Intervista a Eltjon Bida

Oggi abbiamo avuto occasione di parlare con lo scrittore Eltjon Bida che ci ha raccontato del suo lavoro C’era una volta un clandestino.

Un libro attualissimo in un mondo dove l’umanità si sta perdendo, da dove nasce l’ispirazione per scriverlo?
Quando i miei amici sentivano i racconti delle mie avventure di come ero arrivato in Italia, mi dicevano: Eltjon dovresti scrivere un libro. Dunque, avevo una bella storia da raccontare, sia personale, sia per testimoniare che con l’onestà e il desiderio d’integrarsi si può arrivare lontano. Volontà e sacrificio sono stati essenziali per iniziare una nuova vita in un Paese straniero, diversamente si può finire su una brutta strada.
Dunque, avendo tanto da raccontare, mi sono detto: perché no!
Sapevo che per scrivere un libro, si deve leggere e scrivere tanto. Perciò, esattamente 12 anni fa mi sono messo al lavoro. Infatti negli ultimi anni ho letto una marea di libri, e poi sì, ho scritto anche molto. Questo libro l’ho iniziato un po’ di anni fa. L’ ho scritto e riscritto diverse volte ed alla fine ce l’ho fatta.

Cosa significa oggi essere immigrati in un mondo dove le barriere si stanno alzando sempre più?
Con il termine “immigrato” ti senti un po’ messo da parte, ti senti escluso, una persona non voluta, come un cane abbandonato. Però sa, non ci si deve fermare a questo. Si deve andare avanti a testa alta per la propria strada.

Quando nasce la tua passione per la scrittura?
Direi da quando ero bambino. A me la scuola è sempre piaciuta, i temi mi affascinavano. Avrei voluto avere temi da scrivere ogni giorno. Li scrivevo con talmente tanta passione che spesso andavo oltre il limite di testo che ci richiedeva il professore.
Quando leggevo un libro, l’idea che l’autore potesse proiettare il lettore in un mondo diverso, mi intrigava. È sempre stato un mio sogno poter fare la stessa cosa e, quando ce l’ ho fatta, mi sono sentito in paradiso.

Una frase del libro che più ti piace ?
«Ora, lavorando, avrei cominciato a mettere giù la prima pietra».

Tre aggettivi per descriverti?
Determinato. Quando mi prefiggo un obbiettivo, faccio di tutto per raggiungerlo.
Positivo: Cerco di pensare sempre in positivo, specialmente da quando tre anni fa, ho letto un libro che parlava della forza del pensiero.
Buono: Mi considero una persona altruista, calma e pacifica.

Il pubblico come sta rispondendo a questo libro?
Oltre ogni mia aspettativa. Ieri sera sono stato  su Radio 24, circa una settimana fa su Radio 105, ed ancora su Radio InBlu, e diversi giornali come: Milano Today, Linkiesta, Albanian News, ecc. Nei prossimi giorni è confermato che si parlerà del mio libro su RAI 3, Corriere della Sera e La7. Mi sento tra le nuvole.

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice