Lotta, speranza e fratellanza: intervista a Giulia Caminito


A tre anni da La Grande A (Giunti 2016), con il quale ha vinto il Premio Bagutta opera prima, il Premio Berto e il Premio Brancati giovani, Giulia Caminito torna in libreria con Un giorno verrà (Bompiani 2019), un romanzo che riconferma le capacità narrative dell’autrice e soprattutto la sua attenzione per alcune pagine misconosciute della storia italiana. In questa seconda prova, nella quale si fondono in maniera fluida ricostruzione storica e autonomia dei personaggi – alcuni dei quali sono ispirati a persone realmente esistite – scendono in campo valori e ideali che trascendono le vicende individuali, per farsi conquista di tutti, anche degli ultimi. Ne abbiamo parlato con l’autrice.

Nella tua nota a chiusura del libro racconti che questa storia è in parte anche una storia familiare che ti riguarda, poiché è ispirata alle vicende del tuo bisnonno Nicola Ugolini, anarchico del paese di Serra de’ Conti, nelle Marche: cosa ha significato per te trasporre in narrativa questa specifica pagina della tua storia e della Storia in generale?
In questo caso, rispetto al primo romanzo (La Grande A, Giunti 2016), la storia di famiglia era solo una traccia, perché avevo poche notizia sulla vita del mio bisnonno. Ho quindi creato una serie di personaggi d’invenzione e ambientato le loro vicende nei luoghi e nei tempi in cui era vissuto il mio bisnonno Nicola. Il romanzo si svolge infatti nei primi del Novecento e ha come scenario soprattutto il suo paese d’origine: Serra De’ Conti, nelle Marche. Le vite che ho inventato sono basate su materiali storici raccolti, vicende realmente accadute e persone di carne e ossa vissute in quegli anni. La trama del romanzo incontra e si scontra con gli avvenimenti della grande Storia come la Settimana Rossa, la Prima guerra mondiale e l’epidemia di Spagnola.

Ne La Grande A, tuo romanzo di esordio, si ha la sensazione di avere a che fare con un grande affresco tessuto da voci di donne, qui invece, nonostante l’importanza del personaggio di Suor Clara, sembra che ci si muova in un orizzonte “maschile”, forse più circoscritto, anche per scelta di ambientare la storia in un piccolo paesino. È stato complesso dare voce a personaggi come Luigi Ceresa, Lupo, Nicola?
Penso che ogni romanzo debba essere una prova per chi lo scrive e per questo io ho pensato di dar voce a più personaggi uomini in questo nuovo romanzo. Credo comunque che Suor Clara e Nella non siano personaggi marginali o a parte, ma co protagoniste della storia che riguarda Lupo e Nicola. Spero che le mie voci maschili siano risultate credibili ai lettori e lettrici come quelle femminili, e che a tutti i personaggi venga data importanza e valore durante la lettura.

Lupo e Nicola sono due personaggi antitetici che vivono in una forte simbiosi, difficilmente ascrivibili sia alla categoria di eroe sia a quella di antieroe: come è nata l’idea di questi due caratteri e del loro ruolo?
Ricordo di aver fatto un sogno, c’erano questi due bambini, uno moro e scuro e uno biondo e pallido che salivano su una collina e dovevano trovare il modo di salvarsi da un pericolo. Ho provato poi a raccontare il sogno in una piccola favola, ma non mi ha convinta. Invece quando ho deciso di mettere in scena una storia di fratellanza sono tornata a pensare a loro, a quei due bambini diversi e vicini, che riuscivano a difendersi dal mondo e arrivavano in cima alla loro collina. Entrambi hanno pregi e difetti, sanno compiere atti eroici, ma sono anche pavidi o incapaci, hanno le loro paure, compiono errori che rimpiangono, crescono e si dibattono, prendono voce o stanno zitti e nascosti, e penso che leggendo il libro ci si possa affezionare a entrambi, sia al ribelle e implacabile Lupo che al gracile e sentimentale Nicola.

Che valore ha, secondo te, oggi, riscoprire, rispolverare, provare a spiegare tramite un romanzo fatti, vicende e storie personali spesso poco conosciuti o in alcuni casi totalmente ignorati?
Credo che sia importante continuare a scavare, dissotterrare, far riemergere usanze, accadimenti, lotte, dimenticanze, fatti di cronaca, perché molti sono ancora oggi utili a decifrare il presente e a rendere più chiare certe dinamiche sociali ed evoluzioni del nostro paese. Nel mio caso, ho fatto il tentativo di prendere a esempio la mia famiglia per far notare come in ogni famiglia in realtà si annidi il contatto e il contagio con momenti della storia nazionale poco noti, rimossi o taciuti. È una ricerca che può riguardare chiunque, lo spettro dei trascorsi famigliari è più ampio di ciò che noi crediamo, abituati ormai alla lineare dinamica della famiglia borghese.

In Un giorno verrà entra in campo un’idea di fede e anche una visione lucida e poco rosea della Chiesa e delle sue strutture: il personaggio di Suor Clara, per esempio, è una figura carismatica ed eversiva, ma pervasa di una forte religiosità. È un tema che senti tuo o rientra nella funzionalità della storia?
Non sono una persona credente, ma il libro vorrebbe cercare di rimettere al centro una certa spiritualità che è appartenuta all’Italia, sia nelle idee che nella pratica. Il personaggio di Suor Clara è infatti ispirato alla vita di Suor Maria Giuseppina Benvenuti, donna nera, prima resa schiava in Sudan e poi portata in Italia ed entrata in convento. La sua vicenda, terribile, salvifica e indimenticabile per chi ne viene a conoscenza, è un modo per riportare nel dibattito e rimettere in discussione l’idea di sacro, il rapporto con la fede, le domande esistenziali rispetto all’utile e rispetto al potere. Suor Clara lotta contro la gerarchia ecclesiastica e difende con la sua fede, la sua musica e la sua tenacia, la comunità di cittadini fuori e di sorelle dentro al convento.

L’ambientazione e la ricostruzione storica sono estremamente accurate e credibili: quanto tempo ha richiesto la documentazione?
Ci ho messo un anno di lavoro continuativo perché ho avuto la possibilità di fare solo quello, è stato faticoso ma intenso.

C’è qualche scrittrice o scrittore a cui ti senti affine per tematiche affrontate e per modalità di gestire una narrazione, o che secondo te è importante leggere oggi?
Mi vengono in mente due nomi contemporanei: Davide Orecchio ed Elisa Ruotolo.

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore