Gerardo di Cola: l’arte del doppiaggio
In quest’intervista lo storico Gerardo Di Cola ci racconta della sua passione per l’’arte del doppiaggio.
Come è nata l’idea di scrivere libri sul doppiaggio?
Del doppiaggio per 50 anni nessuno ne ha mai parlato e quando ho deciso di scriverlo vi era poca bibliografia.
Che metodologia ha utilizzato?
Ho deciso una ricerca con una metodologia scientifica visto che sono un fisico.
Qualcosa sui suoi libri?
Nel 2004 ho pubblicato Le voci del tempo perduto (1927 e 1970 ) dove ho impiegato otto anni di lavoro non facile, poi mi sono preso una pausa e dopo dieci anni di lavoro è uscito il libro Teatro di Shakespeare e il doppiaggio.Tra le altre mie opere Lydia Simoneschi – la voce del cinema italiano, Anna Magnani e il doppiaggio e il mio ultimo lavoro Federico Fellini e il doppiaggio della collana Doppiaggio e cultura. Nei miei libri amo utilizzare la tecnica della fotocomposizione e delle didascalie.
Che rapporto c’è tra doppiaggio e teatro?
I doppiatori nel passato erano attori teatrali e dovevano ben esprimersi. Poi molti attori decisero di dedicarsi perché era un lavoro sicuro anche a livello economico rispetto agli attori itineranti e infatti nasce la cooperativa dei doppiatori cinematografici.
Cosa la spinge a fare questo lavoro?
Sicuramente passione e determinazione.