, strutturato per essere ribaltato sugli altri, su coloro che non si allineano.

Certo non è facile salvare il mondo. Ma se mai nessuno ci prova… Io voglio provarci. Non mi sento un supereroe, però! Perché non ho superpoteri. Ma che importa? Sono nelle mani di Dio, e lui è molto bravo in matematica, sa fare bene le moltiplicazioni: dal nostro poco sa trarre tanto, da ciò che è normale sa ricavare qualcosa di straordinario.

La Parrocchia di Don Pino dà fastidio a qualcuno, perché sottrae giovani e minori e riduce, così, la manovalanza della mafia e i loro introiti nel mandamento del Brancaccio. Ormai i potentati criminosi stanno addosso a lui e ai suoi collaboratori, un’ombra inquietante lo segue giorno dopo giorno, egli  è cosciente che la mafia abbia deciso di eliminarlo. Il giorno del suo compleanno, sì, proprio quel giorno qualcuno sta preparando la sua festa, ma per farla in cielo. Egli non vuole crederci ma se l’aspetta, li accoglie con un sorriso mentre si trova dietro la porta per rincasare.

Se non l’avessero fatto, se si fossero fermati un attimo a parlare, li avrei invitati dentro a prendere un caffè…Avremmo potuto parlare, capire, dialogare, confrontarci… Invece non varcai mai la soglia, restai lì, a terra. Non chiedetemi cosa accade in quegli attimi, se davvero si ripensa a tutta la vita, che ti passa davanti agli occhi in un momento. In fondo ciò che conta veramente alla fine è se hai amato. Di quell’amore senza speranza di ritorno, senza reciprocità; un amore che non deve aspettarsi qualcosa in cambio, ma deve donare con umiltà, condividere in libertà, servire gratuitamente.                                                                                                                                                                                                                       Io ci ho provato.

L’autore ha scelto la forma narrativa del diario perché rivela la parte più esclusiva pensata sul personaggio principale del libro, non è Padre Pino Puglisi a volere puntualizzare l’accaduto ma l’autore, il quale, vergando un diario senza data e quindi senza tempo, fatto di un linguaggio semplice, ha voluto tramandare ai posteri una figura perenne nel tempo, quella di Padre Pino Puglisi, che il 23 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, venne Beatificato dalla Chiesa Cattolica sotto il pontificato di Papa Francesco. Il suo nome è ancora in grado di generare e formare stati di affettività ed emozioni, i fedeli sentono ancora la presenza del Prete eroe, primo martire della chiesa ucciso dalla mafia nel giorno del suo 56° compleanno. Dal Brancaccio di Cosa Nostra si sente ancora la voce di quei bambini posteggiatori abusivi «Parrì, lei si nni po’ ghiri ».

 

3P.Padre Pino Puglisi. Supereroe rompiscatole
Marco Pappalardo
Paoline, luglio 2018
Pagine 100
Prezzo € 11,90

 

Franco Santangelo

Critico e Storico