Annabelle – Lina Bengtsdotter


Annabelle (Dea Planeta, gennaio 2019) è il romanzo d’esordio di Lina Bengtsdotter, una scrittrice  cresciuta a Gullspång, cittadina della Svezia meridionale, che attualmente risiede a Stoccolma col marito e le tre figlie.

I thriller scandinavi hanno dalla loro parte una serie di collaudati romanzi che incontrano il gusto del lettore, per via di quel clima claustrofobico che sempre ruota attorno a piccoli paesi in cui si celano grandi segreti, tenuti a bada da un clima rigido e l’isolamento della neve a fare da sfondo. Per non parlare del contrasto fra buio e luce che, essendo falsato, inebria i protagonisti e spesso li fa uscire di senno, risultando nevrotici e perennemente in debito di sonno. Bene e male s’incontrano e si scontrano. Perché l’uomo che non riposa, più di altri, è portato a compiere gesti sconsiderati.

L’ambientazione a Gullspång è descritta come un luogo culturalmente isolato e che offre poche prospettive ai suoi giovani. Per superare la noia e le frustrazioni, essi sono dediti all’alcol e alle droghe, che utilizzano come diversivi da opporre alla squallida realtà con cui devono fare quotidianamente i conti.

Fra questi giovani senza futuro c’è Annabelle, figlia diciassettenne di una coppia molto chiusa, la cui madre è una donna estremamente apprensiva. Annabelle sarebbe un personaggio ricco d’iniziative, con la passione per la lettura. Si discosterebbe dai suoi coetanei, se non fosse che, dopo una serata passata all’emporio in disuso del paese, notoriamente meta di festini alcolici a base di  sballo e sesso, di lei si perdono le tracce.

Da Stoccolma, vengono inviati sul luogo due agenti della polizia criminale. Il pacato Anders, alle prese con una moglie gelosa, rimasta a casa da sola con un bimbo piccolo, che lo chiama di continuo sul cellulare, e Charlie, una trentatreenne con una “tara alcolica” con cui fare i conti, costretta a ritornare dopo tanti anni a Gullspång, la cittadina natale dove aveva vissuto un’infanzia drammatica a causa della madre alcolista Betty. Inutile dire che questa permanenza al paese, porrà Charlie di fronte ai fantasmi del passato, ma servirà anche a fare chiarezza. Il romanzo, infatti, si articola su una doppia indagine: la sparizione di Annabelle e la rielaborazione del passato da parte di Charlie.

Senza dubbio Annabelle di Lina Bengtsdotter è un thriller che appassiona e di cui consiglio la lettura. I paesaggi dai boschi incantati, coi laghi luccicanti, sono davvero pittoreschi, sebbene la storia sia narrata d’estate e quindi in un periodo dal caldo torrido e senza neve. La scrittura dell’autrice si rivela cinematografica, per cui non richiede nessuno sforzo nel seguire gli eventi.

Lo spunto della ragazza scomparsa, con legittime implicazioni e colpi ad effetto, è a dire il vero nei thriller degli ultimi anni alquanto abusato. Qui però è originale il modo in cui l’autrice tratta di questa sparizione. Ciò che perdono o guadagnano i personaggi coinvolti, in seguito alla scomparsa di Annabelle. Soggetti che nascondono un lato oscuro, che trattengono dentro di sé e difficilmente lasciano trasparire. Un luogo, Gullspång, dove tutti si conoscono e si fingono amici, ma ciascuno prende le distanze da quanto accade agli altri.

Non che l’autrice lasci niente in sospeso. Anzi, ella spiega bene la risoluzione di un enigma dove tante sarebbero in realtà le vittime. Mai però come in questo romanzo, mi sono ritrovata a provare delusione vedendo scritta la parola fine. Forse perché mi ero fatta tante congetture e mi aspettavo ulteriori risvolti. Non mi attendevo una fine così repentina.

La cosa potrebbe essere deliberata. I personaggi sono talmente interessanti e le possibilità di intessere intrecci infinite, che non escluderei fosse già in cantiere un prosieguo.

Annabelle
Lina Bengtsdotter
Dea Planeta Libri, gennaio 2019
Pagine: 366
Prezzo: € 17,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa