La terra promessa – Matteo Righetto


Ultimo libro della cosiddetta Trilogia della Patria è La terra promessa di Matteo Righetto, scrittore che vive tra Padova e Colle Santa Lucia, nelle Dolomiti. Si tratta di un romanzo edito da Mondadori nel marzo 2019; un’opera scorrevole, composta da capitoli brevi, che si legge in pochissimo tempo.

Ovviamente, come accade per le trilogie, l’ideale sarebbe avere letto i primi due episodi, perché altrimenti si avrebbe l’impressione che l’autore abbia agito in maniera superficiale, nei confronti dei suoi personaggi, dando per scontato di averli già caratterizzati in altre occasioni.

In La terra promessa la ventenne Jole e il fratello dodicenne Sergio, eredi della famiglia De Boer, coltivatori di tabacco in Val Brenta, in quel paese curiosamente chiamato Nevada, intraprendono un viaggio estenuante verso il Nuovo Mondo. Abbandonate le loro amate montagne del Veneto (tanto care anche all’autore stesso), i due fratelli intendono costruirsi un futuro in America, poiché alla fine dell’Ottocento l’Italia offre poco o nulla ai paesi depressi, cavalcando l’onda del “migrante”, che proprio in questo periodo dilaga, verso paesi sconosciuti quali l’Argentina e l’America in generale.

Soli al mondo e impauriti, Jole e Sergio s’imbarcano a Genova, dove per la prima volta vedono il mare, insieme a una famiglia che sta raggiungendo dei parenti che hanno in serbo del lavoro in Messico. Il viaggio in nave durerà un mese, fra vicissitudini estenuanti, non ultima la difterite che si propaga e i morti che vengono gettati in acqua. Jole e il fratello dovranno fare appello a tutto il loro coraggio e alla loro resilienza, per superare le varie prove disseminate e giungere finalmente nel nuovo continente, non esenti da disgrazie, lutti e chilometri da macinare a piedi, una volta sbarcati, nelle lande desertiche di quel Paese a cui hanno affidato il loro futuro.

La brezza, il sale, le onde, il mare. Piccoli squarci di “normalità”, che serviranno a tenerli in vita, a farli sperare nel domani. Fino alla rinascita. Al nuovo inizio, così diverso dalla vita che avevano in Veneto.

La prosa di Matteo Righetto è semplice e non annoia. Sebbene egli alterni descrizioni paesaggistiche, note liriche e introspezione del personaggio. L’ambiente è fondamentale per far sì che un soggetto sopravviva, quindi nei romanzi di questo autore non è mai del tutto ostile. Basta sapere scavare fra le righe, che una parte positiva si trova. Salvo poi aggrapparsi ad essa e sperare in una seconda opportunità.

Nei dialoghi Righetto ricorre alle espressioni tipiche della gente che vive in Veneto, ma forse lascia che i suoi protagonisti talvolta imbastiscano elucubrazioni al di sopra delle loro possibilità. E non mi riferisco “alla Jole”, splendida fanciulla bionda, col suo cappello in testa e gli stivali calzati, “donna di frontiera” e aperta ad un mondo nuovo. Piuttosto al fratellino Sergio, che ha solo dodici anni e già si esprime come un adulto fatto e finito. Ma anche questi “stralci” contribuiscono a dare liricità a una storia che potrebbe essere universalmente condivisa, perché ognuno di noi ha parenti che potrebbero averla vissuta e quindi s’immedesima.

In conclusione, consiglio La terra promessa a chi desidera una lettura leggera, ma che al tempo stesso lo faccia riflettere. Sul coraggio e le nuove opportunità che, quando tutto sembra finito, la vita può sempre regalare.

Matteo Righetto
La terra promessa
Mondadori, marzo 2019
Pagine: 220
Prezzo: € 18,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa